Percorso

C'è anche Atzeni al Babel

La rassegna dedicata alle lingue e culture minoritarie in scena con gli ultimi ciak della favola surreale di "Bellas Mariposas" di Atzeni. Fino al 3 dicembre l'incanto  di tutte le immagini del mondo. di Anna Brotzu

Marco Antonio Pani, con Zanda e CarboniVAI AL CATALOGO E PROGRAMMA

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Esordio con primizie d'autore per il Babel Film Festival 2011 (a Cagliari dal 28 novembre al 3 dicembre) che riserva la serata inaugurale agli artisti sardi nella rosa dei vincitori della prima edizione – Salvatore Mereu (Premio Città di Cagliari) alle prese con la surreale favola metropolitana delle “Bellas Mariposas” di Sergio Atzeni tra i girati e gli ultimi ciak, Marina Anedda (Premio NUCT 2010) e Marco Antonio Pani (Premio FICC) che in “Capo e Croce” con Paolo Carboni documenta la realtà della pastorizia sarda.

La kermesse internazionale dedicata alle lingue e culture minoritarie promossa dalla Società Umanitaria – Cineteca Sarda con l'associazione Babel e Area Visuale - diventa anche un'interessante vetrina della decima musa isolana, dalle sequenze struggenti di “Sonetàula” di Mereu che chiude la serata inaugurale all'importante confronto tra artisti e amministratori, per individuare i nodi critici e ipotizzare il futuro del cinema made in Sardegna.
 
Salvatore MereuVisioni dal mondo e sguardi sul presente e la memoria dell'Isola affiorano dal fitto programma tra incontri, concerti, spettacoli, presentazioni di libri, anteprime e proiezioni in lingua originale fino a sabato 3 dicembre con la serata finale e la proclamazione dei vincitori all'Auditorium Comunale di Piazza Dettori a Cagliari. Storie e lingue diverse (tra cui la LIS, il linguaggio dei segni che restituisce la voce di chi abita nel silenzio) accomunate – come sottolinea  uno degli ideatori del Babel Festival (insieme al regista documentarista Paolo Carboni e lo scrittore Tore Cubeddu) il critico Antonello Zanda, in un segreto fil rouge dall'impegno e la sensibilità ai temi sociali, implicita nella scelta di fotografare una realtà particolare, in cui è possibile comunque riconoscersi e riflettersi oltre gli stereotipi del mondo globalizzato. La Sardegna diventa così il fulcro di un'indagine sulla condizione umana nelle sue declinazioni soggettive tra storie tenere e feroci e frammenti di realtà catturati dalla macchina da presa e tradotti per il grande schermo, in forma di racconto per immagini.

Edoardo WinspeareSignificativi i numeri: 28 film in concorso con 7 lungometraggi e 13 documentari, 8 cortometraggi e quasi altrettante (27) le opere fuori concorso che arricchiranno i sei giorni del festival. Il Prèmiu “Maestrale” assegna 10mila euro al miglior film, 3500 al miglior documentario e 3500 al miglior corto, con 2mila euro per il Premio Città di Cagliari (per l'opera meglio racconta le minoranze nella dimensione urbana). Attraverso la FICC viene invece deciso il Premio del Pubblico con il coinvolgimento dei Circoli del Cinema dell'Isola (1500 euro) mentre saranno gli studenti ad assegnare il Premio “Diritto di Parola” (1500 euro). Per il miglior autore sardo la NUCT – scuola Internazionale di Cinema e Televisione di Cinecittà mette in palio un workshop di sceneggiatura, regia o fotografia mentre l'aspetto sociale, quindi l'attenzione alle questioni critiche e all'attualità sarà privilegiato dal Golden Spike del World Social Film Festival.

La giuria del Babel Film Festival 2011 comprende artisti ed esperti di cinema, dall'attore e regista  Edoardo Winspeare a Maurizio Braucci (scrittore, drammaturgo e sceneggiatore, ha lavorato con Abel Ferrara e collabora con Lo Straniero e La Repubblica), Aldo Fittante(direttore di FilmTv), la giornalista Maria Gonzalez Gorosarri e il critico Elisabetta Randaccio.

Antioco FlorisTra le opere in concorso: “Bella e Dìnnia” di Antioco Floris sui poeti improvvisatori e “C'era una volta... le delizie del piccolo mondo” di Joseph Péaquin sulle tradizioni e i sapori valdostani, il toccante “Il loro Natale” di Gaetano Di Vaio (già a Venezia) sulle spose dei carcerati, “Paano Ko Sasabihin?/ Hoiw do you tell you?” di Richard Soriano Legaspi (in tagalog, dalle Filippine) su un incontro tra sconosciuti, “Mvula o il mito della pioggia” di Guido Coscino e Giuliano Lafranco (in chichewa, una delle lingue dell'Africa) e la poetica “Novena” in guaranì di Enrique Colla. C'è “Sa Règula” di Simone Contu e il corto “Smile” di Matteo Pianezzi; “Afrikaaps” di Dylan Valley e “My Marlboro City” di Valentina Pedicini, “Ada” di Karlos Alastruey e “Ogu Pigau Fuidì!” di Andrea Mura come “Barcelona en dos colors” di Alberto Diana e “Sardandendi-Ande” di Roberta Aloisio.

Aron XantusE poi  “Sanpit/Veleno” di Enrico Pitzianti, Giuseppe Petitto e Gianluca Pulcini e le “Danze di palloni e di coltelli” (in salentino) di Chiara Idrusa Scrimieri come “Vivim la Llengua” di Francesco Ballone in algherese mentre parla ungherese e romanì “A Village Drowned” di Aron Xantus. Opere dalla Serbia, dal Sud Africa, dalla Catalogna, dal Paraguay e dalla Romania, dai Paesi Bassi e naturalmente dalla Sardegna e dall'Italia, dal Perù e (fuori concorso) dal Messico, dalla Bosnia, dal Qatar, da Francia, Germania, Slovacchia, dall'URSS, dalla Cina e dagli Stati Uniti. Pluralità di suoni e prospettive, squarci di realtà, ritratti ironici e poetici in una moderna Babele che restituisce la ricchezza di lingue, tradizioni e culture dei popoli del pianeta.

Babel Film FestivalFilm e documentari e cortometraggi - e perfino videoclip - in sei intense giornate visionarie impreziosite da eventi come il reading “Il parroco di Arasolè - Dio petrolio” da Francesco Masala con Giovanni Carroni che mercoledì 30 novembre al Cineworld alle 21 aprirà la serata, preludio alla prima visione de “I morti di Alos” di Daniele Atzeni e (martedì 29 dalle 19.30) la presentazione de “La me lenghe e sune il rock (e no dome chel) Friul. Europe” di Marco Stolfo in un incontro con Giacomo Serreli e a seguire il concerto de Randagiu Sardu feat. Quilo (Sa Razza), Dr Drer e CRC Posse, Bajumannu e Rootsman I, Paolinho (Trains to Roots) e meshup/dj set di Arrogalla all'Old Square. Suoni e visioni venerdì 2 dicembre alle 21 all'Auditorium di Piazza Dettori “Le stagioni dell'armenia” di Artavazd Pelesijan con le musiche originali di Gavino Murgia, in una proiezione/concerto sulle note dello stesso compositore e polistrumentista nuorese  Gavino Murgia (sax, voce e duduk) con Marcello Peghin (chitarre), con Salvatore Maltana al contrabbasso e Alessandro Garau tra batteria e percussioni.

Infine sempre all'Auditorium sabato 3 dicembre dalle 21 la finale con Simeone Latini e interventi di Elio Turno Arthemalle e la premiazione; parteciperanno l'assessore regionale Sergio Milia e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda.
E ora … buio in sala.

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www.babelfilmfestival.com

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