Percorso

CentoAutori all'attacco: "Bondi non è all'altezza"

Il movimento nato a tutela del cinema italiano ha chiesto le dimissioni del ministro le cui politiche di tagli sono inadeguate ai tempi. E la replica non si è fatta attendere. di Donatella Percivale

Sandro BondiLi avevamo lasciati costretti alle eterne lamentele e la situazione non è cambiata. Torna  infatti a farsi altissima la tensione tra il mondo della cultura e il ministro Sandro Bondi. Il movimento dei CentoAutori (tra cui ricordiamo Donatella Botti, Margherita Buy, Daniele Luchetti, Kim Rossi Stuart, Marco Bellocchio, Andrea Purgatori) torna ad attaccare il governo e lo fa senza filtri.

Con una nota ufficiale il movimento che raduna i tanti protagonisti del mondo cinematografico preoccupato per i tagli al settore e l'assenza di una politica sul tema è arrivato in queste ore a chiedere addirittura la testa del ministro Bondi. Nel comunicato diffuso oggi vengono infatti  chieste senza mezzi termini le sue dimissioni con tanto di appello al mondo politico affinché venga sfiduciato in Parlamento.

 Nel comunicato, si sottolinea come "nelle ore in cui il Consiglio dei ministri decide le sorti del tax credit e tax shelter, non possiamo fare a meno di rilevare ancora una volta l'inadeguatezza e la contraddittorietà del comportamento del ministro Bondi nel tutelare le prerogative di un settore strategico come il cinema".

CentoautoriInfatti, dopo "avere per mesi aggredito il cinema italiano - e dopo aver nonostante questo garantito il rinnovo del finanziamento del tax credit e del tax shelter - nel momento in cui è stato clamorosamente smentito dal suo governo, il ministro si è visto costretto a pietire l'appoggio di quelle categorie con le quali aveva sempre rifiutato di confrontarsi". Conseguenza: "Ci vediamo confermati nella convinzione che il ministro non sia persona all'altezza del suo incarico e ribadiamo la nostra richiesta di dimissioni, invitando il Parlamento a presentare una mozione di sfiducia personale". 

La replica del ministro arriva a stretto giro di posta: "E' singolare che chiedano le mie dimissioni, e invochino addirittura la presentazione di una mozione di sfiducia del Parlamento nei miei confronti, nel momento stesso in cui mi sto impegnando per garantire l'approvazione di un decreto che preveda il rifinanziamento delle misure fiscali a favore del cinema e nuove norme più trasparenti per assegnare i contributi alle istituzioni culturali. E' anche questo un segno dei tempi".

13 ottobre 2010

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