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Pj Gambioli: «Le mie eroiche tessitrici»

Intervista alla regista nuorese Pj Gambioli, autrice del documentario Dalla lana alla trama alle prese con Bestie il suo nuovo corto. di Arianna Salaris

 Si intitola Dalla lana alla trama, il nuovo lavoro della trentatrenne regista nuorese Pj Gambioli, curriculum di tutto rispetto a Cinecittà Campus e alla scuola di cinema di Marco Rusca. L'autrice, che ha già dato prove di stile con Bisos de Janas - Sogni di fate e ha frequentato la scuola di Bologna condotta niente meno che da quel genio di Olmi, questa volta sceglie l'arte della tessitura di Nule: i suoi aspetti storici, sociali e tradizionali.

L'abbiamo incontrata alla vigilia del suo nuovo corto, "Bestie", in uscita a maggio.

Come nasce questo progetto?
Nasce all'interno di un iniziativa più ampia avviata da tempo: un ciclo di corti interamente dedicati alle arti e ai mestieri in Sardegna. Ne ho già portato a termine cinque. Il sesto doveva essere dedicato al tappeto d' autore. Esplorando i vari aspetti legati all'argomento mi sono resa conto che il tema della tessitura era affascinante e degno di essere approfondito. In collaborazione col comune di Nule abbiamo, dunque, deciso di presentare un progetto alla Regione e avviare una ricerca storica sul tema. A realizzarlo, ci abbiamo messo un anno intero.

Qual è il punto di forza del suo documentario?
Le interviste alle tessitrici: donne straordinarie, figure quasi eroiche per il loro contributo attivo al sostegno del bilancio familiare, il loro mondo di valori, la loro vita. Ritengo che la valenza sociologica che emerge dalle interviste sia l'aspetto più significativo di questo lavoro.

Lei organizza il Festival del Cinema Indipendente Sardo, un evento che di anno in anno riscuote un crescente successo. Quali sono le sue opinioni sullo stato attuale del cinema in Sardegna?
Il Festival è un buon osservatorio per valutare le tendenze in atto nel settore: i riscontri avuti sono molto incoraggianti e riflettono l'esistenza
di un movimento nascente, una crescente e generale attenzione della popolazione verso il cinema. Resta ancora tantissimo da fare ma, sempre più spesso, i giovani organizzano rassegne, festival ed eventi. Ritengo sia un modo intelligente per emergere. Fino a pochi anni fa quest'impegno era inesistente nell'Isola.
Il principale messaggio che il nostro festival intende lanciare al mondo del cinema è quello di avere un occhio di riguardo verso i nuovi talenti. Alcuni giovani potrebbero diventare i geni di domani ma non hanno alcuna visibilità e nessun potere economico. Rimangono invisibili ma, purtroppo, chi rimane invisibile finisce per non esistere. In Europa, e in particolare in Italia, si finisce per far lavorare sempre i soliti registi senza creare delle concrete possibilità per i talenti emergenti. In Sardegna, poi, nonostante la legge per il cinema e la Film Commission, leggo spesso sui giornali che ci sono frequenti polemiche e discussioni. Spero che al più presto si trovi una soluzione.

A cosa sta lavorando attualmente?
Ai primi di maggio presento un nuovo corto contro la violenza sessuale sulle donne e, in generale, contro la violenza sulle persone indifese. In un mondo dove si parla di pari opportunità e di tutela dei soggetti più deboli, trovo importante continuare a spingere su queste tematiche, ancora lontane dall' essere risolte. "Bestie" nasce grazie alla collaborazione del comune di Siniscola e dell'Università della Terza Età. La storia prende spunto da fatti realmente accaduti, raccontati da vittime di abusi che ho intervistato personalmente. In base a queste testimonianze, ho scritto la sceneggiatura in collaborazione con Antonio Murru, presidente dell'Università della Terza Età di Siniscola. Ho avuto la fortuna di avere ottimi collaboratori: il direttore della fotografia, Raul Torresi, e Stefano Ferrari, che ha composto le musiche. Gli attori, invece, sono  gli anziani dell'Università della terza Età. Il resto lo scoprirete a maggio.