"L'uomo nero" di Rubini e i cineporti di Vendola
In terra di Puglia il regista sta girando il suo nuovo film, protagonista Scamarcio. Oggi, in occasione di un incontro con la stampa, se ne sono viste e sentite di tutti i colori. Noi tifiamo per Nichi. di Donatella Percivale
"La sinistra è colpevole di non aver coltivato, negli anni Sessanta, i talenti degli uomini della strada, degli uomini comuni, prendendosi cura dei professionisti. Il risultato è che ora quegli uomini che non sono cresciuti si ritrovano dall’altra parte, si sono rivolti alla destra e alcuni programmi della tv di oggi sono la conferma di quello che dico".
Un tema caro a Rubini, quello del film, che non ha a che fare solo con la memoria degli anni Sessanta, ma anche con l’intreccio generazionale, la riconciliazione tra padri e figli, l’immagine più o meno stereotipata di un certo Sud. «Vorrei che fosse un film anche sull’Italia di oggi. Il tema di fondo è l’amatorialità, l’improvvisazione, che porta dritti al Grande Fratello". Al fianco di Rubini, Nichi Vendola, presidente della regione Puglia che sul cinema ha speso meravigliose parole, quelle stesse che purtroppo nella nostra Isola latitano: "In un Paese in cui utilizzando l’alibi fetente della crisi si disinveste in cultura, la Puglia ha scelto la strada degli investimenti che riguardano il cinema, il teatro, la musica, la danza, le biblioteche". Per quanto riguarda il cinema, in particolare, Apulia Film Commission ha realizzato e sta realizzando numerosi film così come "saranno presto realtà i cineporti di Bari e di Lecce. Noi vediamo il cinema come una complessa sfida di tipo culturale ed economico e la cultura per noi - ha sottolineato - non è il trionfo dell’effimero, ma lo sforzo di cercare di strutturare nel nostro territorio l’occasione di una grande industria".
E a scagliarsi contro i tagli alla cultura è anche uno degli attori protagonisti, Riccardo Scamarcio che in occasione dell'incontro ha letto un documento sui tagli previsti al Fondo unico dello spettacolo, a firma di "autori di cinema e di teatro, attori e attrici e lavoratoti dello spettacolo, che in contemporanea è stato letto in altre regioni d’Italia.
"Dai prossimi mesi - ha letto Scamarcio - si vedranno meno film, meno spettacoli teatrali, meno concerti, meno serie televisive, meno artisti, meno idee, in un panorama di pretesi risparmi che finiranno per rendere il Paese più povero di emozioni, di pensieri, di profondità, di energia creativa, di allegria".