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I bambini della sua vita

"Marcias, l'Almodovar sardo?" di Monica Aschieri

''I bambini della sua vita'' locandinaIL TRAILER DEL FILM

Questa settimana il commento sull'atteso "I bambini della sua vita" di Peter Marcias l'abbiamo fatta scrivere a Monica Aschieri, una che di solito, non le manda certo a dire. E a voi il film è piaciuto? E l'analisi della scrittrice? Fateci sapere i vostri commenti.

Una storia delicata, raccontata con candore, con pudore quasi che narra a dispetto della dolcezza di cui è fatta, vicende terribili. Una nonna, Rosaria, costretta ad allevare da sola una nipotina affetta da glaucoma perché la legittima madre si droga, si prostituisce, si vende a uomini grassi, lerci; si sfregia, è autolesionista, violenta, disperata, depressa, triste, quasi folle. Una madre, Silvia, che sceglie di abbandonare la piccola figlioletta Alice e che si limita a fare capolino nella vita della bambina e della madre saltuariamente, portando con sé tutte le disperate brutture che vive, partecipando nella sua vita l’intera famiglia. Un giovane architetto gay, Julien, amico sincero di Silvia madre della piccola Alice che grazie a lui imparerà perfettamente il francese, Julien innamorato di un uomo sposato che per lui tradisce moglie, famiglia, credo, figlioletto, per lui scrive poesie di una bellezza rarefatta e che si suiciderà perché incapace di fare qualsiasi altra scelta di vita.

''I bambini della sua vita''E Julien… pazzo di dolore che ucciderà il prete sul sagrato della chiesa a colpi di pistola, il padre spirituale della moglie del suo amato, per lui responsabile del suicidio dello stesso.  In tutto questo come sfondo una Cagliari da spot marchetta, eppure stupenda, triste, folcloristica e allo stesso tempo metropolitana, il porto, viale Buoncammino, il carcere, piazza Repubblica, il Poetto, la nostra bella città, raccontata con colori diversi, insoliti, inusuali, mai un azzurro sfrontato che tanto appartiene al nostro cielo, mai un giallo abbacinante proprio del nostro caldo sole, mai il verde intenso del nostro mare, tutto come scolorito, stemperato, sbiadito. Finalmente viene raccontata una Cagliari non stereotipata, credibile, realistica e lirica, poetica, vera e  drammatica allo stesso tempo.

''I bambini della sua vita''Peter Marcias ti conduce piano piano, passo passo in una storia dolorosa, una delle tante dei giorni nostri, che ha come protagonista una bambina dolce e inerme come tutti i bambini. La pellicola è avvolta da stralci di storia raccontati con figure animate che danno un qualcosa di surreale, che stemperano, riproducono la volontà, la voglia di dolcezza che ti avvolge per tutto il racconto e ti culla. La camera che fa primi piani stretti, forse tenuta a mano, che barcolla, ti fa sentire in nave, in viaggio, usata alla Von Trier, e una colonna sonora aggraziata che perfettamente si abbina ai colori del film e non ti fa stupire sulla scelta scritta per il finale che lascerò aperto… perché così mi aggrada!!!
Buona Visione…..

''I bambini della sua vita''Ps (1)
Cosa dicono in città?
Marcias ... Quante infamità gratuite…

Ps (2)
Ecco quello che mi ha ispirato...
Credo al sole bastardo che si leva ogni mattina e alla luna bugiarda che mente ogni sera e credo che domani l’Enel mi staccherà la luce. Credo alle facce dei morti più che alla facce dei vivi e credo che quando ascolto "Everybody hertz" ho il cuore più leggero. Credo che Dio esista e pianga tutto il giorno perché non è onnipotente e non può fare niente di quello che vorrebbe. Credo che una felicità come nel 1988 non la proverò più e credo che sarò sempre molto triste per questo. Credo nel sangue e nella parola data. Credo nell’ordine e nel mio disordine. Credo nell'amore quando c’è e nel ricordo quando va via. E credo che stanotte vorrei morire.

Presentazione dell'ultimo libro di Monica Aschieri "33" raccolta di poesie.

4 maggio 2011