Un documentario urgente. di Sonia Cincinelli

In "Come un uomo sulla terra" (2008) di Andrea Segre, Riccardo Biadene, Dagmawi Yimer, i registi esplorano l’inferno di violenze, arresti e connivenze tra polizia e trafficanti vissuto in Libia dai migranti (oltre 95mila tra 2006 e 2007) arrivati dal resto dell’Africa con la speranza di una vita migliore in Europa.

Questo documentario rappresenta la sfida di rintracciare, attraverso le testimonianze dei suoi protagonisti richiedenti asilo, provenienti dall’Etiopia, il dolore, le amicizie, i sogni legati all’esperienza del viaggio, e in particolare del passaggio in Libia. “Con il documentario, non ci interessava raccontare la storia degli avvenimenti, ma come le persone li avevano vissuti”, spiega Andrea Segre. Due aspetti del film vanno ricordati: il primo e’ la lingua utilizzata, l’aramaico, di cui i protagonisti si sono serviti nel dialogo con Dagmawi Yimer, uno dei registi della pellicola e a sua volta protagonista dello stesso viaggio-Odissea. La seconda e’ il luogo, la cucina di una scuola di italiano dove i protagonisti della pellicola si ritrovano ogni giorno. Il progetto si e’ arricchito del linguaggio documentaristico con la realizzazione di video narrazioni a cura di Zalab, gruppo di registi esperti nell’uso partecipativo del video documentario.

Come un uomo sulla terra e’ il punto di arrivo e di bilancio di questo percorso complesso, in cui la voce dei migranti non e’ soggetto passivo di una narrazione esterna, ma e’ soggetto attivo di una volontà di espressione. Tutti i richiedenti asilo, chi prima chi dopo, sono partiti dall’Etiopia a causa della repressione delle manifestazioni del 2005 causate dal mancato riconoscimento da parte del governo di Melles della vittoria alle elezioni del partito di opposizione Kennegit. Non sono partiti insieme ma a gruppi piccoli, nel tempo, strada facendo, si sono ritrovati in Italia, adesso vivono tutti insieme in uno stabile occupato nella periferia di Roma. Come un uomo sulla terra e’ un film autodistribuito. Inizialmente, a metà settembre 2008, sono state organizzate tre anteprime senza aspettare grandi distributori ed editori, ma lavorando con festival giovani e ben radicati nel territorio: il "Milano Film Festival", il "Tekfestival" a Roma e il "Salina Doc Fest" in Sicilia. In seguito, grazie al supporto di Fortress Europe, sono arrivate decine di richieste di associazioni, cinema, teatri, scuole, università, parrocchie, centri culturali e singole persone.

Dal 6 novembre 2008 e’ cominciato un viaggio attraverso l’Italia, la troupe ha viaggiato con il film sotto braccio per incontrare l’attenzione, la curiosità, l’indignazione di centinaia di giovani, studenti, immigrati, uomini e donne di qualsiasi eta’ e provenienza. Ogni proiezione e’ stata un rito collettivo di ricerca e condivisione di un emozione che vive nel paese reale, e che non ha spazio in quello prepotente della virtualità mediatica: la voglia di conoscenza e il rispetto di fronte al fenomeno complesso dell’immigrazione e la rabbia contro le semplificazioni demagogiche e xenofobe che dominano le arroganze dei governanti. Sono state quasi cento le proiezioni in tutta Italia tra novembre e gennaio 2008 con oltre diecimila spettatori. II film ha ricevuto il patrocinio della sezione italiana di Amnesty International e il premio don Luigi Di Liegro 2008, e dovrebbe essere mostrato obbligatoriamente alla classe dirigente italiana, nella speranza che possa capire cos'è il fenomeno dell’immigrazione cosiddetta, a torto, clandestina.

Regia: Andrea Segre, Riccardo Biadene, Dagmawi Yimer
Genere: Documentario
Cast: Dagmawi Yimer, Fikirte Inghida, Dawit Seyum, Senait Tesfaye, Tighist Wolde
Durata:60′
Distribuzione: Il film non e’ stato prodotto a scopo di lucro, così si può prenotare una proiezione dal sito www.comeunuomosullaterra.blogspot.com, oppure ricevere il video a casa abbonandosi al settimanale Carta. Produzione: Associazione Asinitas Onlus, Zalab

28 luglio 2010