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E' a Tavolara il festival più bello del mondo

Sarà che l'unico tappeto rosso è quello bagnato sul molo e gli attori ci passano sopra in maglietta e pantaloncini. Sarà che sul traghetto, tra schizzi e risa, ti trovi gomito a gomito con Ozpetek e la Ragonese. Sarà per mille motivi, ma di certo Tavolara è il festival più bello del mondo. di C. M.
 
Festival di TavolaraVAI ALLE GALLERIE FOTOGRAFICHE DI EUGENIO SCHIRRU: TAVOLARA E CREUZA DE MA'
 
Si dice che il quello di Tavolara sia il festival del cinema estivo più bello al mondo. Sarà perché la natura è sovrana e, ogni sera, è il vento che decide se attori, registi e spettatori possono attraversare il mare verso l’isola per vedere presentazioni e film. Sarà perché l’unico tappeto rosso è quello sul molo, bagnato dalle onde, che se le star lo attraversano a piedi nudi in jeans e maglietta, nessuno storce il naso.
O forse sarà perché quando a notte fonda si torna sulla terra ferma, con quelle stelle e la luna piena, gomito a gomito con Ferzan Ozpetek, Silvio Soldini, Valeria Solarino e tutti gli attori e i registi che ti hanno fatto ridere, piangere e sognare per un anno, allora pensi che sì, forse un festival del cinema così non c’è proprio da nessun’altra parte al mondo.
 
Ozpetek e BrizziE non importa se quando il pomeriggio in piazzetta per gli incontri “Un thè freddo con Ciak” senti Giorgia Wurth dire che “è meglio nascere maschi” e che Nicolas Vaporidis dice che “quando si incontrano, uomini e donne mica parlano dei massimi sistemi. C’è solo la componente fisica e se non c’è l’attrazione non c’è niente. Nemmeno l’amicizia può esistere”.
Non importa perché poi c’è Silvio Soldini che in questa ventesima edizione di “Una notte in Italia” ha portato “Cosa voglio di più”, e qualcosa di più tra uomini e donne deve pur esserci se lui infatti replica che “buona parte dei miei amici più cari sono proprio donne”. E da uno che ci ha regalato della donna quel ritratto ironico e delicato che è “Pane e Tulipani”, non ci si poteva aspettare altro.
 
Soldini, Ozpetek, Brizzi, Perbenni, Veronesi, Satta e ProcacciQuello che non ti aspetti e di vederlo ridere e giocare in piazzetta sino a notte fonda con Sabrina Impacciatore, Carolina Crescentini, Vaporidis, Solarino e tutti i giovani attori di questo festival più ricco e brillante di tutti gli altri anni. Nicoletta Romanoff e Giorgio Pasotti, quelli no, a notte fonda non li vedevi perché avevano i figli al seguito e visto che molto si è parlato di coppia e di famiglia, per tutti erano loro la vera “madrina”. E quando la mattina, belli e innamorati, si stendevano sui lettini di fronte all’albergo, ti chiedevi se lo stuolo di paparazzi sul molo era per loro oppure per i bagni Wurth con Fausto Brizzi o per un ipotetico ritorno di fiamma tra Cristiana Capotondi e Vaporidis. O forse erano per la nuova stella nascente.
 
Isabella Ragonese e Giorgia WurthGli occhi della critica erano puntati su Isabella Ragonese che al festival abbiamo visto in “Viola di mare” accanto Valeria Solarino, e in “Dieci inverni” di Valerio Mieli. Ma il film simbolo di questa rassegna, tolto il trailer di “Maschi contro femmine” di Brizzi che ha dato titolo agli incontri pomeridiani, resterà “Mine Vaganti”. Tra lacrime e risate ha messo d’accordo tutte le 1.600 persone sbarcate sull’isola. Bellissimo. Come non può che esserlo un film che, unendo grazia e ironia, invita a togliersi la maschera che gli altri ci costruiscono addosso e fa dire a una delle protagoniste che “Gli amori impossibili non finiscono mai. Durano per sempre”. E poi, tutti a casa. Ma non a mani vuote. Come ha detto Piera Detassis, direttrice di Ciak News e storica organizzatrice del festival assieme a Marco Navona, si torna a casa con “la gioia di aver fatto quasi un viaggio iniziatico per godersi un film”.
 
 
 
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28 luglio 2010