L’estate di mio fratello: il ruolo dell’immaginazione
di Eugenio Mangia
Vi ricordate la piccola Papere, la bimba di 4 anni protagonista del film di Francesca Archibugi Verso sera che sosteneva di avere sempre accanto a sé Papere II, il suo doppio, un personaggio immaginario con cui parlare e giocare? Papere in realtà si chiamava Mescalina ed il soprannome al plurale testimoniava la presenza, nella sua personalità, di due controverse identità di bambina.
Erano gli anni ‘70, un’epoca in cui si la società era attraversata dagli scontri generazionali e ideologici che avrebbero poi portato ad una serie di importanti cambiamenti sociali
In questa suo primo film L’estate di mio fratello, il regista Pietro Reggiani ci riporta a quegli anni e lo fa attraverso lo sguardo di Sergio, il bambino chiuso e solitario attorno al quale ruota la storia.
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