Percorso

"Rec" di Jaume Balaguerò

Niente di originale come trama, come anche in Blair witch project, la telecamera dell'operatore diventa l'occhio dello spettatore fino all'ultima terrificante inquadratura.

Questo stile che facilita il coinvolgimento dello spettatore, perchè utilizza gli stilemi, i colori, le inquadrature, il montaggio che tutti i giorni per tante ore accompagnano le nostre visioni, dai telegiornali ai documentari, è anche il suo limite.
 Il meccanismo giunto al suo apice si capovolge, lo spettatore saturo di immagini di violenza e tortura dai vari fronti di guerra, dalle città, dai servizi scandalistici, non si spaventa più, si è già difeso, e non si fa coinvolgere.
I due registi riescono a far rabbrividire nell'ultima mezzora del film , che è la parte migliore, per chi ama il genere.

Balaguerò e Plaza costruiscono un crescendo insopportabile, che inizia con la bambina che morde la madre per finire con l'ultima inquadratura in modalità infrarosso. La fuga la claustrofobia, il buio, vengono usati in maniera sapiente.
 
 I protagonisti sono tutti eccezionali, all'inizio si ha veramente l'impressione di guardare la tv e non il film, tanto risultano vere le interpretazioni.
Come nel film di Romero dietro il sangue trapelano critiche alla società, i giornalisti sono spietati e opportunisti, celano le proprie aspirazione dietro il diritto del pubblico ad essere informato, gli abitanti del palazzo sono razzisti, egoisti, vanesi, la Chiesa nasconde ciò che sa per mantenere il monopolio sugli indemoniati.
Benchè lontani dalle vette dei film orientali The Grudge o Pulse questo horror alla catalana merita di essere visto, ma non da soli.
 
Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni