"Quel maledetto treno blindato" di Enzo Castellari
Negli ultimi decenni c’è stata una forte rivalutazione dei generi popolari, amatissimi dal pubblico fin dagli ultimi anni ‘60, fatti da veri e puri artigiani del cinema nostrano tra i quali, oltre a Castellari, spiccano nomi di tutto rispetto quali Lucio Fulci, Fernando Di Leo, Mario Bava, Aristide Massaccesi alias Joe D’Amato e Umberto Lenzi.
Purtroppo un certo tipo di cinema in Italia non esiste più perché non esiste quella voglia di giocare e osare con grande creatività; per cui è quasi impossibile mettere in scena horror, thriller o avventurosi.
Il film di Castellari è ambientato in Francia durante la Seconda Guerra Mondiale e si incentra su di un gruppo variamente assortito di soldati americani che hanno un conto in sospeso con la giustizia. Approfittando di un bombardamento che disperde il plotone che li accompagnava alla fucilazione il gruppo, formato tra gli altri del tenente Robert Yeager (Bo Stevenson), il ladruncolo Nick Colasanti (M.Pergolani), il colonnello Buckner (I. Bannen), l’afroamericano Ganfield (F. Williamson ) ai quali si aggiungerà anche un soldato tedesco stanco e schifato dalla guerra, cerca di raggiungere il confine svizzero. Le campagne delle Ardenne brulicano però di nazisti, con i quali avranno degli scontri fino a quando, in seguito ad un grave errore (uccidono un plotone di soldati americani travestiti da tedeschi, i quali dovevano portare a termine un'importantissima missione) non resterà altro che prendersi carico della la missione segreta: assaltare un treno sul quale i nazisti trasportano un nuovo tipo di missili balistici V2. Solo pochi riusciranno a sopravvivere ma la missione sarà portata a termine e gli sbandati "bastardi" si dimostreranno eroi loro malgrado.
Il modello di riferimento è esplicitamente “Quella sporca dozzina” ma è a sua volta un omaggio a tutti gli altri “man-on-a-mission movies” come “I cannoni di Navarone” o “Dove osano le aquile”, adattato ai palati italiani di quel tempo. La scena delle ausiliare tedesche nude che escono dal fiume armate fino ai denti e che poi iniziano a sparare, oltre ad essere piaciuta sicuramente a Tarantino per il suo carattere eccessivo e trash, è sicuramente nello spirito delle commedie “sexy” anni ‘70. Tutti i personaggi sono molto stereotipati (il soldato coraggioso, il soldato di colore, il soldato italo-americano un po’ mafioso ma simpatico), quasi degli ideali sociali (l'altruista, il delinque, l'arraffone). Castellari dirige questa sorta di A-team della seconda guerra mondiale con un budget ridotto all’osso ma con perizia e inventiva, mettendo in campo il suo stile caratteristico fondato su un’azione molto serrata, sparatorie in luoghi chiusi e grandi esplosioni.
Un film dunque non certo memorabile ma divertente e gradevole, che sa come intrattenere quello spettatore che non cerca introspezione ma solo una serata scaccia pensieri.
Frase del film: ”Io credevo che portando tutti la stessa divisa fossimo un po’ tutti uguali, invece si rimane quello che si è, anzi si peggiora”
Citazione della settimana: “Il pubblico è così poco rispettato, che quando si vede rispettato profondamente, si sente perduto” (Roberto Rossellini)