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''Amabili resti'' di Peter Jackson

 
''Amabili resti'' locandinaPeter Jackson è abituato a vincere. Già dal suo esordio, poco più che ventenne, arriva a Cannes con un lungometraggio elaborato in quattro anni (FUORI  DI  TESTA, 1987) e viene etichettato come regista cult, abile nell'uso di computerizzati effetti speciali e nuove ideazioni a budget ridotto. Ama le storie bizzarre e grondanti sangue, predominanti nei suoi lavori (CREATURE DEL CIELO - FORGOTTEN SILVER) fino a culminare nella trilogia de "IL  SIGNORE DEGLI  ANELLI,  2001-2003) che lo consacra signore assoluto del cinema fantasy. In AMABILI  RESTI, tratto dall'omonimo romanzo di Alice Sebold, mescola thriller e fantasy ottenendo un prodotto intrigante. Il cast è perfetto: dalla giovane protagonista Saoirse Ronan al comprimario Stanley Tucci (nomination al Golden Globe e all'Oscar come attore non protagonista), alla bravissima Susan Sarandon.
Jackson ricrea perfettamente l'atmosfera di una tranquilla cittadina americana degli anni '70, improvvisamente sconvolta e travolta dall'efferato e violento assassinio della adolescente Susie Salmon.
 
''Amabili resti''Impeccabile e coinvolgente il racconto iniziale di Susie: i suoi ricordi d'infanzia turbati dalla vista di un pinguino chiuso in una sfera di vetro finché il papà non le spiega che è felice nel suo piccolo mondo privato, le prime emozioni amorose, le piccole ribellioni "di crescita" in una famiglia serena e piena di affetto e di comprensione. Molto toccante il momento del suo assassinio che si trasforma in una fuga dall'orrore che la vita le riserva e il rifugio in un ideale "mondo di mezzo" in cui transita prima del distacco totale. In effetti è come se si vedessero due film ben distinti: la tragedia della sua morte, lo sconvolgimento della sua famiglia, la ricerca dell'assassino, la catarsi finale. In parallelo una storia "altra" fra reale e irreale con atmosfere fiabesche, ambientazioni paradisiache e un po' fumettistiche, interazioni fra Susie che non riesce a distaccarsi dalla vita e i suoi familiari che ne avvertono la presenza. Ecco, questo film nel film - che non si sa se definire onirico paranormale o semplicemente fantasy in cui Susie sembra l'alias di Alice in wonderland - diventa troppo lungo, superfluo, spezza l'incanto e (s)conclude la vicenda. E Peter Jackson questa volta non vince molto.
 
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