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Cinema, quale futuro in città?

Proposte,  spazi, idee e progetti. Si discute molto, anche domenica scorsa all'ExMà. Ma ora per la decima musa non è più tempo di attendere. Occorrono risposte, immediate e concrete. di Anna Brotzu

ExmaDOPO L'ARTICOLO L'INTERVENTO DI FRANCESCA GHIRRA

Decima musa tra le righe (pensate, scritte e lette ad alta voce) e negli interventi del Laboratorio 5 all'ExMà di Cagliari: l'iniziativa di Camù ha aperto e sollecitato un confronto di idee e proposte per «il riconoscimento del ruolo delle arti e della cultura nella vita della città» con piccole provocazioni intellettuali e molte riflessioni su strategie e interazioni possibili tra politica e cultura.

In un piccolo catalogo ragionato dei linguaggi e segni del contemporaneo – dal teatro alla musica alla danza alle arti visive – sotteso all'incontro, non poteva mancare il cinema (in capo all'assessorato alle attività produttive della nuova giunta comunale) e quindi il complesso universo fatto di artisti e associazioni impegnati sul fronte del racconto per immagini.  Varietà del sentire tra questioni urgenti e filosofia estetica, coincidente con le molteplici anime e sfaccettature e con lo “stato dell'arte” in Sardegna e in Italia: la drammaticità dei tagli pesa meno dell'incertezza sulle risorse che soffoca progetti o induce al rischio, salvo poi il fiorire di manifestazioni con finanziamenti “a pioggia” a fine anno.

Alessandro HinnaDestino che accomuna operatori dei diversi comparti della cultura e induce a considerare seriamente – specie nell'emergenza e nella “stretta” della crisi – le possibilità per ottimizzare i fondi e le professionalità, creando sinergie e “reti” e riunendo intorno a un tavolo di concertazione gli organizzatori e i fornitori di servizi ma anche possibili finanziatori (enti o fondazioni, aziende e istituti internazionali).
Ripensare il futuro quindi, partendo da un mutamento di prospettiva: «la cultura è uno strumento del welfare» ricorda Alessandro Hinna, docente di Organizzazione e cambiamento nelle aziende e amministrazioni pubbliche alla Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, impegnato nella ricerca e formazione su gestione dei beni e delle attività culturali per aziende pubbliche e organizzazioni non profit. Dunque non un “valore aggiunto” o un “lusso” ma elemento fondamentale e strategico per lo sviluppo – economico e scientifico, oltre che culturale.

Enrico PauTra le voci significative, quella di Enrico Pau, regista cinematografico (da “La volpe e l'ape” a “Pesi leggeri” e Jimmy della Collina”) e teatrale ma qui soprattutto nella sua veste di insegnante (negli ultimi presidi culturali, rappresentati dal mondo della scuola, si vive quotidianamente la “solitudine degli insegnanti”!) che ricorda l'importanza dell'“educazione alla bellezza” come chiave di volta del futuro. E la strana sensazione di trovarsi in una città di Utopia, dove prendon la parola e si alternano per tutta la giornata attori e registi, musicisti e inventori di festival e rassegne si accentua con l'intervento di Francesca Ghirra – presidente della Commissione Cultura – che descrive un programma di audizioni e incontri da oggi al 2012 per i rappresentanti dei diversi settori. Dialogo con le istituzioni e un ritorno alla politica intesa come “servizio” e non semplice carriera; e spazio per le critiche e le voci del dissenso, e finalmente una dichiarazione d'intenti condivisa con attenzione alla trasparenza, ai criteri certi e (si spera) tempi rapidi per decisioni, assegnazioni, erogazioni.

Antonello ZandaIn concreto, sul versante cinema gli interventi di Enrica Anedda (Cinemecum) e Antonello Zanda (Società Umanitaria – Cineteca Sarda) servono a fare il punto sulla situazione: quel che è stato e quel che potrebbe essere sul piano dei concorsi e dei festival e ovviamente delle rassegne; le istanze dell'industria cinematografica e le debolezze dell'attuale legge regionale, il ruolo della Film Commission regionale e comunale, la necessità di un coordinamento tra gli enti. Il prezioso patrimonio audiovisivo della cineteca e le istanze della formazione – quell'alfabetizzazione di base che permetta di capire e crescere, formi un pubblico più attento e competente e i futuri registi, operatori e tecnici in un'idea di cinema come circuito integrato, o filiera virtuosa (e motore di sviluppo del territorio). Ma anche il ruolo fondamentale dei “volontari” della cultura: le piccole associazioni impegnate nel promuovere progetti, rassegne, laboratori: competenze e passione che andrebbero forse (ricorda Zanda) meglio valorizzate.

Francesca GhirraE Sergio Stagno (Skepto) racconta l'avventura di un piccolo festival del cortometraggio di respiro ormai internazionale che ha trovato ascolto e appoggio presso i privati (in particolare le strutture alberghiere ma non solo) e della difficoltà di dialogare con le istituzioni in tempi – recenti – in cui le logiche clientelari sembravano prevalere. Se le premesse sembrano incoraggianti sul versante della politica con l'esercizio di una democrazia partecipata (quindi “dal basso”) e soprattutto della volontà di far rete e sistema degli operatori, i risultati concreti saranno la vera misura di un bilancio. Siamo nella fase (necessaria) dei progetti e delle idee e nel ridisegnare il rapporto fra enti, istituzioni, associazioni, artisti e operatori l'amministrazione sentirà il parere degli interessati. Resta la questione degli spazi: seppure non a Villa Muscas, esisterà un polo del cinema? Il ruolo dell'ex Manifattura – auspicata fabbrica della creatività? E' prevista la creazione se non di cine-porti, di “basi” operative per le troupe? Come opererà la Film Commission Cagliari - con quali obiettivi, risorse (finanziarie e umane), finalità?

Fondamentale la trasparenza, quindi il ricorso ai bandi, ma anche tempi certi sono fondamentali. La decima musa non ama aspettare. O meglio non può (più) attendere.


LABORATORIO 5 - L'INTERVENTO DI FRANCESCA GHIRRA
 

26 ottobre 2011