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Quella bella società sicula

Incontro col regista Cugno, siciliano di Pachino costretto a lasciare la sua Isola per affermarsi come serio professionista nel mondo del cinema. "Il mio sogno rimane quello di non essere costretti all'esilio. L'impegno è importante ma le istituzioni devono cambiare le cose". di Luisa Mulè Cascio

Giampaolo CugnoScritto e diretto dal siciliano Gian Paolo Cugno, "La bella società" narra la vicenda di Giuseppe e Giorgio, due fratelli adolescenti, cresciuti senza il padre. I due vivono e lavorano in una casa tra i campi di grano della Sicilia dura e arcaica dei primi anni '60, con la loro giovane e bellissima madre, Maria, per la quale provano una gelosia quasi maniacale. Un incidente rende cieco Giorgio, così, una volta cresciuti, i due fratelli si recano a Torino, per tentare un'operazione. Lì conoscono Caterina, la segretaria del dirigente della Fiat ucciso dalle Brigate Rosse, che sconvolgerà non poco le loro vite.
Distribuito da Medusa Film, il film vanta un cast di prim’ordine, considerato superficialmente, il vero punto di forza della pellicola: da nomi come Raul Bova ed Enrico Lo Verso, nei ruoli dei fratelli, a quello di Maria Grazia Cucinotta per il ruolo di Maria, a Giancarlo Giannini per il ruolo del Dottor Guarrasi, a nomi come Antonella Lualdi, Franco Interlenghi, David Coco, Marco Bocci.
 
Giampaolo Cugno e SchembriAttraverso quelli che il regista stesso definisce “pezzi di vita” (fatti di drammi, false illusioni e mutamenti forzati dovuti al cambiamento della società e elementi biografici dello stesso regista), si ripercorre e si ricostruisce nel film il periodo storico di fine ‘900, usando come suggestiva location la Sicilia, che appare agli occhi dello spettatore come avvolta da un’aura dorata come il colore dei campi di grano in cui le scene sono immerse. Le riprese, infatti, sono state girate perlopiù nel territorio dei comuni di Enna, Calascibetta, Leonforte, Assoro e Nissoria, nel corso dell'estate 2009, la stagione migliore per il territorio perché rende questi splendidi luoghi carichi di fascino e di solarità. In occasione dell’uscita del suo secondo e ultimo film, dopo "Salvatore questa è la vita", distribuito in ben tredici paesi dalla Disney, Gian Paolo Cugno ritorna in Sicilia per confrontarsi e aprire un dibattito con i giovani studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, incontro organizzato dal LUM – Laboratorio Universitario Multimediale, in collaborazione con la Medusa. “Il mio più grande sostegno va ai giovani siciliani” ha dichiarato per l’occasione il regista, continuando: ”per non doversi spostare dalla loro terra e realizzare quindi una cinematografia interamente siciliana…Voi giovani dovete far fronte, per potervi realizzare, alla puntualità e mai all’approssimazione, solo così si possono realizzare prodotti di qualità”.
 
Un momento dell'incontroIl regista, sempre rivolto ai giovani, ha poi dichiarato:” Il cinema indipendente, di cui faccio parte, è spesso sottovalutato, specialmente dalle nuove leve, le quali, superficialmente, credono che possono “far cinema” semplicemente prendendo una telecamerina in mano. È invece no, il cinema è sacrificio, studio e puntualità. Bisogna cavarsela da soli e spesso i “no”, che costantemente si ricevono nell’arco della carriera, servono a migliorarsi. In più si impara materialmente “facendole le cose”, quindi buttandosi nella mischia. L’impegno è importante e non bisogna mai lamentarsi, ma rimboccarsi le maniche e fare dei sacrifici. Le istituzioni dovrebbero dare i mezzi e i ragazzi dovrebbero mettersi in gioco”. E, a proposito di istituzioni e del concetto di “industria cinematografica siciliana”, Gian Paolo Cugno ha espresso così il suo parere: "Bisognerebbe costruire un’industria cinematografica interamene siciliana (cioè dal plot, alle location, alla manodopera specializzata) che possa produrre ogni tipo di prodotto, dal documentario al film. Purtroppo al momento manca un po’ la politica per tutto ciò, anche se qualcosa negli ultimi anni si sta muovendo”.
 
Cugno sul setLa sua esperienza personale, i sacrifici e la determinazione per realizzare i propri sogni, sono stati, in seguito, fonte d’inspirazione ed esempio per gli studenti palermitani, che desiderano specializzarsi e formarsi nel settore cinematografico: "Sono partito da un piccolo paese, Pachino, in provincia di Siracusa, per trasferirmi a Roma, al fine di formarmi professionalmente. La voglia di intraprendere una carriera cinematografica nacque a Marzamemi, dove per caso m’imbattei per la prima volta in un vero set cinematografico. In più subivo l’influenza di film come "Lo squalo", che, paradossalmente, mi ricordavano la mia infanzia. Uno dei miei primi cortometraggi lo girai proprio a Pachino, nel cinema della cittadina, che fu chiuso e che io feci riaprire per l’occasione. La vita poi andò e va avanti, tra difficoltà e piaceri, tra perdite di persone care e conoscenza di altre…”.
 
Una scena del filmTra racconti di vita, dichiarazioni rivolte ai giovani, analisi personale del proprio ultimo film, il desiderio di vedere in prima persona il lavoro di un regista che con tenacia, sacrificio e forza, ha portato avanti i presupposti per una carriera tutta in salita, sfidando critiche e false dichiarazioni riportate dalla stampa, diventa quasi esigenza.
Non resta quindi che andare al cinema per godere della visione di "La bella società", un film “alto”, dalle tematiche di un certo spessore, che mette da parte la “fiction” degli ultimi tempi, ma anche l’immagine puramente stereotipata della Sicilia, al fine di suscitare nello spettatore pensieri e riflessioni profonde.
3 giugno 2010