Svelata la Palermo di Wenders
Nella città siciliana presentato in anteprima nazionale "Palermo Shooting". Tra filosofia e riflessione, il senso della vita secondo il mitico regista. di Luisa Mulè Cascio

Il film è incentrato sulla storia di Finn (interpretato da Campino), fotografo di successo. I suoi giorni trascorrono frenetici tra un impegno e l’altro, senza una reale consistenza. Finn non vive, non partecipa attivamente alla sua vita, osserva da spettatore lo scorrere del tempo. Uno scampato incidente automobilistico lo porta a “svegliarsi” dal letargo della sua esistenza. Decide quindi di lasciare la tetra Germania per trovare “conforto” nella città di Palermo, calda e luminosa. Passeggia incessantemente, accompagnato dall’inseparabile macchina fotografica e dalla musica del suo iPod-cellulare, attraverso le strade strette della città, a volte caotiche, a volte solitarie, immagazzinando dentro di sé tutta la luce, gli odori, i sapori, la vita di Palermo.

"Palermo Shooting" è un film riflessivo, filosofico, una metafora della nostra civiltà: l’uomo, oberato dal lavoro, distratto dagli impegni, stressato e frenetico, tende a non vivere davvero la sua esistenza, ma semplicemente a sopravvivere, ad arrivare a fine giornata, vivendo ogni giorno come se fosse uguale al precedente e uguale al futuro, senza fermarsi ad assaporarlo davvero. Il tempo scorre e l’uomo si accorge troppo tardi di non aver dato senso alla propria vita.

Palermo, ha sostenuto il regista, è una città tanto impregnata del senso della vita quanto di quello della morte. Senza nessun riferimento alle uccisioni per mano della mafia, Wenders, con la sua dichiarazione, ha voluto sottolineare alcune componenti della cultura strettamente palermitana, come il Festeggiamento dei Morti il 2 novembre, la presenza delle Catacombe nel sottosuolo, i dipinti e affreschi che rievocano il tema della morte, tutte cose utili per la realizzazione del film.

È stata proprio la conferenza stampa mattutina ad illuminare e approfondire i temi del film. Wenders ha messo a nudo, con profonda naturalezza, tutti i retroscena, a partire dalla decisione di rimodellare e tagliare il film. Rivedendo proprio il film a Cannes, il regista comprese che il suo lavoro non era ancora finito, che la pellicola non aveva preso forma, e che lui personalmente doveva intervenire. «E’ un film personale» ha dichiarato, quindi ritoccarlo doveva essere un compito strettamente privato. I tagli sono stati considerevoli, come per esempio l’eliminazione delle scene recitate da Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo e dal musicista Giovanni Sollima, che saranno comunque presenti, come Wenders ha dichiarato, nei contenuti speciali del dvd del film. A Michelangelo Antonioni e Ingmar Bergman va la dedica finale del film, morti proprio durante il periodo di riprese a Palermo. Wenders afferma, inoltre, di aver tratto ispirazione proprio da due opere dei registi: "Blow Up", di Antonioni, per la costruzione del personaggio di Finn e "Il Settimo Sigillo"
di Bergman, per rendere al meglio il dialogo tra Finn e la Morte.

A concludere la conferenza stampa, gli interventi di Giovanna Mezzogiorno e Campino, che vertevano soprattutto sull’emozione di aver preso parte ad un progetto tanto interessante, portato avanti da un regista straordinario come Wenders, e sulla dedizione nell’interpretazione dei personaggi, specie per Finn, (una grande responsabilità per Campino, il cui reale mestiere è quello del cantante e non dell’attore) metafora della civiltà odierna. A prendere parte alla conferenza stampa, oltre al regista e al produttore Gian-Piero Ringel e agli attori principali, anche il direttore della Film Commission Alessandro Rais e il Direttore Regionale dei Beni Culturali di Palermo Romeo Palma.
Fonte immagini: httptrovacinema.repubblica.itmultimediafilmPalermo-shooting-immagini
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