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Editoriale

La lentezza della Sardegna e la velocità degli stanziamenti per il video delle Coroneo. Paradossi della legge delle beffe. di Enrica Anedda

La Sardegna è ancora a un punto critico per quanto riguarda la questione “cinema”. L’impressione, rafforzata dagli avvenimenti degli ultimi giorni, è soprattutto di un preoccupante scoordinamento fra tutti coloro che ai vertici delle amministrazioni si debbono o vogliono occupare di cinema e/o promozione della Sardegna tramite gli audiovisivi.

Il fatto curioso è che mentre prima sembrava che non importasse niente a nessuno, ora, invece, in molti stregati dal fascino della settima arte, si stanno dando, pare, un gran daffare. Purtroppo, però, come era prevedibile, tutto questo grande movimento, ha creato parecchia confusione ed è davvero difficile raccapezzarsi in un intrico che coinvolge la Regione e il Comune di Cagliari.
La prima è  una buona notizia: l’Assessorato regionale alla Cultura ha fatto sapere che la commissione tecnica nominata per selezionare i progetti filmici si è finalmente riunita e sta esaminando quelli presentati nel 2008. Successivamente inizierà a esaminare gli altri presentati con il successivo bando. Tempi? Difficile prevedere. Per quanto riguarda il 2008 sono in ballo per i lungometraggi 1.600.000,00 euro e le modalità di finanziamento saranno quelle dei fondi di rotazioni previsti prima della modifica.
Nel frattempo è scoppiato “lo scandalo delle sorelle Coroneo”. La Giunta Regionale avrebbe concesso al Comune un finanziamento destinato a Elisabetta Sgarbi, sorella di Vittorio, per realizzare un filmato sulle due artiste per un costo di 150.000,00 euro, oltre spese varie.
La dirigente d’area, Ada Lai, che del progetto non sapeva niente a Cinemecum ha precisato: “E’ stata una richiesta dell’assessore Giagoni a Cappellacci, ritengo, però, che sia una bella idea; il video ha una valenza promozionale, come  può averla un depliant, non c’entra niente con la legge cinema. L’assessore attraverso l’opera di  due donne importanti intende promuovere la città di Cagliari”.

In effetti gli assessorati al Turismo e la Presidenza della Giunta hanno i loro fondi per la promozione che nulla hanno a che fare con la legge sul cinema. Rimane però  l’effetto beffa: mentre gli artisti sardi, ed alcuni davvero bravi che nulla avrebbero da invidiare a Elisabetta Sgarbi, aspettano da due anni una risposta alla loro partecipazione al bando indetto dalla Regione per corti, lunghi e documentari, la Giunta Regionale continua a dispensare discrezionalmente contributi a diversi registi per progetti che vengono approvati senza dover passare al vaglio della commissione tecnica istituita per legge . Insomma non c’è niente di scandaloso, tanto più che è di oggi la dichiarazione di Giagoni che nega l'affidamento dell'incarico alla Sgarbi e promette una gara pubblica ; ma un pizzico di buon gusto richiederebbe una politica più cauta e un maggiore rispetto per quei professionisti che, non usi a scorciatoie varie, hanno presentato i loro progetti filmici. Soprattutto un maggiore impegno a far funzionare la legge sul cinema e ad accelerarne la procedure.
Per esempio la Regione non ha ancora convocato la consulta, il cui parere è  fondamentale per pubblicare i bandi del 2010 relativi a tutto il comparto cinema: produzioni, festival, etc.etc. Che cosa si sta aspettando?
Intanto il Comune di Cagliari sta aprendo lo sportello di Film Commission. Maurizio Porcelli, Presidente della commissione cultura, conferma che la delibera a breve verrà approvata dalla Giunta. Subito dopo si lavorerà per formare un team di funzionari, dipendenti comunali e consulenti esterni. Anche in questo caso si spera che ci sia un coordinamento con la Film Commission Regionale. Porcelli, però, ha timore che questo possa determinare ritardi poi nell’assumere decisioni  anche semplici:  “Per autorizzare delle riprese alla Manifattura Tabacchi, ci sono volute fra Comune e Regione ben  otto firme!".

Ada Lai è soddisfatta: “La Film Commission Cagliari è un progetto importante che ci deve mettere al passo con le altre realtà italiane. Io sono sempre stata convinta della forza culturale, promozionale e occupazionale del cinema. Ora bisogna fare le cose bene e ho anche proposto che le somme in bilancio vengano stanziate da tutti gli Assessorati interessati e non solo da quello Cultura".

Sulla mancanza di coordinamento la Lai abbozza e nell’ammettere che sia necessario ricondurre tutti i problemi su un unico binario conclude: “Il fatto positivo è che il progetto sulle sorelle Coroneo ha acceso il dibattito sul cinema. A questo punto è importante che se ne parli per trovare tutti assieme le soluzioni migliori”.

E fra queste certamente assume priorità il progetto di creare un soggetto unico gestito da persone competenti che coordini tutte le attività e dia davvero lustro alla nostra isola. Noi lo diciamo da sempre e le vicende recenti ci convincono sempre più che sia la soluzione migliore ma noi sardi, si sa, siamo piuttosto lenti…

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