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Eco e l'isola (sarda) che c'è

Incontro con lo scrittore protagonista del primo applauditissimo  festival “Uìze” andato in scena a Carloforte la scorsa settimana. "Il cinema? "Per me è una metafora della purezza, della libertà e dell'utopia". di Maria Elena Tiragallo

Umberto EcoALL'INTERNO IL VIDEO DELLA RELAZIONE

Carloforte stregata da Umberto Eco, lo scrittore, ospite d’onore del primo Festival “Uìze”, (in carlofortino, “isole” andato in scena dal 25 al 27 giugno) tre giorni dedicati al mondo isolano tra riflessioni, dibattiti, per focalizzare il significato ed esperienza dell’essere isola. Un viaggio immaginario tra l’isola dei sogni e l’isola che c’è.

Gremittissimo il Teatro Mutua tra curiosi, addetti ai lavori, spettatori e studiosi per seguire la relazione del grande Umberto Eco intitotala “Perché l’isola non viene mai trovata”. (clicca qui per il video). Presenti anche noi di Cinemecum, che siamo riusciti a “strappare” una piacevole intervista al padre della semiotica.

Umberto Eco a CarloforteEco, come può l’isolamento influenzare la vita di un’artista? In positivo o in negativo?
Secondo la tradizione millenaria l’artista in realtà crea nell’isolamento, lo si accusa di voler cercare la torre d’avorio e ritirarsi nell’isola, ma nel mondo moderno, invece, c’è la nozione che l’artista vive solo nella turbolenza della città. Per esempio, prenda uno scrittore, un pittore di New York, lo mandi su un’isola e non combina nulla. Credo che ci siano delle stagioni nella vita, io sono stato un animale cittadino sino a 50 anni e passa, da allora lavoro bene solo se sono nella cima della mia collina in campagna, isolato da tutti e da tutto. Solo con me stesso, perché invecchiando incomincio a odiare gli esseri umani, specie i giornalisti (ride).

L’isola cosa rappresenta?
E’ una metafora: nell’arte, nel cinema, nella letteratura evoca immagini diverse, quella della purezza, della lontananza, della libertà, dell’utopia.
 
Umberto Eco con Maria Elena Tiragallo Chi è oggi l’intellettuale?
Svolge la propria funzione critica e non propagandistica solo quando sa parlare. Non è un grillo parlante che deve pronunciarsi su tutto, anzi spesso ha l’obbligo di tacere, soprattutto sulle cose che non sa.
 
Parliamo di cinema, che cos’è?
E’ un alto artificio che costruisce realtà alternative alla vita vera, che gli fornisce solo il materiale grezzo.

E che valore comunicativo ha oggi? E’ pari della narrativa?
Altissimo, soprattutto per i giovani. Comunica molto di più della narrativa e  ha una valenza comunicativa fondamentale. Ma lei, mi sembra Marzullo con queste domande!!!! (ride e scherza!)

Il cinema italiano oggi come lo reputa?
Non ho giudizi, vedo solo film vecchi in tv, quando c’è qualche pellicola interessante la vedo ma per strane ragioni i film li vedo in sala solo a Parigi.

Un regista italiano al pari di Umberto Eco nella letteratura, c’è?
Di Eco c’è ne sono una caterva, il problema è se ci sono ancora i Fellini.

 

30 giugno 2010