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"Operazione Valchiria" di Bryan Singer

Il consiglio di Elisabetta Randaccio
 
Non fu il solo attentato contro Hitler, quello che il colonnello von Stauffenberg provò ad attuare con l'appoggio di un drappello di ufficiali nazisti, ormai consapevoli delle sorti devastanti della guerra e della vera natura dell'uomo, a cui per anni avevano dato fiducia con stolidità politica e psicologica evidente. Infatti, tra il 1944 e il 1945, rivolte di varia natura, seppure fallimentari, furono tentate dall' “aristocrazia dell'esercito”. Queste pagine drammatiche di storia sono state alquanto trascurate dal cinema (esiste, però, un film omonimo di produzione tedesca del 1955), perciò l'idea di Bryan Singer, regista d'ingegno (in pausa dalle pellicole sugli X Man e Superman) e dei suoi sceneggiatori Christopher Quarrie e Nathan Alexander di ricostruire sul grande schermo il putsch fallito è ammirevole, anche perchè l'autore e i suoi collaboratori hanno puntato a rievocare i fatti nella loro essenzialità.
La bravura del regista risiede nel riuscire a creare tensione in una vicenda di cui tutti, purtroppo, conosciamo l'esito finale. Il centro dell'azione non sta tanto nell'attentato, quanto nel dispiegarsi dell' «Operazione Walchiria», una strategia di emergenza per la nazione, studiata peraltro dallo stesso Hitler, che von Stauffenberg e i suoi sostenitori, convinti della morte del fuhrer, riuscirono a mettere in moto, sfiorando il cambiamento di rotta dello stato nazista, la destabilizzazione delle SS e la nomina di un nuovo cancelliere.
 
Questa parte del film è interessante, ansiogena e veramente ben costruita drammaturgicamente. I congiurati, certo, non avevano coscienza “resistenziale”, ma solo obiettivi politici, condivisibili almeno perchè la conclusione della guerra avrebbe salvato la vita a milioni di persone, soprattutto civili, che morirono in quegli ultimi terribili mesi di conflitto; Singer li disegna come gli eroi dei vecchi film bellici degli anni sessanta, tutti d'un pezzo.
Questo taglio stilistico-contenutistico “frena”, “raggela” “Operazione Walchiria”, non permeata da momenti particolarmente originali. Singer si affida totalmente ai suoi collaboratori e ai suoi interpreti, che si adeguano al metodo, allineandosi a una recitazione misurata ed efficace. Tom Cruise regala al suo personaggio sfumature ben temperate, dimostrando di essere anche un produttore intelligente. In Italia, inaspettatamente campione di incassi, “Operazione Walchiria” fa riflettere su quanto il pubblico non sia del tutto omologabile a gusti diretti, esclusivamente alla commedia giovanilistica o demenziale.