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Tra Davis e Salis, il guizzo di Roberti

Il destino del Festival Jazz, che va in scena venerdì prossimo in città, è strettamente intrecciato con quello della vita di Rodolfo Roberti, regista romano e deus ex machina dell'evento cagliaritano. Trenta anni di note e immagini, alla ricerca disperata dell'attimo fuggente. di Enrica Anedda

Jazz!Le cause dei fenomeni (nel senso stretto della parola) hanno origini molto lontane che talvolta si incrociano in unico centro. Alberto Rodriguez, l'intellettuale sardo è stato una personalità di grande riferimento e Cinemecum non esisterebbe (forse) se alla prima edizione di “Cagliari in corto”,  nel lontano 1999, il poliedrico giornalista, sorprendentemente entusiasta per l’iniziativa, non ci avesse incoraggiato ad andare avanti.

Il Festival del Jazz quasi certamente non esisterebbe oggi senza l’apporto del  fine critico musicale, che ne è stato il primo direttore artistico. E  senza dubbio Rodolfo Roberti oggi non sarebbe il regista della manifestazione se circa venticinque anni fa a Roma non avesse conosciuto per caso lo stesso Rodriguez.

Da quel momento, la vita di Roberti, che reclama scherzosamente la cittadinanza onoraria, è cambiata e si è strettamente intrecciata con il jazz e la Sardegna. E grazie al regista romano la lunga storia di "Jazz in Sardegna" (iniziata trent’ anni fa), forse la più grande manifestazione artistica della Sardegna, è a sua volta un intreccio molto stretto fra musica ed immagini.

Di ascoltare Roberti non si finirebbe mai: sembra infatti che di vite non ne abbia vissuto una, ma mille: tre mogli (l’ultima sarda), decine di documentari e fiction televisive, alcuni film, una lunga militanza politica nei movimenti di sinistra durante il '68 e tante altre esperienze che non è possibile raccontare in una unica intervista

Rodolfo Roberti, Massimo Palmas e Michele Palmas. Nello sfondo Pietro ZambelliCome ha iniziato a fare cinema?
Al contrario di molti, non ho avuto nessuna vocazione. Mi è capitato per caso nel periodo in cui per conto di un gruppo di sinistra svolgevo l’attività di ricercatore di canzoni popolari. In quell’occasione ho conosciuto il cantante Ivan della Mer che doveva scrivere una sceneggiatura con Franco Solinas con il quale ho poi vissuto un paio di anni  (a quei tempi era normale vivere in comunità).  Ho così conosciuto l’ambiente del cinema e ho avuto l’occasione di fare l’aiuto regista. Insomma la sorte mi ha battezzato al cinema proprio grazie a un grande autore sardo.

Qual è l’opera alla quale è più affezionato?
Un documentario che pochi conoscono, doveva andare su Rai 3 dal titolo “Il dito è ammutolito”. Si svolgeva in un manicomio molto prima della legge 180. E’ stato molto interessante e divertente anche perché fra infermieri, matti veri e attori, non si capiva più niente. Poi ho girato vari film come "I ragazzi del muretto" (1991), “ Stiamo attraversando un brutto periodo “ Un Amore rubato" ( nel 1993) e tanti altri.

Alberto e Cristina RodriguezNel frattempo però era già iniziato  il sodalizio con la Sardegna.
Sì, fra i primi lavori ci sono state le riprese delle edizioni di Jazz in Sardegna negli anni 86/87. Ricordo lo spettacolo "Playing with Gershwin". Uno dei primi esperimenti di videografica elettronica e musica. Cristina Rodriguez tramite un suo amico americano raccolse una marea di filmati di e su Gershwin (compreso un "Americano a Parigi"),  io li montai assieme e Altan ci inserì i suoi disegni. Il filmato venne proiettato alla Fiera durante il concerto di Enrico Rava (amico di Altan) che suonava dal vivo insieme a musicisti del calibro di Furio Di Castri , Steve Lacy, Paul Motion.

Come nacque l’idea?
Fu un'operazione ideata da Alberto Rodriguez che avevo conosciuto a Roma e che nel 1984  volle che tenni a Cagliari un corso di grafica elettronica.

Lei ha conosciuto anche Miles Davis?
Sì, anche quella fu una esperienza memorabile. Il musicista suonò a Cagliari  per due anni di seguito. Il primo anno si rifiutò di farsi riprendere. Il secondo anno però architettai un banale trucco: appena iniziò a suonare accesi di colpo le luci e feci le riprese. Le sue guardie del corpo si lamentarono e minacciarono gli operatori, ma intanto io, che ero in regia, non mi accorsi di niente e riuscii a fare il filmato.

Miles DavisOgni anno cura la regia delle riprese dei concerti, ma i filmati poi come vengono utilizzati?
Un paio di anni fa, realizzammo un film di montaggio “Il vento e le onde: 25 anni di Jazz in Sardegna". Il dvd è stato pubblicato con il numero di ottobre del 2006 della rivista "Jazz e Musica". Ci sono immagini di tutti i grandi musicisti sardi e di molti altri grandi musicisti, come Dizzy Gillespie, Arturo Sandoval, Bob Dylan.  Quest’ anno molte di quelle immagini verranno proiettate durante la manifestazione.

Prima di affrontare l'edizione  di quest’ anno, c’è un'altra esperienza che la lega alla Sardegna, o meglio al cinema sardo: Enrico Pau….
Sì, nel 1994 tenni a Cagliari un corso di sceneggiatura che però si estese a tutte le fasi del cinema. Durò alcuni mesi e si teneva ogni week end. Vi partecipò anche Enrico, è stato lui a ricordarmelo recentemente, mi ha fatto piacere: è convinto di aver imparato molto da quell’esperienza. Poco dopo realizzò il suo primo cortometraggio “La volpe e l’ape”.

Enrico PauSembra di capire che l’edizione dell’Eurepean Jazz Expo di quest’anno sarà ancora più multimediale e il suo ruolo sempre più difficile.
Quest’anno dovrò sovrintendere alle riprese di 18 telecamere per 37 concerti. Tutti come al solito verranno filmati per intero. Non solo, in varie parti della Fiera, nei muri ma anche su sei schermi diversi piazzati  in interni ed esterni verranno proiettate le immagini de “Il vento e le onde" .  Fra gli altri ci sarà un grande schermo sulla piazza e un grande cilindro tridimensionale. Le immagini saranno quelle delle edizioni passate alternate con quelle in diretta. La produzione di tutti i video è della società
S’ard e Music.

E' previsto anche uno spettacolo?
Sì, sabato ci sarà quello ideato da S’ard, venti artisti sardi suoneranno con una scenografia video composta da immagini che ho scelto personalmente. Una sorta di blob emotivo che include un montaggio di due ore trasmesse tramite tre pc Mac.  Molte scelte verranno comunque fatte sul momento, a seconda dell' ispirazione. Fra le immagini inserirò anche i primi piani dei musicisti, mi affascinano molto le loro espressioni e i loro incroci di sguardi.
Venerdì, invece, per l’inaugurazione, prima della consegna del Premio alla carriera ad Antonello Salis, manderemo in onda un video sul grande musicista sardo che ho realizzato anche grazie all’aiuto di Gianfranco Cabiddu. Ci sarà anche una chicca: una dedica a Salis in tedesco di Luigi Lai. Tra le altre, dovrò anche riprendere gli incontri con i musicisti di Loche.

Antonello SalisProgetti per il futuro?
Tanti, a marzo verrà pubblicata dalla società S’ard Music il video di montaggio del concerto tenutosi all’anfiteatro in ricordo di Andrea Parodi. Poi sto lavorando a un progetto con Estela Carlotto, la presidente delle donne di Plaza de Mayo  e tra le mani ho un soggetto per un film da girare in Sardegna.

Richiederà i finanziamenti tramite la legge cinema della Sardegna?
In Sardegna oramai sono tutti registi, c’è solo gente che gira film e sulla legge se ne sentono di tutti i colori, non mi sembra il caso.

 Note di regia di Rodolfo Roberti

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