Percorso

"La versione di Barney" di Richard J. Lewis

di Clara Spada

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Tratto vagamente dal best-seller omonimo di Mordecai Richler, al quale è dedicato in memoriam, "La versione di Barney", presentato all'ultimo Festival di Venezia, è indubbiamente uno dei film più belli e complessi degli ultimi anni. Le oltre due ore di proiezione volano via velocemente offrendo una gamma di altalenanti emozioni difficilmente dimenticabili.

Racconta la vita di un uomo, Barney Panofsky, dagli sfrenati anni giovanili a Roma a quelli della maturità e del successo come produttore di soap-opera in Canada e New York fino all'annullamento della sua esistenza. Un eccellente Paul Giamatti rende perfettamente e senza remore il carattere sanguigno, iroso, impulsivo, spregiudicato del personaggio, mettendo a nudo i suoi eccessi e le sue debolezze. In effetti - e nonostante le apparenze - questo ebreo canadese è tutt'altro, è un uomo di solidi principi quali il profondo legame col padre, l'amicizia, Miriam unico immenso amore della sua vita.
Tutto in questa opera riempie gli occhi e il cuore: le strade romane, gli interni raffinati ed eleganti, gli stupendi paesaggi canadesi, la luminosità che segna ogni inquadratura.

E soprattutto la sua vita come veramente l'ha vissuta, come non risulta dal libro scritto su di lui in cui lo si accusa di aver ucciso il suo migliore amico Boogie (Scott Speedman), morto invece accidentalmente. Semmai è proprio Barney ad essere stato tradito dagli amici e dalle sue prime mogli (Rachelle Lefevre e Minnie Driver), soltanto un inconsapevole cedimento dovuto al troppo alcol gli fa perdere l'adorata terza moglie Miriam. Ne è interprete Rosamund Pike che riesce a rendere etereo e idealizzato il suo intenso personaggio, proprio come Barney la vede. "E' lei la madre dei tuoi figli?" gli domanda il padre ex poliziotto quando Barney gli confessa il suo amore per Miriam e il proposito di divorziare dalla ricchissima seconda moglie.

''La versione di Barney''E sì, è proprio lei che lo accetta, lo sposa, gli regala due figli e una famiglia normale. Il periodo più felice della sua vita. A poco a poco i ricordi si mescolano col presente e con i primi segnali della malattia che gli annienterà il cervello. Dimentica l'auto, scorda nomi e appuntamenti, non sa quale posata usare e così Barney svanisce nel vuoto tremendo dell'Alzehimer. Una menzione a parte merita Dustin Hoffman (il padre Izzy), interprete eccezionale, in stato di grazia come lo fu da giovane ne "L'uomo da marciapiede". Paul Giamatti è in nomination come migliore attore protagonista ai Golden Globe Awards di quest'anno, mentre Rosamund Pike ha la stessa nomination nel Satellite Award. Per ciò che questo film merita due premi sono davvero pochi.

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19 gennaio 2011

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