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Successo per Intrecci mediterranei

Si  è conclusa con un grande successo di pubblico la rassegna cinematografica internazionale "Passaggi d'Autore: intrecci mediterranei" 2011 a Sant’Antioco. Intrecci che si saldano anche in amicizie tra i registi che vivono insieme in un luogo  nuovo per tutti. Intrecci con la comunità di Sant’Antioco e del Sulcis, che per cinque giorni hanno  avuto  la possibilità di assistere,  dialogare con realtà sconosciute.  L' ultima serata si è chiusa con lavori provenienti da Israele, Marocco, Tunisia, Spagna, Sardegna, Italia, Algeria, Croazia, Palestina. Diversi film avevano come protagonisti i bambini, a volte fortunati, a volte costretti ad una vita difficile. Particolarmente interessante “Paper memories”,  il lavoro di Theo Putzu, opera prima del regista sardo, trapiantato a Barcellona per inseguire il sogno di regista. Il suo lavoro usa la tecnica dello “stop motion”, solitamente usata per le animazioni. In questo lavoro,  sono state utilizzate migliaia di foto che unite tra loro hanno creato un video col il ritmo dell'animazione, per visualizzare in modo realistico sullo schermo i tempi diversi della nostra memoria.   Un lavoro originale il film marocchino “Courte vie”  di Adil El Fadili. Cerca di sfatare molti luoghi comuni della cultura mediterranea: il destino, l’appartenenza ad una classe sociale e la non possibilità di migliorare, il collegamento obbligatorio tra mussulmani e terroristi. Interessante il corto palestinese “The clock and the man”  di Gazi Abu Baker. Un contesto palestinese dove i ragazzi vanno a lavorare, sognano un futuro e un buon lavoro, si vestono eleganti. La storia di un uomo che sveglia ogni mattina tutti i ragazzi della città che devono prendere il treno per andare al lavoro.  Molto forte “Lel chamel” di Youssef Chebbi, dalla Tunisia. Il racconto crudo della tratta dei clandestini, dove si vede “dall’interno” il funzionamento dei viaggi della speranza. Sono persone che sognano un futuro migliore, lontano dalla miseria della propria terra.  Di un’attualità disarmante il film croato “Mezanin” di Dalibor Matanic. C’ è crisi, non si trova lavoro. La bellezza per una donna può essere la salvezza e la condanna allo stesso tempo. Per essere assunta, una ragazza deve superare un colloquio con un capo che pretende il suo corpo. Se lo prende, e distrugge per sempre la vita di quella ragazza. Divertimento assicurato con “La ultima sequencia” di Arturo Ruiz Serrano, dalla Spagna. Una scalcinata troupe cinematografica deve filmare l’ultima sequenza del film. Tra incredibili difficoltà si troverà la soluzione. Inoltre,  è stata premiata la migliore foto del concorso fotografico "Un'isola per una location", dove si sono scoperti angoli di Sant'Antioco dove si immagina di montare un set cinematografico.

14 dicembre 2011