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Ebraismo - A. Matta

"Il Generale della Rovere" di Carlo Carlei

di Alessandro Matta

''Il generale Della Rovere''E’ andata in onda in questi giorni sulla rete ammiraglia della Rai la miniserie in due puntate “Il generale della Rovere” per la regia di Carlo Carlei. La miniserie è frutto di una co-produzione tra la Rai e la Rizzoli Audiovisivi.  Lo sceneggiato è tratto dall’omonimo Best-seller Letterario di Indro Montanelli.
La Rizzoli a suo tempo ha pubblicato, per la prima volta, il romanzo di Indro Montanelli  e co-prodotto nel 1959 l’omonimo film  per la regia di Roberto Rossellini.   Adesso ha anche co-prodotto la miniserie televisiva. Ma le sorprese sono più di quelle che ci si aspetta.
Se infatti da un lato il film di Rossellini presentava una trasposizione cinematografica molto libera, contrariamente a quanto ci si possa aspettare il più delle volte, questa miniserie è  fedele al testo letterario. Una fedeltà inaspettata al testo, dunque,  nonostante  la dichiarazione, durante la presentazione dello stesso sceneggiato,  del regista Carlei sulla sua intenzione  di riscrivere la storia del mistero dietro il personaggio Giovanni  Bertoni  secondo un suo punto di vista.
 
''Il generale Della Rovere''Tuttavia, al di là del romanzo di Indro Montanelli , ricco di spunti autobiografici  (lo stesso Montanelli venne rinchiuso nel braccio dei prigionieri politici di San Vittore in cui gran parte del romanzo è ambientato), la fiction richiama alla mente uno dei casi di doppiogiochismo più noti della storia della Resistenza Italiana.
Ma chi era realmente Giovanni Bertoni, capitano dei bersaglieri meglio conosciuto come Generale della Rovere?
Perché un doppiogiochista al soldo dei Nazisti finì tra i 67 cosiddetti  “martiri di Fossoli” , fucilati per rappresaglia presso il Poligono di tiro di Cibeno il 12 Luglio 1944? Probabilmente non era un doppiogiochista?
 
''Il generale Della Rovere''Forse si era messo  in un ruolo più grande di lui, permettendo che il Ministero della difesa ricevesse,  dopo la guerra,  parecchie richieste di cancellazione del suo nome dall’elenco dei martiri di Fossoli,  in quanto la presenza di un probabile doppiogiochista al soldo dei carnefici  nell’elenco delle loro vittime infastidiva non poco?
C’è chi ha cercato di ricostruire  questa vicenda… e il  risultato è stato un mistero doppio,  in quanto nella ricostruzione degli avvenimenti è entrato prepotentemente il dubbio anche su un altro personaggio fucilato a Fossoli in quella mattina d’estate del 1944: il capitano Jerzy Kulczychy detto “Sass”. Su di lui vediamo cosa scrisse lo storico Paolo Paoletti nel suo libro “Colonnello Sassi – il primo organizzatore della Resistenza in Veneto”: “Questa è la prima ricerca su Jerzy Sas Kulczycki, nome di battaglia "Colonnello Sassi” del V.A.I. Volontari Armati Italiani. Il 12 luglio 1944 a Cibeno furono trucidati 67 prigionieri come ritorsione per l’uccisione a Genova di soldati tedeschi.
 
''Il generale Della Rovere''Una rappresaglia immotivata perché condotta lontanissima dal luogo degli attentati. A Fossoli, in quell’alba d’estate vennero uccisi il cinquantenne Giovanni Bertoni, truffatore e infiltrato giocoforza che nel carcere di San Vittore si era presentato a Indro Montanelli come generale Della Rovere, incaricato dal governo del Sud di Badoglio di allestire una rete cospirativa al Nord, e l’inviato del governo del Sud (vero), il capitano di fregata Jerzy Sas Kulczycki che non era mai sbarcato da un sottomarino, non era mai arrivato in treno e che non era mai morto sulle spiagge di Genova. Bertoni è l’unico ucciso nel poligono di tiro di cui gli italiani si ricordino ancora, grazie a Montanelli e al film di Roberto Rossellini”.
 
''Il generale Della Rovere''Un capitano di Marina in realtà mai realmente esistito come tale.  Eppure, dal sito della Marina viene presentato come tale.  E se fosse lui in realtà il doppiogiochista? C’è chi ha avanzato anche tale ipotesi … ma allora perché Bertoni poco prima della fucilazione e perfino dentro il carcere di San Vittore si presentò a tutti come Generale della Rovere?  Molti  hanno confermato che fosse proprio il Capitano polacco,  il generale infiltrato al Nord per carpire informazioni dalla rete della Resistenza.  Come nella vicenda "Della Rovere-Bertoni", la storia degli sbarchi dai sommergibili sulle coste del Nord sembra essere stato il punto ispiratore delle vicende letterarie.  Il mistero è ancora oggi complicato  e la fiction di Carlei lo riaccende ancora una volta. Lo riaccende con questa meravigliosa interpretazione di Pierfrancesco Favino , inguaribile canaglia e truffatore, che nella fiction è dipinto come un furfante gentiluomo che riuscirà a trovare il suo riscatto nel suo crudele destino. Un destino che dopo la guerra venne spesso taciuto. 
 
Le famiglie fucilati si macerarono nella disperazione, resa ancora più dolorosa  dall’ assenza di una qualsiasi testimonianza sul destino dei  loro congiunti. Solo nove mesi più tardi, a liberazione avvenuta, si venne a conoscenza dell’esatto luogo del supplizio  e si potè iniziare a riesumare i corpi e a ricordare quanto accaduto.  
12 ottobre 2011