Percorso

"Buried" di Rodrigo Cortés

 
''Buried'' locandinaBuio totale sullo schermo, buio che sconcerta e che pare non finisca mai. Stupisce sentire all'improvviso lontani rumori, soffocati lamenti, barlumi di luce che svelano un volto, occhi sbarrati, bocca imbavagliata. Mani che si agitano per liberarsi, per trovare i confini di uno spazio che non c'è. 
L'uomo riprende conoscenza: era svenuto, è ferito, è spaventato, cerca di ricordare, di capire dove si trova. Una mano si muove nello spazio angusto, sfiora un oggetto, riesce ad afferrarlo. Ecco, un accendino, uno Zippo militare: nella sua luce fioca si rivelano i confini di una cassa di legno grezzo. Una bara.
Perché è lì, come c'è finito? Sul viso del giovane si susseguono tremende sensazioni: sorpresa, paura, terrore, rassegnazione, ribellione, razionalizzazione. Una lacrima gli solca una guancia. Le mani tastano ancora, trovano un cellulare, è -forse- la speranza di salvezza. Incominciano le telefonate con l'esterno. Il telefono squilla ma moglie, amici, colleghi non si trovano, al loro posto inutili segreterie telefoniche. Disperazione e impotenza gli annebbiano il cervello, con fatica riesce a ricordare numeri di pronto intervento. Chi parla, da dove chiama, è in pericolo, per chi lavora, che numero di previdenza sociale, prema questo tasto, stia in linea... e lui urla , implora, impreca.
 
''Buried''Si chiama Paul Conroy, è un camionista, sta per morire, ha urgente bisogno di aiuto. Lo Zippo gli brucia ledita, la batteria del cellulare si sta scaricando, l'aria diminuisce inesorabilmente, è di nuovo al buio. Giunge una telefonata, in cambio della vita gli chiedono un oneroso riscatto. E' sepolto in Irak, gli ordinano di leggere un messaggio... il resto è suspence.
Presentato con successo al Sundance Film Festival e a Roma, nato da una idea di Chris Sparling, sceneggiatore del film, "BURIED" è opera del giovane regista spagnolo Rodrigo Cortés. Appassionato di Hitchcock, Cortés ha realizzato questo film in soli diciasette giorni e con un budget modesto, riuscendo a rendere perfettamente l'atmosfera intensamente drammatica e claustrofobica di questo difficile soggetto.
 Un solo interprete, Ryan Reynolds (attore finora più noto alle cronache mondane che ai cinefili) che si rivela dotato di notevole talento e che riesce ottimamente a rappresentare il dramma di un sepolto vivo.
Il film è lui e la sua bravura richiama alla mente l'indimenticabile Barbara Stanwick ne "Il terrore corre sul filo" (1948): entrambi creano da soli un clima carico di emozioni forti difficilmente dimenticabili.
20 ottobre 2010 

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