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Ebraismo - A. Matta

"Il debito" di Assaf Bernstein


''Il debito'' locandinaUscirà questa settimana  nelle sale italiane: “The Debit – Il Debito"  di John Madden distribuito   dalla Universal Pictures  sulla storia di tre agenti del Mossad e del loro tentativo di catturare un criminale nazista che si snoda tra la Berlino del 1965 e l’Ucraina dei nostri giorni.
Un Thriller mozzafiato, remake di un omonimo film israeliano del 2007  diretto da Assaf Bernstein.  Ho visto  il thriller di Bernstein , a cui questo film si ispira.  Nell’articolo di questa e nell’articolo della Prossima settimana pertanto , metterò il film originale e il remake a confronto. Cominciamo da una recensione della pellicola israeliana. Una breve considerazione sul cinema israeliano e sul suo rapporto con la Shoah mi sembra una doverosa introduzione.
Esaminando tutta la cinematografia israeliana è veramente raro trovare pellicole che affrontino la Shoah, o che ancora di più affrontino “di petto” una questione tanto delicata e spinosa quale quella dei criminali Nazisti riciclatisi dopo la guerra in una vita del tutto “Normale” , talora persino svolgendo lo stesso lavoro che  avevano, in modo delirante, compiuto nei campi di sterminio Nazisti al solo scopo di assassinare milioni di persone. Questa pellicola  è una di esse.
 
''Il debito''Il criminale Nazista  che i tre agenti del Mossad devono infatti assicurare alla giustizia Israeliana, di nome Max Reiner,  èi noto nella storia del  film  come “Il chirurgo di Birkenau” , un uomo che nel principale luogo degli orrori Nazisti ha assassinato migliaia di donne e bambini nel suo laboratorio degli orrori. Una sorta di “Secondo Mengele” , che nella Berlino della guerra fredda , fa di mestiere … il ginecologo . Un mestiere identico  a quello compiuto durante la guerra, ma con una ovvia trasformazione. Da un laboratorio di orrori e di pseudo sperimentazioni scientifiche il “chirurgo” Reiner  è passato a un tranquillo studio medico di fama pieno di donne in sala d’attesa , che non certo vengono torturate.
 
''Il debito''Un plauso iniziale va quindi a questa pellicola  Una delle poche che nel cinema israeliano contemporaneo affronta senza molti tabù un tema delicato quale quello dei  medici del Terzo Reich. Seppur con una sceneggiatura di fantasia.  Come fa notare poi il critico Richard Failden , “Il debito” è un film a doppia velocità.
Se infatti da un lato il film segue la Missione dei tre agenti nella Berlino del 1965 , missione che porterà i tre agenti alla Bugia Pietosa dell’essere riusciti a Eliminare il pericoloso criminale già catturato durante un tentativo di fuga di quest’ultimo , abbiamo una seconda parte , o meglio dei frequenti flash che ci portano alla Israele del 1997 , trent'anni dopo, quando  un uomo Ucraino molto anziano  annuncia ad un giornale  dal quale si fa intervistare … di essere il famigerato Chirurgo Degli Orrori Nazisti , vivo  e vegeto e tenuto sotto controllo in un Blindatissimo Ospizio della Ucraina .
 
''Il debito''E non Ucciso dai tre agenti segreti Israeliani , come era stato annunciato perfino alla Knesset nel 1965.
Da qui … una consapevolezza , da parte di due dei tre giovani in quel momento ancora vivi . Anche dopo trent’anni, bisogna fare giustizia. E bisogna farla anche all’insaputa del proprio Governo . Ed è cosi che si torna in azione in gran segreto, nella Kiev povera e desolata, tra tentativo di Modernità e deserto totale lasciato dai governi Comunisti e post-comunisti in uno stato facente parte del blocco sovietico fino a Pochi anni prima. Ed è qui che il film si snoda in una suspance sempre più alta. Le ombre del passato divengono sempre più forti, ma anche la tentazione a cedere , a lasciar perdere , a dire “No” , a pensare che forse quell’uomo è solo un povero vecchio pazzo in cerca di pubblicità o di notorietà, che può avere letto o sentito da qualunque parte  la storia di quella  Missione  per rapire Reiner e portarlo in Israele che in parte andò diversamente dalle aspettative , che forse non è lui il chirurgo di Birkenau.
 
''Il debito''Forse , Reiner è davvero stato ucciso nel tentativo di fuga in cui l’unica donna del gruppo degli agenti del Mossad rimase sfregiata a vita. Ma l’agente che così ha dichiarato non è più in vita.  
E’ qui che la storia torna con le sue ombre in una maniera sempre più pesante. E non si può certo tornare indietro per dare giustizia a Milioni di persone uccise in nome di una superiorità razziale.  In nome della scienza e di un folle piano Eugenetico. Non si può lasciar vivere nessuno di questi carnefici, ancor meno se si tratta di un medico resosi responsabile di folli pseudo sperimentazioni.
Diversamente da come molti critici hanno scritto, non  trovo le parti in cui Reiner è assente come parti scadenti. Al contrario, le parti in cui Reiner è assente, sono in realtà quelle in cui la sua figura si fa sempre più viva, più presente. Torna l’ombra di un passato per il quale mai abbastanza è stata data giustizia vera.

Una giustizia che forse quella tardiva e segreta Missione potrà ridare.
Fino a un autentico finale che non svelo … ma che almeno nella versione israeliana del film è davvero mozzafiato.
14 settembre 2011