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Gran ritorno di Piero Schiavazzi

Il grandissimo tenore e attore nel film restaurato “Il trionfo della vita” di Antonio Gravina, datato 1922. L'intervista a Giuseppe Pilleri, curatore della Cineteca Sarda. di Anna Brotzu
 
Piero SchiavazziIl tenore e la decima musa: Piero Schiavazzi, celebre divo dell'opera, straordinario e applauditissimo interprete del melodramma verista nell'Italia d'inizio Novecento ritorna idealmente nella sua Sardegna, a Cagliari, sua città natale, tra i protagonisti (sul grande schermo) de “Il trionfo della vita”. Sarà infatti l'Auditorium del Conservatorio di Musica “G. Pierluigi da Palestrina” a ospitare venerdì 25 maggio, alle 21,  la proiezione dello “storico” (datato 1922) film di Antonio Gravina – un classico melò che rispecchia il gusto popolare dell'epoca – con il commento al pianoforte di Gabriella Artizzu. Un evento culturale, frutto di una preziosa sinergia con l'istituto di alta formazione musicale cagliaritano ma soprattutto dell'impegno e la passione (e la tenacia) del curatore della Cineteca Sarda, Giuseppe Pilleri, nell'ambito del progetto nato negli anni '60 per la ricerca, raccolta, catalogazione, conservazione e divulgazione dei materiali audiovisivi legati alla terra d'Ichnusa.
 
Un patrimonio ricco ed eterogeneo, incrementato negli anni e che ora si arricchisce di un nuovo, prezioso documento sulla storia e la memoria dei sardi: il film muto – quasi un paradosso per l'artista cagliaritano noto per la voce «carezzevole e voluttuosa» nonché per lo stile irruente e aggressivo – rappresenta l'unica testimonianza visiva del talento istrionico, rafforzato dalla lunga dimestichezza con il palcoscenico, del famoso tenore. Una vera rarità, un'autentica chicca, al di là del valore intrinseco della pellicola: « Piero Schiavazzi era un personaggio importante, amato dal pubblico ammirato da aristocratici e regnanti, che lo coprirono di onoreficenze» sottolinea Pilleri. «Ne “Il trionfo della vita” - suo ultimo film, ne girò almeno quattro, da “Il bastardo” (1915) di Emilio Graziani-Walter, da Dumas padre, al dannunziano “La morte del duca d'Ofena” (1916) di Emilio Graziani-Walter e Alfredo Robert a “L' ombra di un trono” (1921) di Carmine Gallone, da “Fleur d'ombre” di Charles Folly - interpreta l'antagonista, il “cattivo”: un uomo e una donna si amano, e lui è il bieco personaggio che fa fallire il loro amore, architetta un piano per mettere lei in cattiva luce presso il fidanzato».
 
Piero SchiavazziE’ importante aver recuperato un'opera cinematografica interpretata da Schiavazzi, tanto più che sono forse le sue uniche immagini in movimento che esistano, almeno le uniche di cui si abbia notizia». Un'impresa difficile, come ricorda Giuseppe Pilleri: «molto, moltissimo del cinema muto è andato perduto: i film erano considerati, specialmente in Italia prodotti di consumo, non opere d'arte; i rari casi in cui qualcosa si è salvato sono dovuti al fatto che i film, apprezzati all'estero, fossero approdati e dunque custoditi in cineteche straniere – il film  “Cainà”, l'abbiamo recuperato in versione ceca!». Per cui l'arduo compito del curatore della Cineteca consiste non solo nella custodia e catalogazione dei film ma – specialmente per il cinema delle origini – anche in una vera caccia ai film perduti e dimenticati, «alcuni memorabili, altri meno, come in questo caso, ma importanti dal punto di vista documentario: il senso del progetto della Cineteca Sarda è proprio nella riscoperta delle radici e della memoria di un popolo attraverso i segni, le immagini di documentari, cinegiornali e film».
 
Lo sguardo “obiettivo” della macchina da presa cattura frammenti di realtà e quelle sequenze, magari casuali, di contorno o di sfondo a una vicenda restituiscono un ritratto di una società, un mondo, una cultura altrimenti scomparsa, cancellata dallo scorrere del tempo. E «Piero Schiavazzi è stato un personaggio importante nell'immaginario dei sardi e non solo, un divo della lirica, apprezzato e conteso dai maggiori compositori e direttori d'orchestra – un po' come Amedeo Nazzari per il cinema – affascinante e amatissimo dalle donne (ma molto meno fedele di Nazzari), spirito ribelle e un po' libertino, interprete generoso e prodigo nella vita, tanto che pur guadagnando molto morì in povertà (il Podestà Endrich durante il fascismo istituì per lui un piccolo vitalizio)». Ora simbolicamente – sullo schermo – il grande tenore dell'età verista sbarcherà ancora sull'Isola – in veste di attore: «aveva una personalità poliedrica, pittore e poi cantante si era cimentato anche con il cinema, un'arte allora nascente». Un ritorno e una riscoperta che prende le mosse dall'evento multimediale del 25 maggio, con la proiezione del film e culminerà con la realizzazione della versione in dvd de “Il trionfo della vita”, a cui sarà pure dedicato un numero dei Quaderni della Cineteca Sarda - la rivista Filmpraxis («sempre in sinergia con il Conservatorio di Cagliari, che bandirà un concorso di idee per scegliere le musiche per la colonna sonora del dvd»).
 
Giuseppe PilleriLa Cineteca Sarda come produttore cinematografico quindi? «Il progetto e il compito della Cineteca Sarda è preservare la memoria storica e audiovisiva dei sardi: non una Cineteca “in” Sardegna, ma della Sardegna. Film come “Cainà” o anche “Il trionfo della vita” che rischierebbero di andare perduti fanno parte di questo patrimonio e sono anche opere delicate, che rischiano di deteriorarsi; restaurare e diffondere queste pellicole come i lavori di Fiorenzo Serra fa parte integrante di questo progetto culturale» risponde Giuseppe Pilleri. Riportare alla luce “Il trionfo della vita” ha richiesto molte fatiche e molte cure: «15 anni dalla segnalazione della possibile esistenza della pellicola da parte di Vittorio Martinelli, ricercatore e storico del cinema muto, nella disponibilità di un collezionista romano, l'avvocato Gianni Massaro - noto per aver difeso i film di Bertolucci e Pasolini dalla censura; lui sarebbe stato disposto a cederlo, ma a un prezzo troppo alto per le risorse della Cineteca. Le trattative si sono concluse alla fine con il figlio, nel 2010; poi è stato necessario restaurare il film, la pellicola nel frattempo si era ulteriormente rovinata, la perforazione ristretta, la colorazione tendeva a svanire...».
 
Ora l'avventura volge a un felice epilogo con l'uscita del dvd «che permetterà a molti cagliaritani e non di riscoprire la figura di Piero Schiavazzi nelle vesti insolite di attore cinematografico – la sua voce è presente in alcune incisioni, ma si pensava fino a poco tempo fa che tutti i film fossero andati perduti, finiti al macero, come si dice». Alla proiezione del 25 maggio a Cagliari seguiranno altre “prime” tra cui una romana e altre iniziative. E la Cineteca Sarda proseguirà nella meritoria impresa di ridar vita (in sala) alle immagini dell'Isola e sull'Isola – a cominciare con il prezioso archivio del regista e documentarista Fiorenzo Serra. E il resto: concorsi, festival, rassegne, produzione di film? Risponde Giuseppe Pilleri, animatore più che trentennale della Cineteca: «Non ho mai fatto misteri su come la penso: questo moltiplicarsi di attività “diverse” per me è un'involuzione, la cineteca dovrebbe essere la cineteca, altri - per esempio le associazioni - devono fare festival e concorsi, altri ancora occuparsi di produzione e distribuzione, c'è un ruolo per la Film Commission, per i circoli del cinema...». A ciascuno il suo.

16 maggio 2012