Percorso

"La solitudine dei numeri primi" di Saverio Costanzo

di Clara Spada

''La solitudine dei numeri primi'' locandinaC'era grande attesa, a Venezia, per questo film che Saverio Costanzo ha tratto dal plurivenduto libro di Paolo Giordano. Alba Rohrwacher, l'acclamata interprete principale che in molti vedevano vincitrice di un premio, afferma in una intervista che libro e film "sono due opere legate ma anche capaci di essere indipendenti" ribadendo così la tesi di fondo della unicità di alcuni. ll regista affonda il coltello nei sentimenti e nei corpi, senza pietà, senza scampo, valendosi della bravura degli interpreti sia adulti sia (soprattutto) bambini. E' un dramma continuo di due vite parallele e convergenti che si sfiorano ma non si legano, unite e staccate da gravi traumi infantili fisici e psicologici insuperabili. L'iniziale inquadratura della recita dei bambini (eccezionale il piccolo Tommaso Neri) coi suoi colori violenti, la musica assordante e le urla scomposte di Michela (Giorgia Pozzi) giungono  come un pugno nello stomaco degli spettatori. I salti narrativi, le varie ambientazioni, i lunghi silenzi alternati ad altrettanto lunghi fragori musicali, impediscono di entrare subito dentro le vicende tragiche di Alice (la Rohrwacher) e di Mattia (Luca Marinelli). I loro drammi partono dalle rispettive famiglie: Alice ha una madre assente, anoressica e fumatrice, e un padre frustrato e impietoso che vorrebbe fare della figlioletta un campione di sci.
 
''La solitudine dei numeri primi''Mattia è l'unico a interagire con la gemella autistica Michela, un peso enorme, per lui bambino, che i genitori gli riversano addosso. Il lungo arco di tempo delle loro vicende è raccontato con ritmo assillante, con cattiveria e senza pause: adolescenti, vivono gli anni di scuola chiusi nella loro solitudine, vessati e sopraffatti dai compagni, con forti scene di bullismo da "Arancia Meccanica" in cui primeggia Viola (Aurora Ruffini) raffinata implacabile aguzzina di Alice. Gli anni trascorrono ma le ferite non si rimarginano, anzi peggiorano. Alice vive il suo amore ossessivo per Mattia, amore che la consuma e la porta a ripetere il percorso materno; Mattia trova sfogo solo nello studio che gli riempie il corpo e la mente, e vede in Alice una compagna di sventura o forse l'immagine indelebile della gemella perduta.
Costanzo è stato molto abile nella scelta degli interpreti: oltre la sempre brava Alba Rohrwacher e l'immobile Luca Marinelli ha puntato (eccezionale la scelta di tutti i bambini)su nomi ad effetto come Isabella Rossellini e Maurizio Donadoni, gli adolescenti Arianna Nastro e Vittorio Lomartire, nonché  Filippo Timi che questa volta non vince. Rischiando il "sacrilegio", a differenza del libro questo film non regala emozioni. D'altronde lo stesso regista lo ha definito "un horror dei sentimenti".  

15 settembre 2010

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