Percorso

La "cinemite" degli assessori e la triste storia di Contu

In Regione tanto per cambiare è tutto fermo: del futuro della Film Commission non si sa niente e non è ancora stata pubblicata la graduatoria dei corti per i bandi del 2008. Il risultato è che registi e produttori aspettano e i loro progetti messi in freezer puzzano. Come succede a Simone Contu, ispettore e location manager che da 22 mesi è in attesa di una risposta della Regione. di Enrica Anedda

Simone ContuDal dicembre 2006, quando venne approvata la legge regionale del cinema sono trascorsi oramai più di quattro anni e si sono succeduti altrettanti assessori regionali alla cultura. Nel frattempo in Italia il dibattito sul cinema è sempre più vivo: è di questi giorni la notizia che la Regione Lazio istituisce l’Ente Regionale per il cinema e l’audiovisivo, con il chiaro intento di mettere ordine nel settore con una strategia unica in grado di coordinare le iniziative e creare una cabina di regia.

Merito principalmente di due donne Renata Polverini (presidente regione Lazio) e Fabiana Santini (assessore alla cultura) consapevoli entrambe dell’importanza della industria    cinematografica per il territorio. Consapevolezza che invece, nonostante le apparenze e le promesse, non sembra sia stata ancora raggiunta dai nostri rappresentanti regionali.

La situazione, infatti, nell’Isola è ancora in fase di stallo. O meglio si procede confusamente e lentamente. Del futuro della Film Commission ancora non si sa nulla e la legge del 2006 sul punto non ha ancora ricevuto    applicazione. Gli uffici regionali continuano ad andare avanti solo grazie alla passione e alla volontà degli impiegati. L’assessore Milia a Dorgali accennò per la Film Commission alla soluzione di una società in house (che peraltro terrebbe fuori eventuali partecipazioni dei privati) e si continua, nonostante i segnali provenienti da realtà più evolute delle nostre, a trascurare la soluzione di un ente unico per procedere invece per piccole correzioni alla legge senza una visione d’insieme e una regia competente.

Sergio Milia con Lina WertmullerL’impressione è che tutti gli assessori  alla cultura si facciano ammaliare dalla parola cinema e dalla “cinemite”, una strana malattia per cui vogliono    fare tutto loro, sanno tutto loro e tutt’al più si rivolgono a consulenti scelti fra gli stessi destinatari dei benefici della legge, ignorando l’esistenza di una consulta istituita per legge e la possibilità di formare una squadra competente per preparare finalmente un progetto di qualità che guardi al futuro del cinema.
Che in Sardegna non si abbia consapevolezza della importanza del cinema e delle sue implicazioni economiche lo dimostra il fatto che ancora non è stata neppure pubblicata la graduatoria delle domande presentate per i corti con i bandi del 2008, aventi scadenza nel marzo 2009. Insomma sono quasi due anni che registi e produttori cinematografici aspettano una risposta ai loro progetti. Per progetti non si intendono degli esercizi artistici ma dei precisi piani economici.
Il fatto ancora più deprimente è che ciascuno si muove “pro domo sua”: sinchè ci sono in ballo i propri interessi ecco che arrivano le polemiche che poi si sopiscono non appena i singoli appetiti vengono soddisfatti. A farne le spese sono coloro che non riescono a fare sentire la loro voce. Per esempio Simone Contu.

''Su molenti de Oramala''A che punto è il suo film?
Il mio ultimo cortometraggio, “Su molenti de Oramala” (verrà unito come secondo episodio a “Sa regula”, ed uscirà col titolo definitivo di "TREULABABBU", un lungometraggio di due episodi sul rapporto tra il mondo degli adulti e quello dei bambini) è stato preparato nella primavera 2009, girato tra metà giugno e metà luglio e montato. A dicembre 2009 era quasi pronto.
L’80% del budget è stato interamente erogato da 19 comuni, due provincie, piccoli enti e sponsor privati, la Fondazione Banco di Sardegna. Il restante 20% del budget è legato a due bandi regionali della legge cinema 15/2006: i corti del bando 2008 presentato a mio nome e la distribuzione del bando 2010 (presentato dalla Planet Image di Valeria Puddu e Ilaria Paganelli). Prima dell’inizio delle riprese (fine maggio 2009) l’ assessore alla cultura, la dottoressa Baire, mi disse che in tre mesi si sarebbe sbloccato tutto .

''Su molenti de Oramala''Certo dell’80% del budget, decisi di avviare le riprese. Avendo saputo che altri miei colleghi erano riusciti ad avere dei contributi dall’ufficio della Presidenza ,a dicembre 2009 mi rivolsi al capo di gabinetto che mi invitò a    presentare una richiesta. Dopo 8 mesi mi risposero che dovevo fare la domanda con la legge cinema. Mi è sembrato una scherzo: mi ero rivolto a loro proprio perché quella legge non funzionava! Fatto sta che a tutt’oggi niente è cambiato, non riescono a rimpiazzare la commissione tecnico artistica ed è tutto fermo.
E’ chiaro che non pretendo un finanziamento ma delle risposte che credo doverose nei confronti di cittadini che partecipano ad un bando. Il cinema non può funzionare in questo modo, in Puglia di bandi ne fanno vari ogni anno e i registi possono contare su risposte veloci e certe. Ad oggi, alcuni enti (Comuni) che hanno rifinanziato il progetto con contributi straordinari, per l’uscita ed il lancio del film (con delibere di 6 mesi fa) minacciano di ritirare le delibere se non presenterò il film entro la primavera. Da poco ho inviato una richiesta di chiarimenti alla Regione ma l’Assessorato alla Cultura risponde con fatalismo e rassegnazione. Si ha l’impressione che la colpa non sia mai di nessuno.

''Su molenti de Oramala''Lei ha una grande esperienza nel cinema, avendo lavorato in tante produzioni a Roma soprattutto come ispettore di produzione. Secondo lei cosa si dovrebbe fare in Sardegna, per attirare il cinema e le produzioni?
Poche cose ma precise. Innanzitutto affidare la gestione della Film commission a chi ne ha l’esperienza e le capacità per poterlo fare. E questo lo raccontano solo il curriculum e un colloquio. Portare il cinema significa portare le produzioni, cioè preparazione, riprese e post-produzione. Per far questo i produttori hanno bisogno di convenienza ed agevolazioni. Di personale qualificato e di facilities logistiche. E’ di fondamentale importanza la qualità del team locale con cui i produttori si dovranno interfacciare. Facilities logistiche ed agevolazioni hanno bisogno di fondi, che non debbono necessariamente essere solo e sempre pubblici. Ma certi, questo sì. Altrimenti non si riesce a fare programmazione ed ottimizzazione.

VillagrandeLei da poco ha lavorato per la Disney in Sardegna, ci può raccontare la sua esperienza?
Lo scorso autunno a Villagrande mi sono occupato della logistica in qualità    di "Unit manager" della Helion Pictures Productions Ltd, una società inglese che, per conto di Disney Channel Europe, ha realizzato l’episodio pilota per una sit-com per adolescenti ambientata in un campo scuola sulle rive di un lago di montagna. Il lago alto del Flumendosa, ai piedi del Gennargentu, in territorio di Villagrande Strisaili.
Personalmente, oltre che occuparmi della logistica, ho contribuito a formare la troupe che è stata selezionata con dei colloqui che testavano la conoscenza della lingua inglese dei candidati e la validità dei curriculum presentati. Complessivamente abbiamo trovato una trentina di elementi, quasi tutti sardi. L’amministrazione comunale di Villagrande ci ha messo a disposizione due capannoni (uno è stato insonorizzato con un intervento light ed adibito a studio di ripresa per gli interni; l’altro è stato utilizzato come laboratorio di scenografia e falegnameria per le costruzioni). Inoltre ci è stato messo a disposizione uno stabile da adibire ad uffici, sala costumi, sala “trucco e parrucco”.

Le riprese a VillagrandeSono state spese diverse decine di migliaia di euro in due settimane di preparazione, una di riprese ed una di smontaggio e ripristino. E’ stato dato    lavoro a circa quindici operai di Villagrande e Villanova Strisaili, a tre alberghi, bed&breakfast, appartamenti, ristoranti, catering, un’impresa edile locale, noleggio mezzi ed attrezzature, varie forniture tecniche. In cambio l’amministrazione comunale ci ha messo a disposizione le strutture ed i luoghi a titolo gratuito.
Se Disney decidesse di firmare il contratto per l’intera serie, non si tratterebbe più di organizzare una sola settimana di riprese. I numeri sarebbero ben altri. Tutto questo lo si deve ad Antonella Ibba, produttrice di origine sarda che ha fortissimamente voluto e lottato perché il primo tassello di questo progetto si realizzasse in Sardegna, e all’architetto Marco Cerina, location manager e contatto con le istituzioni locali. E, non dimentichiamolo, tutto ciò è stato possibile grazie al buon senso ed alla lungimiranza dell’amministrazione comunale di Villagrande Strisaili. Come vedete basta poco, un po’ di professionalità e tanta voglia di fare. Tengo a sottolineare che questa società non è venuta al seguito di millantati contributi regionali ma solo perché abbiamo dei bei luoghi, un buon clima e gente che sa fare questo mestiere.

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9 febbraio 2011
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