Percorso

Piero Schiavazzi e "Il trionfo della vita"

In anteprima venerdì 25 maggio al Conservatorio di Cagliari. di Anna Brotzu
 
Piero Schiavazzi«Canta Piero! Canta!»: il grido con cui gli amici salutarono il giovanissimo tenore, futuro divo del melodramma in partenza per il “continente” - come i sardi chiamano la Penisola – alla volta del  Liceo Musicale «Gioachino Rossini» di Pesaro, diretto da Pietro Mascagni, dove avrebbe perfezionato i suoi studi fino al debutto romano (nel 1898) nell'“Iris” del compositore livornese e l'esordio ufficiale in “Bohème” nel 99, risuonò ancora nel 1949, in occasione del ritorno nell'Isola della salma dell'artista cagliaritano. Un saluto e un addio che non spezzano il filo dei ricordi ma anzi sottolineano l'affetto – oltre la stima e l'ammirazione per lo straordinario interprete dell'opera verista – dei concittadini per uno dei figli più illustri della terra di Sardegna: ai segni e gli omaggi concreti e insieme simbolici – a lui è intitolata una via del quartiere di Sant'Elia, in uno degli scenari più suggestivi del Golfo degli Angeli - si aggiunge ora l'evento che riporterà sullo schermo il talento istrionico dello Schiavazzi attore ne “Il trionfo della vita”. L'artista presta infatti il volto e i gesti al figuro, lato oscuro di un triangolo sentimentale, che osteggia l'amore tra due giovani nella prima e forse unica fatica cinematografica di un non altrimenti noto esordiente regista,
 
Foto d'epoca con Piero SchiavazziAntonio Gravina (forse) da Cagliari – visto che cagliaritana è almeno nel nome la società di produzione. Per una volta non eroe della storia ma perfido e insinuante antagonista Piero Schiavazzi entra con maestria e evidenti doti espressive, già affinate sui palcoscenici d'Italia e Sardegna, nella storia del cinema muto: “Il trionfo della vita” è l'ultimo degli almeno quattro film girati dal tenore (si ha in realtà notizia di almeno una ventina di passaggi sul set, ma quelli certi riguardano “Il bastardo” (1915) da un soggetto di Dumas padre, regista Emilio Graziani-Walter; il dannunziano “La morte del duca d’Ofena” (sempre del 1915) con regia di Emilio Graziani-Walter e Alfredo Robert e, forse il più importante, “L’ombra di un trono” (1921) diretto da Carmine Gallone). L'unico fortunatamente ritrovato e un po' rocambolescamente recuperato grazie alla tenacia del curatore della Cineteca Sarda, Giuseppe Pilleri  – un'impresa durata 15 anni fra trattative, dinieghi e un anno fa l'acquisto – è appunto “Il trionfo della vita” (1922), un melò adatto al gusto dell'epoca, le cui sorti in sala furono decise probabilmente proprio dalla presenza del divo dell'opera lirica.
 
Foto d'epoca con Piero SchiavazziIl pubblico isolano potrà gustarlo in anteprima venerdì 25 maggio 2012 alle 21 all'Auditorium del Conservatorio di Musica “G. Pierluigi da Palestrina” di Cagliari, con il commento sonoro “dal vivo”, in un'improvvisazione ragionata,  della pianista Gabriella Artizzu, che svela citazioni della temperie culturale del primo Novecento, da Satie a Prokofiev, tra sottolineature melodiche e “coloriture” dei caratteri e delle scene cruciali. Poi “Il trionfo della vita” di Antonio Gravina diverrà un dvd (prodotto dalla Cineteca con un numero monografico dei Quaderni), con le musiche scritte ad hoc – in un concorso d'idee – dai giovani compositori e studenti dell'istituto di alta formazione, in un'interessante e curiosa commistione di antico e moderno, a restituire in una rilettura contemporanea l'esperienza del muto, dopo l'“esperimento” del 25 maggio. Data non scelta a caso, perché anniversario della scomparsa di Piero Schiavazzi, per la serata-evento (o film-concerto) che vedrà in prima fila il nipote del celebre e indimenticato tenore cagliaritano, Piero Schiavazzi (pure lui) e il pronipote (un altro Piero) di appena cinque anni tra emozioni, memorie di famiglia e storia di una città che come Cagliari ha per tradizione uno stretto legame con l'arte del melodramma.
 
Foto d'epoca con Piero SchiavazziForse non a caso patria di cantanti come Piero (all'anagrafe Pietro Francesco Teobaldi) Schiavazzi da Stampace - e già prima Mariò (alias Giovanni De Candia) – e sede di teatri prestigiosi, quale il Politeama Regina Margherita dove lo stesso Schiavazzi si esibì trionfalmente già nel 1899 in “Cavalleria rusticana” di Mascagni e la donizettiana “Lucia di Lammermoor”, prima del mesto ultimo ritorno del 1949, per riposare finalmente nella sua Isola dopo un'intensa carriera tra l'eco degli applausi e il profumo del successo.

Intruduzione al film di Giuseppe Pilleri (Cineteca Sarda) e del critico Sergio Naitza. Interverranno il sindaco Massimo Zedda e Enrica Puggioni, assessore alla cultura del comune di Cagliari, Nicola Cordaro (Società Umanitaria) e Piero Schiavazzi, giornalista e nipote del tenore.


INGRESSO LIBERO (fino a esaurimento posti)

Articoli correlati:

Gran ritorno di Piero Schiavazzi

Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni