Per il cinema Fresu sceglie Parigi
Nelle sale il film interpretato musicalmente dal musicista che tutto il mondo ci invidia. In “Penultimo paesaggio” del regista Fabrizio Ferraro la storia di un uomo e una giovane donna che si incontrano a Parigi cullati da una colonna sonora che toglie il fiato. di Maria Elena Tiragallo
Dal 12 dicembre è nelle sale cinematografiche la pellicola “Penultimo paesaggio” del regista Fabrizio Ferraro. Il film, prodotto dalla Movimento Film (nel cast gli attori Luciano Levrone e Simona Rossi) gode anche della presenza di alcuni musicisti tra cui lo sguardo e il suono magico del nostro jazzista berchiddese Paolo Fresu, ovviamente alle prese con la sua splendida tromba.
Alla sua seconda esperienza cinematografica (l’esordio al cinema con il regista sardo Gianfranco Cabiddu in “Passaggi di tempo. Sonos’ e memoria” ) Fresu sceglie di tornare sul set dando vita a un'insolita magia sonora per immagini.
Il film ambientato nella Parigi del XIX secolo vede un uomo e una giovane donna incontrarsi e avere una relazione. Lo spazio vuoto di un appartamento spoglio accoglie i fugaci incontri di questi due sconosciuti. A fare da sfondo la città avvolgente e rarefatta, palcoscenico della loro liaison e al contempo protagonista del film. La città con la sua struttura urbana codifica lo spartiacque tra le classi sociali e ne lascia intravedere gli equilibri e le regole. Gli incontri, i dialoghi spogli tra i protagonisti, danno voce ad una distanza paradigmatica di una società s/finita e senza riscatto, arresa ai valori dominanti che il protagonista, sul finale, pone in discussione nel tentativo di arrivare ad una nuova riformulazione.
“Parigi era, e voleva essere all’interno del film, una possibilità di apertura, una sorta di passaggio verso un viaggio indefinito tutto da costruire. Per questo il film si nega un po’ alla rappresentazione, all’intreccio narrativo, ma vive ogni secondo in bilico tra ciò che poteva essere e ciò che invece sarà: il film si è costruito in un cambiamento continuo, in un’apertura continua alla vita e al mondo che cambiava in ogni istante; un lavoro del genere mette a dura prova anche il lavoro degli attori, ci vuole coraggio, partire senza sapere dove si potrà arrivare o dove si vorrà arrivare. Non c’è mai un prima e un dopo ma è tutto insieme, nasce insieme, lontano da un’idea intellettuale distante dalla natura materiale delle cose del mondo”, ha scritto nelle note di regia Ferraro. Grazie alla Movimento Film di Mario Mazzarotto che rinnova il suo impegno nel sostenere il cinema d’autore che fatica a trovare una distribuzione cinematografica, il film è nelle sale, primo fra tutti al cinema Aquila di Roma. “Penultimo paesaggio”, interamente girato a Parigi, è prodotto da Marcello Fagiani e Fabrizio Ferraro per Boudu Film, ed è coprodotto da Rai 3 e Fuori Orario.
Fabrizio Ferraro
Ha studiato cinema e filosofia del linguaggio: si è quindi dedicato alla fotografia e ha organizzato incontri e retrospettive cinematografiche dirigendo, nel 2000 e nel 2001, la Mostra Cinematografica Internazionale di Terzo Cinema. Nel 2006 ha pubblicato il Breviario di estetica audiovisiva amatoriale-Natura, immagine, etica edito da Derive Approdi. Tra il 2006 e il 2008 ha realizzato una tetralogia di film-studio sull’amatorialità, singolarmente presentati in vari festival tra cui il Torino Film Festival e il Fid di Marsiglia; nel 2009 ha diretto Je suis Simone- La condition ouvrière, menzione speciale al 27° Torino Film Festival, seguito l’anno successivo da Piano sul pianeta - Malgrado tutto, coraggio Francesco!.
2006/2008- Tetralogia di film-studio sull’amatorialità (documentario)2009- Je suis Simone - La condition ouvrière (documentario)
2010- Piano sul pianeta - Malgrado tutto, coraggio Francesco! (documentario)
2011- Ethos (verrà presto il giorno in cui gli attori e le attrici non crederanno più che le loro maschere e i loro costumi siano essi stessi) (cm, documentario)
2011- Penultimo Paesaggio (finzione)