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Ebraismo - A. Matta

“Il canto delle spose” di Karin Albou

di Alessandro Matta

''Il canto delle spose'' LocandinaGeneralmente, incorre uno stereotipo nella conoscenza della storia dei rapporti tra Ebraismo e Islam. Secondo questo stereotipo, gli ebrei e gli arabi avrebbero convissuto pacificamente nei paesi a maggioranza islamica prima del 1948 e della nascita dello Stato di Israele.

Nulla di più errato. La storia dell’antisemitismo e dell’antigiudaismo    di matrice islamica,  è ancora oggi una delle tematiche più sconosciute e negate o minimizzate  nella millenaria storia degli ebrei.
Certo, è vero che nella storia precedente al XX secolo nel mondo islamico, a parte gli episodi che si verificarono a Yathrib all'epoca del profeta Maometto, gli ebrei non subirono persecuzioni o eccidi di matrice antigiudaica paragonabili a quelli avvenuti durante due millenni sul suolo europeo per mano cristiana o meglio dire cattolica, ma la loro condizione era  quella di cittadini discriminati in alcuni diritti pubblici, in quanto appartenenti ad una comunità sottomessa a quella islamica (i cosiddetti dhimmī). Una condizione che li portava comunque a subire umiliazioni, violenze, atti di vandalismo contro case e negozi o conversioni forzate all’Islam.
La situazione, comunque, è iniziata a peggiorare  già agli inizi del XX secolo, con la diffusione anche nei paesi islamici delle teorie antisemite razziste che presero anche li posto delle comuni tesi antigiudaiche. Una escalation che portò a Pogrom come quello di Casablanca del 1910.

''Il canto delle spose''La situazione proseguì fra stragi tentate o realizzate fino agli anni del nazismo, con gli intensi e complessi rapporti che, tra il 1934 e il 1945, intercorsero tra il Gran Muftì di Gerusalemme, Amin al Husseini, capo spirituale dei mussulmani palestinesi, e il leader nazista Adolf Hitler. Un’ alleanza che portò alla nascita di divisioni note come le “SS Islamiche”, che si sarebbero dovute occupare della organizzazione di una “Soluzione Finale” anche nei territori arabi. Una cosa in parte riuscita, come nel caso del pogrom di Bagdad del 1943, in parte impedita dalle avanzate alleate nell’africa del Nord e dalla presenza degli Inglesi nei territori palestinesi. 
E’ anche questo il tema del bellissimo film di Karin Albou “Il canto delle spose” uscito nelle sale lo scorso novembre,  ma circolato pochissimo e passato quasi del tutto sotto silenzio.
Ambientato nella Tunisi del 1942, Il film è la storia della solida  amicizia tra due ragazze: la musulmana Nouri e l’ebrea Myriam,  vicine di casa sin dall'infanzia. Nour  è innamorata di Khaled, che il padre non vuole come genero finché non avrà un lavoro.

''Il canto delle spose''Myriam, ebrea e orfana di padre viene promessa in sposa a Raoul, un medico benestante molto più vecchio di lei ma in grado di sanare i problemi economici familiari. Le due conserveranno una forte solidarietà fino a quando l'occupante tedesco, spalleggiato dai francesi  e dai tunisini collaborazionisti, tra i quali lo stesso Khaled, non inizierà un'azione di propaganda volta a mettere i musulmani contro gli ebrei, e ciò con lo spalleggiamento del Governo collaborazionista di Vichy.
Pur basato su personaggi di fantasia , il film è molto ben costruito dal punto di vista storiografico nella descrizione delle restrizioni a cui la comunità ebraica Tunisina fu Costretta durante l’invasione Nazista : dalle prime leggi che espellevano gli ebrei dai luoghi di lavoro e dalle scuole , fino alle ammende imposte dai Nazisti verso le comunità Ebraiche come “risarcimento” per i bombardamenti notturni alleati fatti passare per distruzioni volute e pianificate dall’ebraismo mondiale , sino alle rappresaglie e alle deportazioni di Ebrei nei campi di Lavoro fatti costruire dai nazisti e dai Nazionalisti Arabi , luoghi di sofferenza anche se non di sterminio come quelli costruiti in Europa.

''Il canto delle spose''I più famosi erano quelli nelle zone di Biserta e Tunisi, dove gli ebrei deportati per rappresaglia erano forzati alla costruzione di fortificazioni anti bombardamento.
Un film su una storia sconosciuta dunque , raccontato perdipiù in una ambientazione di un piccolo protettorato quale era la Tunisia, già in partenza colonia Francese, poi invasa in quegli anni dalle truppe dell’Asse.
Ma il film della Albou (che peraltro nella pellicola interpreta la parte di Myriam), è anche un film con un forte messaggio Femminista. Entrambe le donne della storia, tanto quella Ebrea quanto quella Araba, sono vittime della violenza familiare. La prima è costretta a sposare un uomo non amato per riscattare la propria posizione, finendo però poi col diventare la “moglie di un traditore” come appunto viene inizialmente considerato il marito che fa parte del consiglio ebraico e decide i nomi di chi viene deportato e di chi può restare nelle proprie case.

''Il canto delle spose''L’altra è invece dapprima costretta a sopportare il claustrofobico atteggiamento del padre padrone che non la fa sposare finchè il suo uomo non trova lavoro, poi è costretta a accettare la dura realtà di avere un uomo collaboratore dei Nazisti Invasori.
Entrambe le donne sopportano tutto questo peso non solo interiormente, ma anche epidermicamente, subendo violenze anche sui loro stessi corpi, come nel caso di Myriam costretta a subire una depilazione totale in tutte le parti del corpo a dir poco impressionante per compiacere il suo sposo nel volere una sposa “all’orientale”.
Un film quindi sull’universo delle donne, le donne che più di tutti sicuramente subiscono i dolori e le ferite della guerra e degli odi antisemiti e razzisti della nostra martoriata storia. Da non perdere!

16 giugno 2010