Stampa

consigli

"Tra le nuvole" di Jason Reitman

Il consiglio di Elisabetta Randaccio
 
''Tra le nuvole'' locandinaJason Reitman è figlio d'arte. Il padre, Ivan (1946), cecoslovacco d'origine, ma cresciuto in Canada, è un regista che, in passato, ha contato successi stellari, come Ghostbusters (1986). Jason, sin da giovanissimo, si è dedicato all'attività cinematografica e, dopo i primi corti, ha firmato alcuni film assai fortunati. Il suo "Juno" (2007) è stato uno dei più bei lungometraggi degli ultimi anni; ha ottenuto, pur essendo un'opera indipendente e dunque, sulla carta, complicata da distribuire, un  consenso rilevante di critica e di pubblico, ottenendo riconoscimenti importanti in vari festival e l'Oscar per la sceneggiatura alla bizzarra e talentuosa Diablo Cody.

Era, quindi, difficile trovare un altro soggetto all'altezza di  Juno, che ha commosso e fatto riflettere così tanti spettatori, ma Reitman c'è riuscito con "Tra le nuvole", (ispirato al romanzo di Walter Kiren), altra pellicola indipendente, altra commedia agra, che, per i suoi contenuti, è diventata di impressionante attualità e non esclusivamente negli Stati Uniti.

''Tra le nuvole''Il protagonista della vicenda è, infatti, Ryan Bingham, un mozza teste, ovvero  l'incaricato di liquidare le risorse umane di un' azienda. Insomma, il boia dei nostri terribili tempi di crisi economica. Ryan è di bella presenza, elegante, dai modi educati, non raccoglie provocazioni, ma non si fa intenerire dalle lacrime o da situazioni drammatiche. Per tollerare di distruggere indirettamente la vita di centinaia di persone ha imparato una raffinata difesa psicologica: il totale estraniamento dal contesto lavorativo. Che cosa è, infatti, quel suo stare continuamente tra le nuvole, ovvero viaggiare in aereo, se non, simbolicamente evitare il contatto con la terra, con un mondo di cui è una mediocre pedina passiva in elegante completo grigio? Volare è un'ossessione: è capace (beato lui!) di allestire scientificamente un bagaglio a mano perfetto (niente pesi inutili, niente oggetti pericolosi), sa dove mettersi in fila per non attendere eccessivamente nei controlli (dietro gli asiatici: usano sempre mocassini, quindi, sono veloci nel togliersi le scarpe), ma soprattutto vuole accumulare i mitici 10 milioni di miglia per avere un premio, tutto sommato un po' ridicolo, ovvero viaggiare seduto a fianco del primo pilota!
 
''Tra le nuvole''A questa ossessione, sfumata di patologia, si aggiunge l'incapacità di gestire una relazione stabile sentimentale, un rapporto decente con la famiglia; persino l'appartamentino in cui vive è un non luogo simile alle salette degli aeroporti frequentati 362 giorni l'anno. Ma quanto si può rimanere uomo senza volto, rotella automatica di un sistema economico aberrante? Reitman ci racconta che si possono aprire falle pure in una esistenza così ferocemente strutturata. Siamo in una commedia e non in un film di Antonioni, per cui si ride anche, ma, grazie a un attore raffinato come George Clooney, basta un primo piano degli occhi per precipitare nella malinconia e nell'anticamera della tragedia. Jason Reitman non ha come modello la commedia stereotipata statunitense degli ultimi dieci anni, né la screwball comedy del periodo d'oro di Hollywood, bensì contamina l'osservazione sociologica di Frank Capra con la sensibilità di chi sa quanto la formula vincente al cinema sia il legame della risata con l'amarezza.
 
''Tra le nuvole''Si conferma, perciò, un regista interessante, completo e, sostanzialmente, fuori dai canoni rigorosi della produzione seriale (e, a questo proposito, si veda il finale del film). Ovviamente, come "Juno" non avrebbe avuto senso senza l'interpretazione convincente della giovane Ellen Page, "Tra le nuvole" ha un sostegno essenziale nella performance perfetta di Clooney, che  si esibisce quasi in una sorta di autoritratto e, come al solito, dimostra il suo piacere per il lavoro scelto, componendo un intrigante gioco attoriale con le sue coprotagoniste (la giovane Anna Kendrick e la bravissima Vera Famiga).