Percorso

I Pacs secondo Marcias

Il regista e le coppie di fatto. Presto in lavorazione un docufilm che farà sicuramente discutere. Di Gian Basilio Nieddu

 «Due uomini possono stare insieme solo per amicizia». Dichiarazione di giovane seminarista con residenza Vaticana. Segue domanda cattiva: «Non possono toccarsi?». Risposta scontata: «Per l'amor di Dio, no». È solo un frammento del video realtà, ben ottanta minuti, dedicato dal regista Peter Marcias a Pacs, Unioni Gay, Zapatero, Chiesa, sesso e morale pubblica.

Più politica e politici che in questo inizio anno, tra ipocrisia e strumentalizzazioni recitano ma poi soprattutto decidono sul destino di milioni di italiani senza fede (nuziale) e in cerca di diritti civili. Una storia contorta da raccontare ma Marcias si è inventato una docu-fiction, un frammento e già "passato" al festival di Venezia, dove un giornalista spagnolo vaga per San Pietro in cerca di impressioni sulla Rivoluzione Zapateriana. Il risultato? «È un'inchiesta, raccontata con la leggerezza della fiction, su un argomento che divide gli italiani. Non mi schiero ma fotografo la realtà. Le posizioni sono molto variegate, un popolo strano quello italiano». Ancora immagini, interviste, riprese per il lungometraggio. Ma la Spagna non era cattolica in lavorazione dopo il debutto veneziano ma già adottato dalla comunità gay nazionale, basta cliccare su www.cinemagay.it, che presta volto e parole di Franco Grillini (parlamentare Ds) e di Aurelio Mancuso (segretario nazionale Arcigay) alla causa Pacs e diritti civili. Militanti gay ma anche teodom (seppur non aderisca al gruppo politico) come Rosy Bindi parlano e riflettono tra le immagini del lavoro di Marcias. «Spero di terminare presto le ultime riprese e di poter chiudere il montaggio entro marzo. È un periodo molto intenso con quello che sta succedendo in questi giorni ma a parte i politici ho voluto far parlare la gente normale. Quella che incontri per strada, cercando di rappresentare la varietà delle posizioni». Senza dimenticare le differenze generazionali: gli "attori", infatti, vanno dai 15 ai 75 anni. Tutti a parlare di nuove unioni civili, valori e Zapatero. Con l'ombra inquietante, o protettiva secondo i gusti, del Vaticano. Spazio valoriale, quello dove regna Benedetto XVI, che il regista sardo cerca di penetrare con telecamera e interviste, seguendo il suo alter ego (il giornalista spagnolo).


Il sito di Peter Marcias: www.petermarcias.com

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