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"L'uomo nell'ombra" di Roman Polanski

di Clara Spada

''L'uomo nell'ombra'' locandinaRoman Polanski è un grande regista e sceneggiatore che in tutti i suoi film riesce a trasmettere le angoscie della sua tragica vita.  Ne ricrea i colori, le atmosfere, i drammi. Il suo ultimo grande successo, "Il Pianista" Palma d'Oro a Cannes nel 2002, è in gran parte autobiografico ma anche "Oliver Twist" (2005) narra di una infanzia travagliata e sofferta come la sua che, a otto anni, ha visto sparire in un lager i suoi genitori.

L'ultimo suo lavoro è "L'Uomo nell'Ombra", brutto titolo per l'originale "The Ghost Writer", tratto dal romanzo "The Ghost" di Thomas Harris. Presentato alla Berlinale ripropone in parte le tematiche hitchcockiane di un precedente film, "Frantic", in cui l'ignaro protagonista si trova alle prese con una banda di terroristi che per errore gli rapiscono la moglie. Qui un anonimo scrittore (Ewan McGregor), nonostante le titubanze iniziali, cede all'allettante offerta monetaria di assestare l'autobiografia dell'ex premier britannico Adam Lang (Pierce Brosnan) che si trova con staff e moglie (perfetta, glaciale Olivia Williams) ospite del governo degli Stati Uniti in una località simile alla rinomata Martha's Vineyards, rifugio vacanziero di vip e politici americani. Accolto dalla bella e distaccata segretaria tuttofare del premier (Kim Cattrall, molto meno distaccata in Sex&TheCity) si trova a dover lavorare, guardato a vista, in una modernissima elegantissima villa-bunker di pietra grigia come il mare che la circonda, come il cielo grondante pioggia.

''L'uomo nell'ombra''Attorno a lui il clima è teso e pesante: alcune notizie rubate in tv lo spingono ad indagare oltre il manoscritto che gli viene consegnato e che, secondo il suo parere, è da riscrivere. Ovviamente -curiosity killed the cat- esce troppo dall'ombra e diventa bersaglio da eliminare. Ewan McGregor è candidamente bravo come lo è la miriade di attori che lo circondano anche in brevissime apparizioni: Tom Wilkinsons, Timothy Hutton, James Belushi, Eli Wallack. Indubbiamente un film da vedere, e il risultato al botteghino lo conferma, interessante forse più per l'ottima regia, gli eccellenti interpreti, l'atmosfera cupa da thriller doc ma la trama non riserva grandi sorprese, si guarda secondo copione la solita storia di spie e intrighi politici. Molto bella la scena finale: insieme con i fogli del manoscritto sparpagliati per la strada, che volano via spazzati dal vento, svanisce anche l'anonimo ghost writer.

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