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"One day" di Lone Scherfig

 
''One day'' locandinaPiu’ o meno un anno fa finivo di leggere Un giorno, libro di David Nicholls di cui avevo sentito parlare parecchio. Non poteva non interessarmi, visto anche il target dei lettori, quei trenta-quarantenni moderni e sentimentali, autoironici il giusto e molto autoindulgenti nei confronti dei propri limiti e fallimenti. Un libro che, ben lontano dall’essere un indimenticabile capolavoro della letteratura mondiale, alla fine e’ risultato essere uno dei piu’ bei libri da me letti ultimamente. Scritto benisimo, leggero e profondo, divertente e malinconico, solare e tragico allo stesso tempo. Come la vita. Un gran bel romanzo che racconta la storia di un’amicizia-amore durante vent’anni, che descrive le vite di Dexter ed Emma solo un giorno all’anno, per tutti questi vent’anni. Un solo giorno: il 15 Luglio. Quel St. Swithin’s day cantato da Billy Bragg. Istantanee di vita, insomma, che lasciano il lettore libero di immaginarsi i restanti 364 giorni di ogni anno. La storia è raccontata tramite diversi espedienti narrativi, ma i dialoghi la fanno da padrone. Dialoghi brillantissimi e profondi, semplici ma quasi mai banali, che sanno di vita vera e che contrappongono due visioni del mondo, due persone talmente diverse da risultare paradossalmente fatte una per l'altra.
 
''One day''Che nessuno si aspetti un banale lieto fine o un altrettanto banale finale tragico. La vita è complicata. L'amore pure. Aspettatevi però di ridere e di piangere. Ché le cose non vanno mai come ci aspettiamo, ma alla fine sopravviviamo, in un modo o nell'altro. E arriviamo ai quarant'anni iniziando a guardarci indietro, quando prima sapevamo solo divorare pezzi di vita e correre avanti verso un mondo che doveva essere nostro, che ci doveva qualcosa. E guardiamo le vecchie foto, istantanee di momenti e di giorni ormai andati, parte del Grande Puzzle, mentre tentiamo disperatamente di ricordare cosa c'era al di fuori del riquadro della foto. Facendo finta di non ricordare le cose non dette, le disillusioni, le cose meschine e le banalità di una vita molto più ordinaria di quello che sognavamo. Ci abbiamo provato, comunque. O forse no. E continuiamo, comunque. Sopravvissuti a un futuro che non c'è.
 
''One day''Tutto questo e’ One day. O perlomeno, questo c’e’ nel libro. Perche’ da poco e’ uscito pure il film tratto dal romanzo. Sceneggiato dallo stesso Nicholls e diretto dalla danese Lone Scherfig. Ecco, dovevo aspettarmelo, eppure ci speravo, in qualcosa di bello. Ed invece, alla fine l’adattamento cinematografico e’ un romance-drama piuttosto convenzionale e semplicemente dignitoso, tenendoci di manica larga. La sceneggiatura di Nicholls perde la maggior parte dell’incanto del romanzo e tutto il divenire adulti with-or-without you della coppia diventa una semplice cronaca, seppur carina, degli anni passati. La maggior parte dei riferimenti alla realta’ in divenire del mondo che circonda i protagonisti, il nostro mondo, vengono persi in questo adattamento. Le schermaglie tra Emma e Dexter perdono quel brio e quella vivacita’ che permettevano al libro di scorrere leggero e veloce come un ruscello di montagna.
 
''One day''Qualche battuta e qualche personaggio azzeccati non bastano a far decollare una pellicola, come detto, semplicemente dignitosa. Brava la Hataway nel ruolo di Emma, mentre Jim Sturgess e’ un pessimo e caricaturale Dexter.
Insomma, ennesima trasposizione deludente di un bel romanzo. Molto, ma molto meglio, leggersi il libro. Tra l’altro, malgrado l’impatto emotivo della scena in questione, era impossibile per il film rendere in immagini la bellezza scarna della frase di diciannove parole che chiude il diciottesimo capitolo-anno, il 15 Luglio 2004. Ma qui si entra in territorio minato: libro o film? Film o libro? In tanti ci hanno scritto, e la mia opinione e’ che generalmente e’ quasi impossibile adattare un bel libro in modo soddisfacente per chi e’ rimasto folgorato dalle pagine scritte, appunto. Tanto vale cercare di adattarlo in modo personale, rispettandone lo spirito ma provando ad inserire qualche variazione sul tema.

Oppure devi semplicemente essere Kubrick.
21 dicembre 2011