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Fumetti - L. Crippa

"Il mondo dei replicanti" di Jonathan Mostow

 
''Il mondo dei replicanti'', locandinaThe Surrogates - USA 2009 - Regia: Jonathan Mostow
Mentre nelle sale impazza "Avatar", un altro film circola nelle sale, su un tema che in fondo ha molto a che fare con gli avatar e con la realtà più o meno virtuale. Anche se qui gli "avatar" sono più reali e fisici che mai.
Un film tratto da un fumetto. E partiamo da qui. La mini serie limitata "The surrogates" è stata pubblicata dal 2005 al 2006. Nel 2009 è stata seguita da un prequel "The surrogates: carne e ossa". Il soggetto è di Robert Venditti ed è stata disegnata in modo graffiante ed essenziale da Brett Weldele, per la Top Shelf Productions. Venditti è partito dall'idea della perdita di una vita reale a causa della dipendenza da internet e dal "personaggio" (o avatar appunto) che le persone si creano nella rete.
Quindi il passaggio successivo, ovvero degli "avatar" fisici che vivono la vita reale, lavorano, fanno sesso, saltano come super eroi, senza problemi di malattie, stanchezza, sempre belli e perfetti, mentre il "proprietario", la persona vera, vive chiuso in casa.

''The surrogates'' il fumettoParticolare sorprendente: Venditti, lo scrittore della serie, era in realtà lo spedizionere della piccola casa editrice indipendente. Ha avuto l'idea, l'ha scritta e l'ha mostrata al direttore, il quale affascinato dalla trama ha avallato il progetto. La storia presenta tutta la parentela con i racconti cyberpunk  degli anni ottanta, iniziata da William Gibson e Bruce Sterling, e con le realtà virtuali di Tron, Matrix ecc. Qui non c'è però la "scoperta", la sorpresa di vivere una realtà virtuale, ma al contrario, lo stordimento di tornare a una vita reale.
Nel marzo 2007 la Walt Disney ha comperato i diritti della Graphic Novel. Michael Ferris e John Brancato hanno lavorato al riadattamento della sceneggiatura che ovviamente differisce ma non si distacca dal fumetto.
 
''The surrogates'', il fumettoIl regista è Jonathan Mostow ("Breakdown", "U-571" e "Terminator 3"), che con gli sceneggiatori ha lavorato a "Terminator 3", e la star del film, che con i film di fantastico e fantascienza apocalittica ha un buon rapporto, è Bruce Willis, insieme a Rhanda Mitchell, Ving Rhames, Rosamund Pike e James Crownell. Il film esce in Italia con un titolo che non mi soddisfa molto: "Il mondo dei replicanti". Un pò da film fantascienza anni 60 e troppo scopiazzato dal glorioso "Il mondo dei robot" con "sguardo-di-ghiaccio-Yul-Brinner". Evidentemente si pensa che il titolo "I surrogati" sia troppo difficile per la mente dello spettatore medio italiano.
Come anticipato, la trama parla di un umanità ormai chiusa nelle loro case, mentre i surrogati, degli androidi collegati direttamente alla mente del proprietario, vivono, amano, lavorano trasmettendo tutte le sensazioni e gli impulsi alla persona reale.
 
''Il mondo dei replicanti''Senza pericoli fisici, senza sforzi. Ma qualcosa di grave succede, un uomo con un' arma sconosciuta distrugge un androide e per la prima volta il cervello della persona collegata frigge, portando il possessore alla morte. E indagando su questo, due poliziotti si ritrovano al centro di un complotto che vuole distruggere questo mondo artificiale. Ma è un bene o un male? Il poliziotto Willis che si trova alla fine a dover vivere l'azione in prima persona, deciderà di impedire il cambiamento o no?
Beh questo non ve lo dico.
Emotivamente la storia coinvolge perchè ormai tutti noi abbiamo una seconda vita, o in programmi come appunto "second life" o più semplicemente le piazze virtuali di Facebook, e il film ci mostra uno sviluppo che sebbene impossibile oggi, ci insinua il sospetto che, in futuro, uno scenario del genere non sia cosi improbabile.
 
''Il mondo dei replicanti''Da un lato fa un pò rabbrividdire, dall'altro affascina. Essere vecchi e andare in giro con un corpo perfetto, giovane, potente.
Il film ha un buon ritmo, non eccede negli effetti speciali, è sobrio nei suoi 82 minuti.  Forse rivela gli intrighi del "giallo" in modo un pò banale e già visto, perdendo quel sense of wonder che si prova per la descrizione di questo mondo nella prima parte del film.
Ma forse è anche inevitabile che la trama del solito complotto, con sottotrama di una storia d'amore finita, che non manca mai nei film americani, a causa di una perdita, a causa dell'ormai mancanza di rapporti veri, fisici sentiti sulla propria vera carne, passi in secondo piano, di fronte alla preoccupazione dello spettatore anche se incredula e divertita, per l'idea che questi "rapporti rarefatti" già esistono per molti. Dietro lo schermo di un pc.

Curiosità: con una strategia di viral marketing il film si è pubblicizzato con il sito Choose Your Surrogate che permette infatti di costruire il proprio surrogato in 2-d, ed esportato su alcuni siti di social network.