"L’armèe du crime" di Robert Guèdigan
Presentato anche in Italia a Luglio scorso al 29° Premio “Sergio Amidi” il lavoro del regista francese racconta la pagina forse più sconosciuta e vergognosa della Resistenza francese. di Alessandro Matta
Lo scorso 28 luglio, la programmazione della 29° Edizione del Premio alla Migliore Sceneggiatura Internazionale “Sergio Amidei” è stata dedicata al Premio Opera d’Autore 2010, conferito al regista francese Robert Guédiguian.
Per l’occasione nel Parco Coronini Cronberg di Gorizia, è stato presentato in anteprima nazionale l’ultimo film dell’autore francese: “L’Armée du Crime” (2009) scritto da Robert Guédiguian insieme a Serge Le Péron e Gilles Taurand.
Il film, nelle sale lo scorso autunno con un discreto successo ( nelle nostre chissà se e quando), rievoca uno degli episodi, anzi, l’episodio in assoluto meno conosciuto dai più, della storia della Resistenza francese contro il Nazismo tra il 1942 e il 1945.
Si narra infatti della famosa “Armata del crimine” , la storia meglio nota come “Affaire Manouchian” dal nome del poeta Armeno Minak Manoussan , che fu a capo, tra il 1942 e il 1944, di un attivissimo e leggendario gruppo di partigiani immigrati ungheresi, polacchi, italiani, spagnoli, quasi tutti ebrei, che si sono battuti per liberare dai nazisti la Francia. Fin qui nulla di così particolare, se non fosse per il fatto che quello dell’Affaire Manouchian è stato uno dei casi della resistenza ebraico – francese al Nazismo che più per il suo contenuto e le sue terribili vicende, ha creato dopo la guerra scandali, polemiche e macchie di colpevolezza incancellabili perfino all’interno degli stessi “altri” gruppi di resistenti francesi, in particolare quelli comunista-nazionalisti. Manouchian era nato in Armenia nel 1906. Il padre fu vittima del genocidio armeno, assassinato dai turchi, mentre la madre morì di stenti durante le seguenti deportazioni verso il deserto. Dalla fine della I guerra mondiale si ritrovò ospitato in un orfanotrofio francese siriano e da qui si ritrovò a vivere Nella Ville Lumiere.
Nel 1943, dopo aver già subito una deportazione, in quanto cittadino straniero, nel campo di concentramento di Compiegne ed essere stato rilasciato, aderì ai gruppi di resistenza parigini denominati “FTP-MOI”. La sigla stava per “Francs-Tireurs et Partisans de la Main d'Oeuvre Immigrée” , quindi dei gruppi partigiani costituiti da immigrati in Francia, costituiti nel 1942 dall’Ebreo Bessarabo Boris Holban. Moltissimi erano gli ebrei al loro interno. I gruppi di Manouchian hanno compiuto circa trenta operazioni in tutta Parigi dall'agosto alla metà novembre 1943. Si trattò di due terzi circa delle azioni partigiane antinaziste realizzatesi nella capitale francese, un numero considerevole e a dir poco ammirabile, specie se Tenuto conto che altri gruppi resistenziali, come quelli comunisti , erano già stati neutralizzati dai tedeschi nel Gennaio 1943 con l’arresto di tutti i membri dell’FTP Comunista nella regione di Parigi.
Quando nel marzo 1943 La Brigade spéciale n° 2 dei Renseignements généraux Nazisti aveva compiuto già due grosse retate, le era possibile portare a termine una serie di azioni che portassero allo smantellamento completo dei FTP-MOI parigini.
Tuttavia, queste azioni si potevano evitare, non fosse stato purtroppo per il fatto che, con l’approssimarsi sempre più netto della Liberazione di Parigi, il gruppo dirigente Comunista si adoperò e affrettò a rivendicare una propria titolarità e competenza di azioni Militari Antinaziste nella capitale. Così, quando nell’aprile del 1943, i partigiani ebrei, compresi quelli del Gruppo Manouchian, chiesero di essere destinati nel Sud Della Francia, vero e proprio rifugio di Masse Ebree che avrebbe potuto garantire loro un buon nascondiglio fino alla Liberazione, il gruppo dirigente comunista rifiutò. Anche questo rifiuto di mettere in salvo i membri ebrei e soprattutto i membri ebrei stranieri dei gruppi resistenziali comunisti fu all’origine di una situazione di vera e propria solitudine in cui si ritrovò all’improvviso il gruppo Manouchian , fino a quando, nel Novembre 1943, l’intera banda Manouchian cadde nelle mani della Gestapo. Manouchian fu arrestato il 16 Novembre 1943 alla stazione di Evry Petit Bourg. Il 21 febbraio 1944, i 23 membri della resistenza comunista – FTP-MOI del gruppo Manouchian , furono giustiziati sul Mont Valerian , dopo mesi di torture e confessioni ottenute con la violenza , ma soprattutto dopo mesi di preparazione Propagandistica di una vera e propria “presentazione” ai francesi dei membri del gruppocome di una banda di “stranieri terroristi”.
La Geheime Feld Polizei infatti, prima di procedere all’esecuzione dei partigiani, sfruttò abilmente il fatto che un intero gruppo di partigiani per lo più stranieri, dei quali molti ebrei, fosse nelle loro mani, per fini di propaganda.
Lo scopo era semplice: usare il gruppo Manouchian per dipingere la Resistenza come un affare “comunista e ebraico” , e non certo come un affare “Nazionalista Francese” o di “Liberazione della Patria”. La campagna raggiunse il suo apice con la pubblicazione e l’invio in tutta la Francia, nei giorni successivi il processo a Manouchian e ai membri del gruppo (durato un solo giorno) e la loro esecuzione, della famigerata “Affiche Rouge”: si trattava di un manifesto che su sfondo rosso presentava a caratteri cubitali bianchi la scritta « Liberatori?» e sotto le foto di treni deragliati e corpi crivellati rispondeva «Liberazione con le armi del crimine».
Ma soprattutto, il manifesto presentava le dieci foto di altrettanti attivisti del gruppo, ovviamente tutti stranieri e soprattutto ebrei, ciascuna accompagnata dall’elenco dei «crimini». Un solo esempio: Manouchian, Armeno, capo del gruppo, 56 attacchi, 150 morti, 800 feriti.
La vicenda Manouchian, dunque, rappresenta un vero e proprio “cocktail micidiale” tra odio nazista antisemita da una parte, ma anche intenzione vera e propria di “Epurare” i gruppi resistenziali francesi da stranieri o ebrei, attuata con intenzionalità da parte di gruppi partigiani nazionalisti o comunisti a pochi mesi dalla liberazione allo scopo poi di mostrare nel dopoguerra gruppi resistenziali “totalmente e genuinamente Francesi” , dall’altra.
Fu solo nel 1984 che il caso esplose grazie alla denuncia fatta dalla vedova di Manouchian: Meline. Secondo la donna infatti, i compagni delle vittime non fecero nulla per evitare la loro cattura ed esecuzione, perché nel 1944 il partito comunista francese lasciò a Parigi solo questo gruppo «internazionale» (FTP-MOI), provvedendo a spostare altrove la resistenza francese (FTP)? Fu una scelta intenzionale o dettata dalle circostanze? La polemica, molto aspra, ha provocato strascichi incredibili nella Memoria della Resistenza francese.
Il film di Guèdigan uno dei massimi cineasti europei contemporanei, espressione della cultura francese e della straordinaria vitalità multiculturale della città di Marsiglia che gli ha dato i natali, racconta questa sconosciuta storia. E lo fa come un attento interprete delle realtà dimenticate.
Ecco l’elenco dei cinque italiani del Gruppo Manouchian fucilati:
Rino Del Negro
Spartaco Fontano
Cesare Luccarini
Antonio Salvadori
Amedeo Usseglio
22 settembre 2010