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Il volo di Mocci

Il documentarista cagliaritano di "Geo&Geo" rende omaggio alla sua città e svela come è nata la sua passione per l'incanto dei fenicotteri rosa. di Maria Elena Tiragallo

 Si chiama "Cagliari città di mare e di stagni", dura trenta minuti ed è già stato tradotto in inglese, spagnolo, tedesco e francese. E' il nuovo documentario di Davide Mocci, il regista cagliaritano con una forte passione per la natura, la cinematografia e i viaggi.
Da anni, la Rai trasmette, nel programma "Geo&Geo", gran parte delle sue opere, di cui cura i testi,  la fotografia, il montaggio e la regia. Un tuffo nella storia del capoluogo sardo dalle origini fino ai giorni nostri, passando per ogni epoca, per ogni dominazione. Con il commento di Claudio Capone, voce inconfondibile dei documentari Rai, le immagini si susseguono dalla necropoli punica ai resti della città romana, dall'escursione alla scoperta della città sotto il dominio pisano alla vivace epoca spagnola, dalla cacciata piemontese ai grandi monumenti sorti fra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, dai rifugi della seconda guerra mondiale fino ai fenicotteri rosa, chiamati "gens rubia". Conquistatori attuali della città, i fenicotteri hanno scelto Cagliari come luogo di riproduzione della specie.
Seducenti le immagini della spiaggia Poetto con la sua sabbia finissima e il mare cristallino.
Ecco i retroscena raccontati dal regista cagliaritano, che ha già iniziato la seconda fase di registrazione del documentario sulla Norvegia.

Mocci, perché ha scelto Cagliari?
E' la città che mi ha visto nascere e questo il resoconto di anni di riprese. E'il mio piccolo contributo alla città che mi ha cullato. Cagliari è una città complessa, ma bellissima, non gioco sull'attualità, racconto da viaggiatore.

Quanto lavoro c'è dietro?
Per ogni minuto di montaggio ci sono ore e ore di lavoro. Per le riprese ci sono state numerose difficoltà: le più complicate quelle della scala di ferro e del teatro civico.

Qual è il momento più emozionante?
Di sicuro il volo dei fenicotteri, che io seguo da anni. Sono entrato nei loro territori in silenzio, prima ancora dell'alba, ho percorso il tragitto all'interno delle canne e mi sono posizionato, munito di telecamera. Il perfetto silenzio è necessario per non disturbare gli animali. Sono stato tre giorni tra le canne nascosto, perché dovevo aspettare la nascita di un fenicottero. Quando ho visto il piccolo uccello uscire dall'uovo, alla sera del terzo giorno, ho provato una sensazione immensa, non la dimenticherò mai.

E' riuscito ad ottenere dei finanziamenti?
Assolutamente no. Sono stati spesi trenta mila euro, ma la Provincia ha già investito undici mila euro per attività scolastiche. Anche il Comune di Cagliari ha investito per fini didattici, ma sono molto contento perché è di sicuro molto utile per conoscere la storia della città.

Perché il suo nome è legato ai documentari?
Qualcuno prende in mano un pennello è imbratta la tavolozza, non ha mai frequentato nessuna scuola d'arte, ma quel dipinto può risultare bellissimo, talvolta geniale e fortemente espressivo. Io dipingo da cani, ma sembra che i miei documentari siano capaci di entusiasmare coloro che gli osservano, questa è la ricompensa più bella per il duro lavoro che un documentarista deve affrontare. Il termometro per valutare il gradimento del pubblico sono gli ascolti televisivi che, qualora crescano nel corso della trasmissione e catturino lo spettatore per tutta la durata del documentario, testimoniano il piacevole sapore che il lavoro ha sprigionato. Sono circa quindici anni che la Rai trasmette i documentari che realizzo in diverse parti del pianeta, e la mia grande soddisfazione è che ho sempre fatto ascolti altissimi, ricevendo numerosi riconoscimenti dal pubblico che, senza nessun pregiudizio, valuta il lavoro per quello che realmente è. In alcuni casi i miei lavori sono stati utilizzati dalla Rai per essere rappresentata in importanti manifestazioni a livello mondiale insieme ad altre grandi televisioni note per le meravigliose produzioni documentaristiche, quali NATIONAL GEOGRAFIC, BBC e molte altre.

Come e cosa si comunica con un documentario?
Racconti una realtà, esprimi le tue sensazioni, le trasmetti agli altri, lanci dei segnali, spesso esprimi il tuo punto di vista su un ambiente, un popolo e la loro cultura, racconti la vita degli animali e la fai conoscere
attraverso le immagini dense di passione. Fare questo non è molto semplice, è necessario studiare molto, osservare, scoprire e cogliere dettagli che stimolano i sentimenti, coordinare un'infinità di informazioni, immagini e sintetizzarle con arte e poesia.

Ad maiora!