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Percorso

"Per Sofia" di Ilaria Paganelli

Le recensioni di Cinemecum sul film della regista cagliaritana in programmazione al Cineworld di Cagliari

Elisabetta Randaccio, critica cinematografica

''Per Sofia''L’opera prima di Ilaria Paganelli, già aiuto regista di Luciano Emmer, maestro del cinema italiano recentemente scomparso, ha l’andamento narrativo di una favola, che non ha paura di abusare degli archetipi del genere. Lo spettatore, dunque, non deve cercare il realismo a tutti costi né porsi domande di puntigliosa logica degli eventi. “Per Sofia”, infatti, è una storia in cui i dubbi artistici e esistenziali di un giovane musicista saranno risolti mediante il soggiorno in una terra caratterizzata da un paesaggio emozionale, tratteggiato con gli elementi della categoria del sublime (paura e passione nei confronti di un mare in tempesta o di una grotta buia) e dalla evocazione di storie misteriose quanto esemplari. I “topoi” fiabeschi ci sono tutti: l’isola-utopia felice e vagamente selvaggia, la vecchia “fata” saggia (nonna Letizia) e quella più giovane e maliziosa (la “zingara”), un giovane alla ricerca di un'identità, la casa abitata dai fantasmi e le “prove” a cui il protagonista dovrà sottoporsi, fino a perdere la sua cupezza e abbandonarsi alla leggerezza di ciò che, solo apparentemente, è inspiegabile.

''Per Elisa''Questo gioco narrativo era estremamente rischioso e la sceneggiatura di Ilaria Paganelli e Alessandra Carati, lo sconta soprattutto nella scelta di una location estremamente affascinante come la Sardegna, che, però, viene imbrigliata, in varie sequenze, nei luoghi comuni evitabili come l’immancabile ballo tundu.

Pur tenendo presente quanto i personaggi di contorno non abbiano lo spessore della realtà (se no come si potrebbe spiegare il sindaco perennemente avvolto nella fascia tricolore o la donna con la brocca in testa?), questa isola dipinta in maniera totalmente favolistica non manca, a volte, di creare qualche imbarazzo nello spettatore.
A questi ostacoli della sceneggiatura la Paganelli risponde con un talento tecnico inconfutabile. Servita da una fotografia molto bella, d'effetto di Ugo Lo Pinto, dove la luminosità  tipica dei cieli di Sardegna si alterna con ombre inquietanti che aiutano ad approfondire i personaggi, la regista mostra le sue qualità stilistiche e anticipa, secondo noi, un futuro di soddisfazioni certe nell’ambito del cinema italiano.

''Per Sofia''La musica, fulcro della storia, si avvale di ottime composizioni di Dimitri Scarlato. E se il protagonista, Giordano Petri - un fascinoso giovane “che buca lo schermo” e che potrebbe diventare un volto importante per la produzione filmica italiana - deve ancora conciliare l’espressività con l’interpretazione convincente, Emma Medas, nella parte di nonna Letizia, ruba la scena a tutti, affermandosi come attrice sapiente. 

 

 


Monica Aschieri, scrittrice

''Per Sofia''"Per Sofia", il primo lungometraggio a tratti commovente e lirico di Ilaria Paganelli, presentato al Lido di Venezia dalla Fondazione Ente dello Spettacolo che ha deciso di dare spazio alle produzioni di giovani registi, narra la storia di Isak, un giovane violinista alle prese con un padre autoritario e una probabile e presunta crisi esistenziale.
Il film tutto ambientato in Sardegna, una Sardegna antica, magica, incantata, racconta (oltre alle vicende personali ed esistenziali appena accennate del protagonista, interpretato dal giovane Giordano Petri), la vita di un paesino della Sardegna e dei suoi abitanti.
Assieme alla storia di Isak e dei personaggi che gli ruotano attorno, si intreccia un’altra storia, passata ma parallela che la regista cerca di presentarci con dei flash back che ci portano avanti ed indietro in questo intreccio di storie che poi scopriremo vicine tra loro.
La sceneggiatura scritta a quattro mani dalla stessa Ilaria Paganelli e da Alessandra Carati non tradisce , è sicuramente ben impostata e buono fantasioso sognante il soggetto.

''Per Sofia''Domanda?
Allora perché il film mi ha parzialmente deluso? Cosa non ho compreso, condiviso, accettato?
E' che forse a me della Sardegna magica e incantata non me ne frega niente, forse sono stanca di questo campanilismo stereotipato, basso, povero, che rasenta l’ottusità; forse vorrei da un/a regista sardo/a una storia leggibile anche da un utente campano, marchigiano,veneto, americano, nord africano. Penso inoltre che la Sardegna raccontata non esista più e sia solo frutto di un insano rimpianto.
La pellicola viene salvata da una sorta di poesia crescente, fatta di detti popolari e da una colonna sonora doc, firmata da Dimitri Scarlato che senza dubbio fa comprendere allo spettatore sensibile, le ottime intenzioni, quantomeno sulla carta, della Paganelli, fa sentire il suo credo, autentico.

''Per Sofia''Errori dovuti all’inesperienza minano all’occhio attento dello spettatore, la sicurezza, la fermezza,  della regista che certamente per essere alla sua prima opera non ha fatto male.
Se solo il sardo uscisse dal racconto nostalgico, malato, da asinelli, donne col fazzoletto, ballo sardo e tutti gli stracitati meccanismi nauseabondi che da decenni ci descrivono una Sardegna, sempre la stessa, come se la naturale evoluzione dell’uomo non facesse parte di noi, del sardo, ecco, se si uscisse da questo castrante giro vizioso, forse anche noi potremmo avere del buon cinema, ESPORTABILE, comprensibile ai più, vendibile. L’amore ossessivo, eccessivo, del voler raccontare la storia di una terra, ferma, immobilizzata soprattutto dai propri cantori è divenuto per forza di cose, fazioso. Pesante, fuori cronaca. Peccato, perché se non si fosse calcata la mano sul sardismo, e i vari “sardismi”, poteva essere davvero un film grazioso... ciao cagnolini sardi, alla prossima!!!!!!!!

Da dicembre è in tutte le librerie "Roberta Nuda",  l'ultimo romanzo di Monica Aschieri.

 

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