Percorso

Cagliari, capitale dei film etnici

Il tour del cinema etnografico da venerdì in città. Nel capoluogo, a chiudere la rassegna, il film documentario dedicato a Sant’Efisio. di Maria Elena Tiragallo

 Ancora pochi giorni d’attesa per uno degli appuntamenti più attesi dagli amanti dei documentari. Il quattro maggio a Cagliari approda la colta rassegna dell’Istituto Superiore Etnografico della Sardegna con sede a Nuoro. E’ una delle rare occasioni, in Italia, per assistere alle più significative produzioni internazionali del cinema che nutre le sue radici grazie alle storie di tutto il mondo.
 Intitolata, dall’anno scorso, Sardinia International Ethnographic Film Festival (Sieff), la rassegna presenta una selezione di film non anteriori al 2003, guidati da una prospettiva etnoantropologica e attenti agli elementi innovativi nella struttura narrativa.
«Quest’anno - ha spiegato Ignazio Figus, responsabile dell’audiovisivo dell’Istituto Etnografico della Sardegna - accogliendo l’invito rivoltoci, abbiamo deciso di presentare in alcune delle principali città dell’Isola, con un vero e proprio festival itinerante, i film premiati nel corso della XIII Rassegna Internazionale del Film Etnografico tenutasi nel 2006. In questo modo l’Istituto ritiene di assolvere in maniera più piena al suo ruolo di promozione dell’antropologia visuale come strumento essenziale per lo studio, la ricerca e il dialogo con le culture».

Una manifestazione che ha le sue origini in un passato cagliaritano. «Nel 2000 - ha continuato Ignazio Figus - abbiamo proposto la proiezione dei film premiati, durante la rassegna internazionale, da una giuria competente a livello mondiale, al Teatro delle Saline a Cagliari. All’epoca la manifestazione era monotematica, riguardava i bambini. Ora, invece, abbiamo pensato di creare un itinerario cinematografico portando i film vincitori in diverse zone della Sardegna. Ci sono varie categorie per la premiazione: quella dedicata a Grazia Deledda per miglior film, quella per il miglior film del Mediterraneo in senso ampio, la terza è relativa al miglior film di autore sardo e quella dedicata al miglior film innovativo».

Nella sala della Società Umanitaria di Viale Trieste i cagliaritani potranno apprezzare venerdì sera il cinema d’autore. Il taglio del nastro della rassegna è fissato per le ore 17 con la prima proiezione del film "Gosto de ti como es" di Silvia Firmino sulla festa di Sant’Antonio in un quartiere popolare all’insegna del rinnovo spirituale e sociale. La seconda opera proiettata ha la firma della regista Yoshihiko Sumikawa, "Taimagura Baachan" sui giorni di un’anziana contadina nelle montagne sperdute del Giappone.
Dall’Orienta si passa in Africa con la terza proiezione "Une fanfare africane" di Hugo Zemp, un film sulla fanfara che in Costa d’ Avorio accompagna tutti i momenti più importanti della comunità. A seguire, "Whose is this Song?" di Adela Peeva sulla ricerca della verità sull’origine di una canzone di cui tutti, nei Balcani, dicono: "è nostra". A chiudere l’interessante rassegna sarà "Tu nos, Ephysi protege", vincitore del premio per il miglior film di autore sardo, di Marina Anedda, che rende omaggio alla festa di Sant’ Efisio attraverso le testimonianze, la parole e gli occhi di alcune donne dell’arciconfraternita.
Prossima tappa del festival etnografico sarà Tortolì in programma per il cinque maggio.
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