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Doppio gioco per Godard

Ciclo di proiezioni alla Società Umanitaria in onore dell'ottantesimo compleanno di Godard. Ma Carlo Rafele, curatore di un grande evento dedicato al maestro è ancora in attesa di risposte: "Il mondo della cultura sarda dovrebbe camminare unito". di Maria Elena Tiragallo

''Pierrot''Tutti pazzi per Mary, anzi no, tutti pazzi per Godard. Naturalmente a Cagliari, dove dopo l’anteprima di novembre con la proiezione del film “Socialisme” e l’evento del 3 dicembre scorso organizzato per l’ottantesimo compleanno di Mounsier Godard da Carlo Rafele e Alberto Soi,  ora  la Società Umanitaria Cineteca Sarda propone una retrospettiva su questo grande artista del cinema francese dal titolo  “Jean Luc Godard e altri sguardi”.

Gremitissima la sala della Cineteca Sarda (location delle proiezioni  e degli incontri con critici  cinematografici ed esperti ad ingesso gratuito) sin dal suo esordio del primo marzo  con il film  “Fino all'ultimo respiro”  anticipato dalla relazione di Jacopo Chessa su “Di che cosa parliamo quando parliamo di Jean Luc Godard?".  
 
''Agente Lemmy Caution, missione Alphavile''Sul grande schermo il 10 marzo, alle 19, (appuntamento inizialmente in programma  l’11 marzo) “Ascensore per il patibolo” di Louis Malle, alle 20.30, “Agente Lemmy Caution, Missione Alphaville” introdotto da Paola Meloni.  Ma mentre alla Cineteca si susseguono  proiezioni e incontri su Godard  continuano i preparativi per il grande evento  organizzato dal  regista, letterato,  Carlo Rafele, nei prossimi mesi.
Sequenze, mostre, incontri,  molti film inediti, e perfino un concorso video riservato alle scuole, che predilige l’uso del telefonino, per rendere omaggio a uno dei creatori della Nouvelle Vogue. In  origine l’evento era in programma in primavera. “Siamo in attesa  di una convocazione del Comune di Cagliari - fanno sapere gli organizzatori -  A maggio si presenta la manifestazione al Festival di Cannes con un’esposizione  in onore del regista tuttora vivente, poi la scena finale si terrà a Cagliari.
 
Carlo RafeleIl progetto ha un carattere molto ampio, una sorta di museo attivo  simile a quello che lo stesso Godard curò nel 2006,  dando una visione  di un periodo storico  che in Italia  non si è mai visto”.  Due le manifestazioni che in realtà avrebbero potuto essere un collante per un solo evento culturale, magari di respiro anche internazionale. Così non è stato, probabilmente per un possibile malinteso, fa sapere il curatore-regista Carlo Rafele:  “Nel mese di novembre ho contattato  Antonello Zanda per proporgli una collaborazione, una sorta di gemellaggio. Non c’è stata nessuna risposta, nemmeno  durante l’evento del 3 e del 4 dicembre all’Auditorium". Un po' di amaro in bocca, dunque, quello che trapela da Rafele che conclude con un monito: “Ci tengo molto a sottolineare che  il mondo della cultura sarda  deve camminare insieme, collaborando. Apprezzo molto chi come Antioco Floris mi ha  dato la propria  disponibilità  a collaborare con il mio progetto, proprio dalle pagine di Cinemecum”.
 
 
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 9 marzo 2011