Percorso

Film Consiglio

"Mar Nero" di Federico Bondi

Il consiglio di Elisabetta Randaccio

''Mare nero''Il problema principe dell'industria cinematografica italiana rimane la distribuzione. Infatti, i soldi per realizzare i film, alla fine, si recuperano, ma riuscire a trovare esercenti disposti a rischiare con opere che non godono di mastodontici battage pubblicitari o della produzione delle due dittatoriali major principali, che signoreggiano in Italia, è un'avventura improba.

Così, la maggior parte dei film indipendenti o quelli non aderenti a un modello consumistico imposto, diventano in automatico “invisibili” oppure finiscono “in frigo”, in attesa almeno di un passaggio televisivo o un'uscita in DVD. E' una situazione squallida e pericolosa che non aiuta gli sforzi di autori, sceneggiatori e attori e continua ad affossare una nicchia di creatività che, in passato, ha dato lavoro e successi al nostro paese.
Ecco perchè un'opera interessante come “Mar nero” dell'esordiente Federico Bondi ha avuto, nonostante un rilevante premio al Festival di Locarno dell'anno passato, un'esistenza distributiva complicata, a singhiozzo. Una odissea veramente deprimente.
 
''Mare nero''Eppure “Mar Nero” tratta con finezza una vicenda semplice, riflettente un elemento cruciale della nostra società: l'esteso invecchiamento della popolazione e la necessità di figure professionali di assistenza riservate, per la maggior parte, a donne extracomunitarie o, comunque, straniere disposte a sacrifici e umiliazioni pur di ottenere uno stipendio destinato ai figli e parenti lasciati nel proprio paese o  da accumulare per costruirsi un futuro migliore. “Mar nero” racconta il rapporto tra una giovane rumena, che ha lasciato un fidanzato in patria, e una anziana signora toscana, lucida, ma con gli acciacchi della vecchiaia che la rendono acida, depressa, aggressiva. La donna, rimasta vedova, come tanti anziani, si sente distaccata dalla realtà circostante, è diffidente nei confronti dell'affetto del figlio e della nuora, si conserva le lacrime per le notti insonni, in cui il vuoto si rivela profondo. Si avvicina alla giovane badante, Angelina, con rude curiosità e, quando la ragazza tornerà in Romania per ritrovare il fidanzato, apparentemente scomparso dopo un inaspettato licenziamento, la accompagnerà: viaggio simbolico e risolutore per ambedue le donne.
 
''Mare nero''Il regista Bondi utilizza uno stile minimalista, ma non banale. Sceglie atmosfere nebbiose, dai colori sbiaditi per descrivere una realtà piatta e dolorosa allo stesso tempo. Gioca una carta vincente: la scelta dell'attrice principale, Ilaria Occhini. L'interprete luminosa degli sceneggiati televisivi degli anni sessanta, l'attrice raffinata di teatro si concede una prova attoriale difficile. Invecchiata nel corpo, ma con la sua bella voce calda ancora emozionante, disegna un personaggio non manicheo. La sua Gemma è ricca di contraddizioni, piccoli sorrisi, sguardi che raccontano delusioni e turbamenti; il regista lascia che domini la scena, che diventi l'anima di tutta la vicenda. La Occhini è grandiosa e dispiace pensare come il cinema italiano non abbia sfruttato adeguatamente la sua straordinaria forza interpretativa.
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