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"L’ospite inatteso" di Thomas McCarthy

di Sonia Cincinelli
 
''L'ospite inatteso''Uscito nelle sale italiane il 5 dicembre 2008, ricoperto di riconoscimenti internazionali, dal Sundance Film Festival, al San Sebastian, dai BAFTA agli Indipendent Spirits Awards, "L’ospite inatteso" del regista, attore e sceneggiatore Thomas McCarthy al suo secondo lungometraggio dopo l’invisibile e applaudito "The Station Agent".
L’ospite inatteso è un film che viaggia felicemente fra il politico-civile e il personale, merito di una struttura narrativa asciutta, di una scrittura filmica efficace e di una direzione d’attori di ammirevole misura, ma indubbiamente anche di un tema di scottante attualità come la condizione degli immigrati sans papier negli States.
Il professore universitario di economia Walter Vale, rimasto vedovo, che insegna ormai svogliatamente e vive monotonamente in una cittadina del Connecticut, accetta di malavoglia di sostituire un collega a una conferenza a New York, e scopre che il suo appartamento cittadino è occupato da una coppia di migranti, il siriano Tarek che suona il jambè e la senegalese Zainab, artigiana. Dopo l’iniziale sconcerto, inizia una curiosa convivenza fatta di scoperta e conoscenza dell’altro, inteso non solo come straniero ma proprio altro da sé, in una contemporaneità fatta spesso di persone indifferenti dove vige il disinteresse per i sinceri rapporti umani, soprattutto con il diverso.

''L'ospite inatteso''Tutto ruota attorno alla figura di Richard Jenkins, attore con splendidi precedenti teatrali che il cinema utilizza come caratterista sopraffino conquistando per l'ennesima volta come in Burn After Reading. Jenkins, candidato all’Oscar come Miglior Attore, ricopre il ruolo del perfetto uomo ordinario che cerca di “sopravvivere” e nell’interpretazione, a tratti, ci ricorda il Tony Servillo di Le conseguenze dell’amore. Insomma un uomo che fa economia sulla propria vita, rimanendo legato al passato attraverso uno strumento, il pianoforte, per cui non è portato, con cui vive un rapporto conflittuale, salvo scoprire causalmente di avere un cuore che batte al ritmo di un “libero” tamburo africano. Ma la sua rinascita è agli inizi grazie al diverso che piomba fortunatamente nella sua vita, che già deve lasciare il posto allo sconcerto, di fronte al trionfo dell’ordine e dei suoi burocratici esecutori. Infatti un incontro accidentale con la polizia, in metropolitana determina per Tarek, immigrato irregolare, la reclusione in un centro di permanenza temporanea nel Queens.
 
''L'ospite inatteso''L’arrivo della madre del ragazzo, Mouna, dalla Siria, rinnova l’impegno e l’affetto di Walter per Tarek ma il suo fermo assume sempre più i connotati della prigionia.
Walter nello sforzo di rasserenare le due donne giù di morale le accompagna sul traghetto di Ellis Island, all'ombra di quella Statua della Libertà simbolo di valori ben lontani dalla ostilità dell' amministrazione Bush.
Un capolavoro delicato nei sentimenti e duro nella denuncia di una politica ingiusta. Nel film si distingue anche Hiam Abbass, splendida ed elegante attrice che interpreta la madre di Tarek appunto e già ammirata ne Il giardino di limoni e La sposa siriana, a dimostrare che il fascino femminile non ha età. Il protagonista attraverso la conoscenza d’un mondo altro da sé riscopre se stesso, tornando ad amare e forse ad interessarsi ai problemi del mondo; emblema di questo è in primis il rapporto con la musica.
 
''L'ospite inatteso''Tutto questo ambientato nella babele della New York post 11 settembre 2001 dove quest'uomo rinasce proprio quando muoiono le speranze dei nuovi amici e della donna che probabilmente inizia ad amare. Riscopre il senso della vita proprio quando comprende che la sua America, il suo paese, ha perso il senso di tutto. Una storia di sentimenti potenti come le percussioni di Fela Kuti e dei musicisti di strada di New York. Questo film semplice ci dice più di qualsiasi documentario e protesta sull'ultimo decennio bellicista stars and stripes, e l'urlo di Walter, è quello di tutti coloro che si indignano di fronte alle ingiustizie. Film obamiano alla vigilia dell’elezione di Barack Obama questa pellicola ha ottenuto un successo al botteghino straordinario, pur distribuito in poche copie, nella speranza che qualcosa cambierà.

15 settembre 2010