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"Non lasciarmi" di Mark Romanek

Il consiglio di Elisabetta Randaccio  

''Non lasciarmi'' locandinaL’ultimo film di Mark Romanek –l’inquietante “One hour photo” con un psicolabile Robin Williams, risale al 2002. Dopo quasi dieci anni, ritorna al lavoro di regista basandosi sulle suggestioni di un celebre romanzo di Kazuo Ishiguro, un grande scrittore inglese, nato in Giappone, ma arrivato in Gran Bretagna a soli sei anni e diventato uno dei romanzieri contemporanei più noti e amati.

Già il cinema aveva utilizzato il suo “Quel che resta del giorno”, affidandolo alle mani felici di James Ivory, che, nel 1989, lo aveva trascritto per lo schermo, offrendo al protagonista Anthony Hopkins una delle prove migliori della sua carriera.
“Non lasciarmi” è asciugato con intelligenza dalla sceneggiatura di Alex Garland, e in flashback racconta di tre ragazzi conosciutisi in un tipico college inglese situato in  una splendida campagna rasserenante tipicamente britannica. Si tratta di Ruth, Tom e Kathy. Lui sembra il più debole dei tre ed unisce nel suo carattere passività e aggressività, Ruth è narcisista e un po’ infida, come possono esserlo le adolescenti insicure, Kathy, nel suo sguardo malinconico, racchiude la dolcezza e la disponibilità verso gli altri.

''Non lasciarmi''Gli spettatori assistono a una prima parte dove questo college pare perfetto: i ragazzi alternano le lezioni alla attenta educazione fisica, i giochi, le fantsie ai piccoli dolori dell’età. Ma dove sono i genitori?Perché non vengono mai a trovarli? Perché i bambini sono sottoposti a continue verifiche mediche?  Perché gli adulti ci appaiono così menzogneri nei loro discorsi di rispetto, di riservatezza? Il film non nasconde il colpo di scena, perché una maestra informa i bambini belli, sani e ingenui del loro destino. Sono stati clonati (forse da genitori devianti) per fornire, diventati adulti, gli organi ai malati di tumore, sclerosi o altre gravi patologie. La loro vita sarà breve (sopporteranno al massimo tre trapianti), è già strutturata da una società (incombente, seppure “invisibile”, con le sue decisioni “politiche”) che, evidentemente, è disposta a tutto pur di far sopravvivere “gli eletti”. Ma questi giovani cloni, pur avendo introiettato una rassegnazione totale alla loro sorte, non sono “replicanti”, non sono macchine, hanno un’anima.

''Non lasciarmi''E, dunque, si innamorano e soffrono, come i loro coetanei nati in contesto “normale”. Così Ruth “ruba” Tom a Katy e l’ amore impossibile tra questi ultimi, avrà una breve realizzazione  quando ormai il tempo sarà “scaduto”.
L’urlo di Tom, che non comprende e non vuole accettare il suo destino, è uno dei momenti più forti del film, doloroso, ma intenso. Il regista Romanek non calca la mano su situazioni evidentemente strazianti, c’è commozione, ma soprattutto un disegno raggelato di una società insensata, a cui si accenna soprattutto nelle riflessioni disperate per quanto razionali dei protagonisti. A far da contraltare, la natura affascinante, che avvolge le esistenze dei ragazzi nelle loro passeggiate, nei loro luoghi esistenziali: mare, alberi, vento, erba, i quali dimostrano la possibilità di seguire un ciclo biologico non alterato.

'Non lasciarmi''Romanek sceglie, insomma, un tono non urlato il quale, comunque, colpisce al cuore, anche perché questa strana “fantascienza” riverbera situazioni delicate e drammatiche comuni ai nostri tempi.
Nonostante il doppiaggio sia, al solito, terribile, i tre interpreti principali (Carrey Mulligan –la migliore -, Andrew Garfield e Keira Knightley, assai maturata) sono molto bravi. Li supporta un cast di ottimo livello, su cui svetta Charlotte Rampling, a cui hanno dato una voce italiana insulsa, ma capace con un sguardo, un gesto o un sussulto di rivelare il dolore di chi è costretto a mentire e il fallimento di chi ha tentato, invano, di mutare il corso del destino.

Consiglio precedente: "Dylan Dog" di Kevin Munroe

30 marzo 2011