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Sicilia

Baaria, la storia infinita

Annunciata due anni fa, la mega-produzione orchestrata dal regista Giuseppe Tornatore, Baaria, ha già il respiro del kolossal. Gli ultimi ritocchi in corso impediranno al film di partecipare a Cannes, a dispetto di quanto avrebbero scommesso in molti.  E l’attesa monta. di Massimo Arciresi

''Baaria''Reduce dal meritato successo de "La sconosciuta", Giuseppe Tornatore annunciò il suo nono lungometraggio, "Baaria", dal nome fenicio della sua città natale, Bagheria, dalla ribalta del festival di Taormina, ormai un biennio fa. Il tradizionale riserbo del cineasta riguardo alla trama non destò certo meraviglia, ma non era facile prevedere che al già corposo periodo di riprese (sette mesi) sarebbe seguita una così lunga fase di post-produzione, costantemente avara di notizie e indiscrezioni. L’aggiunta delle musiche (ovviamente di Ennio Morricone) e il mixaggio sarebbero attualmente in corso, e avrebbero fatto slittare ulteriormente l’uscita della pellicola (dal minutaggio importante, c’è da scommettere), indicata orientativamente per fine 2008-inizio 2009.
Le riprese di ''Baaria''Invece, è definitivamente tramontata perfino la possibilità di partecipare, a maggio, al festival di Cannes. Anzi, adesso non si può essere neanche troppo sicuri che il film (possibile sottotitolo: La porta del vento) sia pronto per Venezia, dato che il regista ha parlato di “fine anno”.
I pochi dati trapelati finora, a volerli riassumere, sono comunque impressionanti: 6 ettari di set, ricostruiti da Maurizio Sabatini a Ben Arous, 20 Km da Tunisi (poche le riprese siciliane), per scelta del produttore Tarek ben Ammar (i capitali sono italo-franco-tunisini, oltre 20 milioni il budget); 230 membri della troupe; 20.000 comparse; 2 versioni linguistiche, una in siciliano, l’altra in italiano “sporcato”; mobilio e auto rigorosamente d’epoca. Di buona parte delle ricerche, perlopiù fotografiche, si è occupato un vigile urbano amico di Tornatore, Lorenzo Rizzo.
''Baaria''Accanto ai giovani protagonisti Margareth Madè e Francesco Scianna, nei ruoli di Mannina e Peppino, le cui vicende familiari si dipanano nel corso dei decenni del secolo scorso (pare che si vada dai Trenta ai Settanta, attraversando tre generazioni, le guerre, gli avvicendamenti politici), circa duecento ruoli secondari interpretati spesso da bei nomi della cinematografia sicula (Luigi Lo Cascio, Enrico Lo Verso, Ficarra & Picone, Aldo Baglio, Nino Frassica, Paolo Briguglia, Leo Gullotta, i fratelli Fiorello, Nicole Grimaudo), nazionale (Gabriele Lavia, Lina Sastri, Vincenzo Salemme, Monica Bellucci, Raoul Bova, Giorgio Faletti, Laura Chiatti) e internazionale (Ángela Molina). Il direttore della fotografia è Enrico Lucidi, distribuirà Medusa. Speriamo che tanta estenuante attesa non crei l’effetto boomerang tipico delle aspettative troppo alte.