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Zucca e la "Bella di Notte"

Una donna misteriosa come l' Accabàdora, un paesino della Sardegna degli anni '20 e un inglese molto simile a D. H. Lawrence che ne racconta la storia. Intervista a Paolo Zucca, fresco vincitore del premio ISRE, alle prese con un cartone animato realizzato con quelli di Shibuya. di Francesco Bellu

Paolo ZuccaPaolo Zucca stavolta si butta su una vicenda dai contorni oscuri e lo fa per la prima volta attraverso un cartone animato. Una sfida stimolante, un azzardo affascinante come il titolo che ne racchiude meglio di qualunque altra cosa il significato: “Bella di notte”.

Di cosa tratta il progetto e come lo ha sviluppato?
“Bella di Notte” è un cartone animato ispirato alla figura mitologica de S' Accabàdora. Si tratta di un racconto di pura invenzione che utilizza questo spunto in senso esclusivamente immaginifico e fantastico, evocando consapevolmente (anche con un pizzico di ironia) i toni e gli stilemi del romanzo gotico ottocentesco. L'interesse sul piano etnografico non riguarda la figura de S'Accabadora in quanto tale, ma l'ambientazione storica, antropologica e architettonica. La vicenda si svolge infatti in un immaginario paese della Sardegna degli anni Venti ed è raccontata in prima persona da un personaggio ispirato (anche visivamente) a D.H. Lawrence, il celebre scrittore inglese che vistò la Sardegna nei primi anni del 900, pubblicando il reportage di viaggio “Mare e Sardegna”.

ShibuyaDal punto di vista produttivo come si è trovato, soprattutto rispetto alle altre esperienze?
Il progetto è ancora in fase di pre-produzione, dato che abbiamo appena avuto la notizia del contributo da parte dell' ISRE. Ho già diretto in passato due brevissimi cartoni animati, entrambi visibili sul mio sito www.paolozucca.com , ma niente di così complicato come “Bella di Notte”. Sto lavorando alla pianificazione del progetto con il gruppo Shibuya e stiamo stimando i tempi di produzione in circa 10-12 mesi. Vanno considerati e pianificati tutti gli aspetti, dalla documentazione storico- etnografica alla creazione grafica dei personaggi e degli scenari, dall'animazione alla sonorizzazione finale. Per certi versi è anche più complicato rispetto a un film con gli attori in carne e ossa.

Per quanto riguarda la scrittura della sceneggiatura, rispetto al corto di Banca Intesa ha avuto più libertà? Oppure anche qui si è solo occupato della regia?

Il corto di Banca Intesa è nato da un soggetto che non ho scritto io. “Bella di Notte” è nato invece diversi anni fa come un gioco su commissione. I ragazzi di Shibuya (che all'epoca si chiamavano Uzzupink Studio) mi chiesero di scrivere un soggetto con dei paletti ben precisi: la presenza della figura dell'Accabadòra, l'ambientazione in un paese della Sardegna dei primi del Novecento, la presenza di una chiesa sbarrata, la voce narrante in prima persona. In sintesi, volevano un racconto alla Edgar Allan Poe in salsa sarda. Avevo appena visto "Le Cinque Variazioni" di Lars Von Trier e questo gioco dei limiti imposti mi divertiva molto. Ho scritto il soggetto, poi sono passati alcuni anni invano e ho deciso di prendere in carica il progetto tout court, non solo come autore ma anche come regista e produttore.

ISREÈ la seconda volta che si ritrova a che fare con l'ISRE, per certi versi non trova che in mancanza di una struttura regionale solida (film commission) sia l'unico ente a cui i registi sardi, anche esordienti, possono guardare con una certa fiducia? Oppure le cose sono molto più complesse?
Grazie all' I.S.R.E. ho già realizzato “l' Arbitro”, che ha dato delle soddisfazioni anche a chi ha scelto di avere fiducia in me (e che diventerà presto un lungometraggio). Per adesso si tratta dell'unico Ente affidabile presente in Sardegna, infatti da quando c'è AViSa ho sempre partecipato con un progetto, tutti gli anni. Qualche volta è andata bene e qualche volta è andata male. Funziona così e bisogna prenderne atto. Voglio aggiungere a tale riguardo che i miei progetti che hanno vinto Avisa sono stati preparati e presentati con molta attenzione e con grande cura di tutti i dettagli. Ho imparato che se si vuole essere finanziati è molto importante saper presentare bene i propri progetti sulla carta. Una buona idea mal presentata spesso non porta a niente.

Per quanto riguarda la Regione, la Legge sul Cinema e la sua ormai risibile inefficienza, credo che proporremo presto un documento comune con alcune semplici proposte per sbloccare questa farsa che fa ridere l'Italia intera. Me ne ha parlato in questi giorni un amico regista e sposo in toto la sua iniziativa che vorrebbe coinvolgere in tempi rapidi tutti i registi e gli operatori del cinema in Sardegna. A breve, se volete, ne riparleremo anche su Cinemecum.

7 dicembre 2011