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Ebraismo - A. Matta

Il memorial di Parigi - Parte I

 di Alessandro Matta

Il Memorial a ParigiProsegue il mio lavoro di digitalizzazione della videoteca ebraica di Cagliari, e anche quello della continua ricerca. Così ho visitato  il Memorial della Shoah di Parigi. Vi racconto  la mia esperienza di ricerca francese.
Ricordare il passato per capire e affrontare il presente. Spiegare, narrare ciò che è stato. Non dimenticare mai e tenere sempre accesa la fiaccola della memoria della Shoah per le future generazioni.

Questo lo scopo del lavoro che compio da anni sulla Shoah, approfondendo in particolare il suo rapporto con la cinematografia. Fa parte fondamentale di questo lavoro anche la ricerca di materiali fuori dal contesto italiano e la visita a musei, archivi, centri di documentazione  o la storia del XX secolo, esterni anche all’Italia. Ed è proprio con questo spirito che nei giorni  scorsi, sono partito per Parigi, alla volta del Memorial della Shoah, situato nel cuore del Marais, storico quartiere della Ville Lumiere, sede  delle principali strade della Parigi ebraica.

Inizialmente sorto negli anni ‘50 come “Memorial du martir Juif inconnuâ”, con un annesso centro di Documentazione ricostituitosi negli anni ‘80 come “Serge e Beate Klarsfeld Foundationâ”. Il 27 Gennaio 2005 il centro si è ricostituito definitivamente  come “Memorial de la shoah: Musèe , centre de documentation Juive  contemporaineâ” , ed è oggi il più grande centro europeo per la preservazione, la ricerca e la diffusione della memoria della Shoah.

Il Memorial a ParigiL’ immensa struttura, comprendente un palazzo di quattro piani più due seminterrati e monumenti esterni, comprende al suo interno: un museo della Shoah con esposizione permanente sulla storia del genocidio nazista e mostre temporanee su argomenti connessi, una videoteca -  centro di insegnamento multimediale, un centro pedagogico,  la sede del centro di documentazione ebraico contemporaneo di Parigi, e una enorme libreria interamente dedicata al tema. In una sola struttura un luogo dove: ricordare, grazie alle mostre permanenti e temporanee e alla sala cripta, dove sono raccolte, le ceneri di vittime dello sterminio nazista. Un luogo dove: spiegare, grazie ai documenti conservati nel museo e nella biblioteca e liberamente consultabili. Infine, ma non per importanza, un luogo dove: diffondere e preservare, grazie alla biblioteca, alle sale pedagogiche e al centro di insegnamento multimediale. Il centro di insegnamento multimediale è una videoteca della memoria. Dedicato al celebre storico ebreo Jules Isaak, che ebbe tutta la sua famiglia sterminata dai nazisti, l’archivio conserva oltre 1600 film, documentari e trasmissioni tv, ed  inoltre conserva le centinaia di interviste della “Shoah Foundation” di Spielberg, registrate in Francia negli anni ‘90.

Il Memorial a ParigiIl centro lavora attraverso  il visionamento in sede tramite apposite postazioni computer  dei film,  organizza  rassegne, proiezioni e  convegni, seminari di formazione. Ho avuto l’ onore di essere tra gli educatori che il nove dicembre hanno partecipato alla giornata di formazione per insegnanti sulla rappresentazione della Shoah tra cinema, letteratura e fumetti. Una giornata di studio curata da ricercatori  molto noti  come  Didier Pasamonik per i fumetti e l’ iconografia antisemita in essi o  Antoine Germa per il cinema e la Shoah e Myriam Dahan per la letteratura della Shoah. Ho  partecipato a altri due importanti appuntamenti: la presentazione del libro “Che cosa è un deportato”, da poco pubblicato in Francia,  dal Memorial.  E la presentazione del numero speciale della rivista del Memorial dedicato alla rappresentazione della Shoah nella letteratura nord americana con George Bensoussan, ricercatore  e responsabile editoriale della rivista,  e tanti altri. 


Voglio approfittare dello spazio concessomi per ringraziare il Memorial de la shoah di Parigi per lo straordinaria accoglienza riservatami e  per il grande lavoro che svolge.  Questo è il modo  giusto  di lavorare oggi sulla Shoah: creare dei punti che siano non solo espositivi, ma anche di ricerca e di formazione, affinchè anche lavori come il mio vadano avanti. Merci!