"Primavera di granito" di Ignazio Frogheri
di Francesca Falchi


Lo sforzo creativo ma soprattutto il coraggio, hanno valso a Frogheri, “il cui estro e fantasia trovano in Primavera di granito piena e completa realizzazione”, l’ambito riconoscimento.
“Trash”, significa letteralmente “spazzatura”.
Secondo John Walters, il “papà” del trash cinematografico, “il cinema trash è qualcosa che ti stupisce incredibilmente e allo stesso tempo ti fa ridere, perché esso stesso ride di sé”. Tecnicamente, il cinema trash è un cinema prodotto con budget bassi, con effetti speciali di qualità scadente, pieno di sensazionalismi e provocazioni, di humor e cinismo, a volte consapevoli, a volte no.
Il progetto, “Storia segreta del cinema italiano-Italian kings of B” (padrini Quentin Tarantino e Joe Dante), presente alla mostra del cinema di Venezia 2004, ha riportato all’attenzione del pubblico una stagione del cinema italiano, definita comunemente “trash”, simbolicamente rappresentato da due registi come Enzo G. Castellari, padre del poliziesco anni 70’, (La polizia incrimina, la legge assolve), e Ruggero Deodato, che con il suo Cannibal Holocaust è diventato il capostipite dell’horror trash.

C’è poi il genere spaghetti-western di Spencer ed Hill, di Franco Nero, del regista Sergio Sollima (autore di una trilogia in cui Tomas Milian, interpreta il ruolo di Cuchillo, un peon scanzonato, abilissimo lanciatore di coltelli), genere che ha formato registi come Deodato e Bava (rappresentanti del filone horror) e Castellari.
Quest’ultimo, insieme a Marino Girolami (regista di Roma violenta, con Maurizio Merli), Mario Caiano (che ha diretto Vittorio Mezzogiorno in Milano violenta) e Bruno Corbucci (indimenticato regista dei film del commissario Nico Giraldi, alias “Er Monnezza”, il personaggio interpretato da Tomas Milian, entrato a far parte dell’Enciclopedia Treccani), hanno dato vita al filone poliziesco anni 70’ (vedi il sito www.pollanetsquad.it, che fornisce una panoramica amplissima in fatto di film, registi e attori protagonisti del genere).

Datato 2000 e girato a Nuoro, il film, grazie ad un frenetico passaparola, ha spopolato nell’isola dei bronzetti e del porchetto: come nella migliore tradizione del Rocky Horror Picture Show, gruppi di persone dotate di prodigiosa memoria assistono periodicamente alle vicende di un gruppo di delinquenti locali, “Carezza”, “Mozzicò” e “Whisky”, supportati economicamente dalla studentessa-prostituta Serena ed invischiati in una vicenda di vendita di droga da Monsieur Leblanc (misterioso personaggio dotato di un accento franco-nuorese irresistibile).
Vengono coinvolti nella vicenda un figlio di papà, Sergio, che viene ucciso perché a conoscenza dei particolari di una rapina ad una “Punto” portavalori (ma non si usano i furgoni?) e la sua fidanzata, la candida Vittoria, che si trasforma in una “Nikita” barbaricina, con minigonna e tacchi a spillo, per vendicare l’uccisione di Sergio e lo stupro subito da Johnny, lussuriosa e “granitica” (da qui il titolo…) guardia del corpo di Leblanc.

Sono nell’ordine:
lo scippo alle poste di Nuoro (le cui scale antistanti si ritirano magicamente come le acque del Mar Rosso…) , compiuto a bordo di un vespino, ai danni di un incauto vecchietto;
la tentata rapina al porta valori, aspettando il puntuale bisognino (sempre alla stessa ora, sempre sullo stesso albero, manco fosse il Big Ben..) della guardia giurata;
l’assassinio di Johnny da parte di Vittoria (preceduto dallo spogliarello di Serena in stile Crazy Horse “de’ noatri”), in perfetto equilibrio sui tacchi (ma come fa?);
la morte di Monsieur Leblanc schiacciato da un blocco di marmo (ma il granito che fine ha fatto?), con schizzo splatter di sangue sul bianco della pietra.

I fans accaniti aspettano trepidanti il glorioso giorno in cui anche il talento di Frogheri verrà portato alla luce dal genio riconosciuto di Quentin Tarantino ed invocano sulla sua testa una pioggia di soldi come le rane bibliche delle piaghe d’Egitto (legge sul cinema permettendo..).