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Ebraismo - A. Matta

Antisemitismo, eugenetica e razzismo nel cinema Nazista *

di Alessandro Matta

''Die stadt ohne juden''Mi è stato chiesto  di analizzare le principali tappe della storia del cinema Nazista, in particolare evidenziandone i contenuti e i prodotti   antisemiti, razzisti o favorevoli al progetto Eugenetico di eliminazione di interi gruppi o popolazioni, nella logica Nazista che ha portato all’operazione T4 , alla shoah e alla Porrajmos.

 
Differenze tra cinematografia fascista e nazista 
Partirò con una veloce analisi delle principali differenze tra il cinema Nazista e quello Fascista , in particolare le differenze , non di secondaria importanza , tra i due cinema nella concezione Antisemita o eugenetica  della società .
Se infatti  entrambi i regimi totalitari comprendono ,   fin dal loro insediarsi , l’importanza fondamentale che assume l’arte cinematografica dal punto di vista del coinvolgimento delle masse e del mantenimento degli Ideali dittatoriali Fascisti o Nazisti , ecco che da un altro lato tra i due cinema vi è una fondamentale differenza .
Da un lato , il cinema Fascista , che  pur con le sue innumerevoli pellicole propagandistiche di finzione ( es: il grande appello di Camerini , il grido dell’aquila di Volpe  )  e con tutti i cinegiornali dell’istituto Luce ,  destinati a Propagandare e a tenere alto e mitico il verbo e la luce di Mussolini e del regime Fascista , attraverso un controllo diretto assoluto  sulla intera attività cinegiornalistica Italiana , incoraggiò sul piano della finzione una produzione di puro divertimento , che oggi si potrebbe tranquillamente definire “all’americana” , pur non mancando di mostrare storie in una buona percentuale dei casi dirette a accrescere un consenso di massa verso il regime ( tra i vari motivi di questa particolarità , molti studiosi come ad esempio Gian Piero Brunetta , danno la motivazione che fino agli anni ’20 l’unico cinema effettivamente circolante in Italia era quello Americano )  . Tuttavia , nel cinema Fascista , non troviamo affatto nessuna pellicola tesa a instillare nelle menti un concetto di eugenetica teso alla eliminazione di massa di intere popolazioni .
Dall’altro lato , invece , il cinema Nazista , non solo si occupava di tenere alto coi cinegiornali il verbo , le parole e le dottrine del nazismo , ma tra gli stessi prodotti di fiction Nazisti troviamo un altissima percentuale di pellicole destinate a instillare la convinzione nei tedeschi della giustezza dei progetti eugenetici e di purezza razziale Nazisti . A ogni modo non è da dimenticare che anche nel caso del cinema Nazista  Pochi sono gli esempi di film di produzione tedesca risalenti al Terzo Reich che trattino della NSDAP o di organizzazioni di partito come le cellule che andavano sotto il nome di SA (Sturmabteilung), la Gioventù Hitleriana (Hitlerjugend) o del Servizio Nazionale dei Lavoratori (Reichsarbeitsdienst). I film propagandistici che si riferiscono direttamente alla politica nazista sono meno di un sesto dell'intera produzione cinematografica nazionale, costituita principalmente da film di intrattenimento leggero.
Tuttavia queste pellicole più leggere  sono  raramente vicine a un cinema teso a far divertire il pubblico , o perlomeno lontane da una cinematografia di tipo Americana , e ciò non possiamo che individuarlo anche analizzando in maniera dietrologica il cinema Tedesco pre-nazista . Non dimentichiamo che il cinema Tedesco dagli anni’10 agli inizi degli anni ’30 è sicuramente l’industria filmica più all’avanguardia in Europa , e ciò grazie a capolavori veri e propri di quella corrente espressionista Tedesca di geni della macchina da presa  come : Murnau , Pabst , Lang , Lubitsch . Sembra un paradosso , eppure il cinema Tedesco in Epoca Nazista , pur non più rappresentato per ovvie ragioni  da registi come Lang , prosegue con l’essere un cinema effettivamente “tutto suo” che non gode di esempi presi da altri cinema , diversamente da come avviene in Italia , e ciò grazie a case di produzione ben avviate come la Defa. L'interesse dimostrato da Adolf Hitler e dal suo Ministro della Propaganda Joseph Goebbels per i film non fu solamente il risultato di una passione personale. La strumentalizzazione del film per propaganda fu pianificata dal Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori già  nel 1930, allorché il partito stesso creò per la prima volta una sezione dedicata ai film.  Ma ora veniamo al punto primo della mia analisi.

Cinema nazista e eutanasia:
Fin dalla Metà degli anni ’30 , due anni dopo la presa del potere di Hitler, il cinema Nazista iniziò effettivamente a occuparsi di “chi ci dovesse liberare” secondo i progetti eugenetici . Le prime vittime del cinema di propaganda furono , da questo punto di vista , i disabili e tutte le persone malate di mente , ritardate o menomate .
Da questo punto di vista , il cinema Nazista Iniziò a produrre una serie lunga di film didattici che mostravano non solo i problemi di queste persone, ma anche la necessità di procedere a sterilizzazione , quando non a una eutanasia Obbligatoria . Il tutto sotto motivazioni Morali o Economiche .
Si tratta in questa prima fase , dei cosiddetti “Euthanasie film” , ovvero i film Nazisti in favore dell’Eutanasia girati prima e durante l’operazione T4 (tietergassen 4) .
L' ”Aktion T4” era  il programma nazista di eugenetica, che prevedeva la soppressione o la sterilizzazione di persone, affette da malattie genetiche inguaribili o da  gravi malformazioni fisiche. Si stima che l'attuazione del programma “T4” abbia portato all'uccisione di un totale di persone compreso tra le 60.000 e le 100.000.
Tali film , mostravano il costo di mantenimento degli istituti medici, preposti alla cura dei malati incurabili, e si affermava che il denaro risparmiato poteva essere speso con più profitto per il «progresso» del popolo tedesco «sano e forte ». In particolare, furono i film propagandistici a preparare e convincere spesso l'opinione pubblica della necessità di tali uccisioni di massa. Tra i numerosi cortometraggi, prodotti in relazione alla cosiddetta "eutanasia", vale la pena ricordarne tre:
“Das Erbe” (L'eredità, 1935) - Un film didattico e scientifico, che rappresentava le implicazioni mediche e sociali delle tare ereditarie e che rappresentava l'idea nazista di darwinismo e di «sopravvivenza del più forte».
“Opfer der Vergangenheit” (Vittima del passato, 1937) - Il film metteva a confronto il popolo «sano» con scene tratte dalle corsie degli istituti psichiatrici, popolate di esseri «deformi» e «degenerati» e conclude  che  ciò era dovuto ad una violazione delle regole della selezione naturale, a cui si sarebbe dovuto porre rimedio ripristinandole con «metodi umani». La prima del film si tenne a Berlino, introdotta dal leader dei medici del Reich, Wagner, e successivamente proiettato a lungo in 5300 centri cinematografici, dislocati in tutta la Germania.
“Ich Klage an” (Io accuso, 1941) - Prodotto e girato con maestria quando già il programma “T4” era avviato su suggerimento di Karl Brandt, uno dei principali responsabili del progetto, per giustificare le misure intraprese e mettere a tacere le critiche che, nonostante il lavoro propagandistico fatto, erano ancora numerose. Il film si ispirava  al romanzo “Sendung und Gewissen” (Missione e coscienza) del medico e scrittore Helmut Hunger, altro elemento chiave dell' “Aktion T4”. Mentre i nazisti operavano le uccisioni contro la volontà dei pazienti e dei parenti, il film mostra, distorcendo la realtà, un medico che uccide la moglie, malata di sclerosi multipla, che lo supplica di porre termine alle sue sofferenze. Processato,  il medico viene assolto dalla giuria, che si interroga sulla domanda fatta dallo stesso accusato: «Vorreste voi, se invalidi, continuare a vegetare per sempre?».
Dei tre film, il più noto , ma anche il più ambiguo , è sicuramente “Ich klage an” . Presentato al festival del cinema di Venezia nel 1941 , vinse il primo premio come migliore film straniero . Il finale è tuttavia abbastanza ambiguo : il pubblico è infatti posto davanti a un problema , non alla soluzione . Non è un caso , forse , che il film  sia uscito nell’agosto 1941, proprio nel mese che coincise con una temporanea sospensione del programma Nazista di Eutanasia, causa le pressanti proteste delle chiese cattolica e protestante Tedesca  , e a seguito delle pubbliche omelie di condanna del vescovo di Berlino , Monsignor Von Galen.
 
LeniCinema nazista e razzismo:
Dal punto di vista del Razzismo , dividendo il problema razzistico ( cosa molto complessa ) da quello dell’antisemitismo nel cinema Nazista , vi è da fare un largo accenno alla vicenda di colei che ancora oggi è reputata la regista numero uno del partito Nazista : Leni Riefenstahl .
Leni Riefenstahl era una giovane, bella e ambiziosa attrice e regista che, nel 1933, aveva già ottenuto alcuni successi e che puntava più in alto.
Hitler la affascinava, per la forza di volontà che sembrava emanare e anche per il carattere teatrale e monumentale delle sue manifestazioni che spesso sembravano, soprattutto dopo la presa del potere, dei giganteschi spettacoli surreali.
I film della Riefenstahl, pieni di misticismo, eroismo e culto di bellezza , divennero ben presto oggetto delle attenzioni del Fuhrer . Il cinema era ancora un arte relativamente giovane e la Riefenstahl era brava, riusciva a creare delle immagini mai viste prima.
per leni il nazismo era sì grandioso, ma lo vedeva piuttosto come un fenomeno estetico. Il film che girò sui giochi olimpici del 1936 a Berlino è indubbiamente un capolavoro del cinema (premiato all'epoca a Venezia e anche a Parigi), dove il culto della bellezza del corpo umano raggiunge un livello quasi mistico e che doveva dimostrare la superiorità della razza ariana. Il film piaceva a Hitler, ma non piacque  troppo a seguto della fine dei giochi olimpici : al suo stupido e provinciale razzismo dava fastidio che l'eroe indiscusso di queste Olimpiadi fosse Jesse Owens, un'atleta afroamericano che vinse quattro medaglie d'oro e che questo Jesse Owens, inevitabilmente, avesse anche un ruolo importante nel film. Alla Riefenstahl invece non importava: Jesse Owens aveva un bel corpo atletico degno di essere messo nella giusta luce.
Ancora oggi circondata sia da un carisma irrefrenabile come regista per i suoi film ancora oggi più che spettacolari  che da mille polemiche per la sua collaborazione al progetto Nazista , la Riefenstahl ebbe modo ancora altre volte di scontrarsi contro il razzismo Nazista e i progetti di sterminio di massa . In particolare durante le riprese , nel 1943 , di un suo film mai uscito : Bassopiano (tiefland) .
Le polemiche riguardo il film iniziano quando le riprese si spostano dalla Germania verso Spagna e Italia. Leni Riefenstahl si reca infatti sulle Dolomiti in Val Sarentino pagando un extra alle comparse e figuranti che qui trova.
Tuttavia, oltre ai nativi del luogo di origine alpina, la regista tedesca vuole dei profili mediterranei, tipici della Spagna, e per questo sceglie minori e adulti di origine Rom e Sinti presi nei campi di concentramento "Zigeunerlager".
Tra il 1940 e il 1942 sono stati scelti 51 tra Rom e Sinti del campo di sterminio Maxglan-Leopoldskron nelle vicinanze di Salisburgo. Altri 66 prigionieri zingari sono stati prelevati dal campo di Marzahn per filmare gli interni ai Babelsberg Studios. Questi ulteriori nomadi, specialmente i bimbi Sinti, sono stati utilizzati per le scene al villaggio di Pedro.
Tuttavia , con grande ribellione della Riefenstahl , alla fine del 1944 , le riprese del film vengono interrotte per motivazioni “belliche” e la Riefenstahl si vede portar via dal set tutti i rom presenti come comparse del film .
Alla fine della guerra, la Riefenstahl è stata accusata di favoreggiamento al regime nazista per la scelta degli zingari successivamente portati nei campi di sterminio dopo le riprese, tuttavia nessun nomade partecipe alla pellicola ha mai testimoniato pro o contro lei.
Questa problematica controversia è stata ripresa nell'immediato 1949 dalla rivista tedesca Revue, che pubblicando i documenti di alcuni nomadi presenti nel film ha mostrato che effettivamente sono stati poi trasferiti in campi di sterminio quali Auschwitz come forza lavoro e molti di essi sono morti.
Alcuni superstiti Sinti hanno dichiarato di essere stati maltrattati, altri hanno preferito non parlare. La regista a riguardo si è sempre detta ignara del fatto che i figuranti nomadi fossero stati poi inviati nei campi di sterminio nazisti, sostenendo anzi di aver rivisto tutte le comparse nel dopoguerra.
Nel 1982 viene girato Zeit des Schweigens und der Dunkelheit, un documentario-ricerca di Nina Gladitz per trovare informazioni sui nomadi utilizzati nel film. La Gladitz è stata successivamente citata in giudizio da Riefenstahl per diffamazione, venendo costretta a ritirare il prodotto dal commercio.
Il caso di Bassopiano , pellicola che tuttavia la Riefenstahl riuscirà a riprendere e a concludere nel 1954 , è ancora oggi controverso e mai del tutto chiarito . La Riefenstahl sapeva ? utilizzò quelle comparse Rom conscia del fatto che probabilmente non sarebbe neppure riuscita a terminare il film perché già dal 1942 tutti i rom in ottemperanza del Decreto Auschwitz firmato da Himmler dovevano essere deportati a Auschwitz ? Ancora oggi la ricerca è effettivamente aperta.

Cinema nazista e antisemitismo
Per quanto riguarda il cinema Nazista e l’antisemitismo , occorre cominciare da prima ancora dell’avvento al potere di Hitler . Sembra un paradosso , ma proprio il cinema Tedesco , negli anni’20 , sembrò predire la shoah , attraverso una curiosa pellicola : Die Stadt Ohne Juden ( la città senza Ebrei ) di Karl Breslauer del 1924 , racconta una storia di fantasia che accade nella città di Utopia , rovinata dall’inflazione e aizzata da politici antisemiti , che riescono a convincere la popolazione a sbarazzarsi degli ebrei della città , decidendo la loro deportazione in treno  a Zion , un luogo indefinito ma pieno di ebrei e di persone con strane acconciature arabe .
Sarà il giovane protagonista ebreo a salvare nel film la città , che senza ebrei cade ancora più nel terrore e nell’inflazione più totale .
Ciò che però va fatto notare in questo film è come vi sia assoluta disinvoltura nel trattare la questione relativa a una emanazione di leggi razziali antisemite , e soprattutto è da sottolineare la sequenza della “deportazione in treno” che dovrebbe raggelare qualunque spettatore attuale . I treni su cui vengono caricati nel film gli ebrei e il modo con cui essi vengono caricati sembrano ripresi in un filmato degli anni ’40 che mostra la deportazione degli ebrei nei campi di sterminio della Polonia o nei ghetti .