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Gli auguri a Cinemecum di Mereu, regista, produttore e distributore

Il ruolo della Sardegna Film Commission, l'importanza di investire nel cinema e il suo impegno nella distribuzione di" Bellas Mariposas". L'intervista. di Anna Brotzu

Mereu e il cast di ''Bellas Mariposas''Vita movimentata  - o semplicemente giorni intensi, fitti di incontri, viaggi, eventi – per Salvatore Mereu: fermare l'attimo in una conversazione con il regista di “Bellas Mariposas” può essere difficile come inseguire il volo lieve delle sue “farfalle”.
Tra le presentazioni nell'Isola del film ispirato al racconto di Sergio Atzeni, che racconta una Cagliari – e in fondo una Sardegna – imprevista, “diversa” e non stereotipata, attraverso lo sguardo di un'adolescente, in una delle tante, infinite periferie metropolitane in cui i bambini crescono in fretta e l'inaugurazione del Festival Marina Cafè Noir – “10! Casteddu Mon Amour” con “Tajabone”. Dopo l'anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, le “Bellas Mariposas” son sbarcate nelle sale isolane, e l'interesse verso la pellicola che racconta l'età inquieta tra facili tentazioni e primi turbamenti del cuore, con una cifra quasi iperrealista, insieme grottesca e struggente, ironica e amara, continua a crescere.
In tempi di bilanci – non solo economici: anche i nodi della politica vengono al pettine – inevitabile parlare di Legge sul Cinema e Film Commission, ma anche dello stato dell'arte della decima musa isolana.

Il cast de ''Bellas Mariposas''2012: un anno felice per il cinema made in Sardegna?
Secondo me in realtà questa situazione c'è già da una decina d'anni, adesso si vedono i risultati... anche perché i tempi di realizzazione dei film sono abbastanza lunghi... Poi questo fermento è positivo, accanto ai registi si affermano nuove figure professionali, nuovi talenti. Comunque non metterei questo vessillo alla Sardegna: finalmente anche da noi si fanno film come da altre parti... avendo in più la velleità e la pretesa di farli senza muoversi da qui.

L'Isola diventa set?
Finalmente si può girare un film non solo a Roma o nei luoghi dove da sempre esiste il cinema, magari con qualche difficoltà in più per convincere le produzioni, la diaria della troupe, i costi del trasporto, la logistica... A fronte di questa enorme fatica c'è un enorme vantaggio: fare un film nel proprio territorio, che per noi sardi risponde a un vero senso di appartenenza alla terra, quasi l'idea stessa di nazione, ed è quindi un valore aggiunto. Quasi una chiamata alle armi, che vale non solo per il cinema, ma anche per esempio per la letteratura e la musica.

''Bellas Mariposas''Arti e linguaggi che spesso e volentieri confluiscono nel cinema (pensando a “Bellas Mariposas”)...
Il cinema è una forma d'espressione che può attingere da tutto; e questo sentimento si riassume in un piccolo paradigma, con iniziative editoriali che non avrebbere da nessuna parte il senso che assumono da noi. Quando poi – come succede per certi libri o certa musica – i film fatti qua li ritrovi nei grandi festival, dove si confrontano con cinematografie emergenti...

Quindi si può forse già parlare di un cinema made in Sardinia?
Non so se ci siano i termini per parlare di un fenomeno: sicuramente tante belle coincidenze, a Venezia e da poco all'International Torino Film Festival; è il segno che qualcosa sta accadendo. E secondo me questa potrebbe essere solo la punta dell'iceberg, e a fronte dei nomi conosciuti ci sono  tante persone che non hanno ancora avuto modo di dare prova di sé e di emergere. Sicuramente grazie alla tecnologia il cinema è un'arte sempre più democratizzata, si possono fare film anche con piccoli budget.

''Bellas Mariposas''Focus sull'Isola: Legge Regionale sul cinema del 2006 e novità per la Film Commission?
Io non giudicherei così duramente la Legge Regionale sul Cinema che con tutti i suoi limiti e difetti è lo strumento che ha permesso di fare i film di cui stiamo parlando; i film miei,  di Gianfranco Cabiddu e Giovanni Columbu, etc. si son potuti realizzare anche grazie a quella legge.

E l'idea di rendere la Film Commission uno strumento più operativo?
La Film Commission è importante... ci sarebbe da chiedersi perché comunque il cinema abbia ancora bisogno di farsi fare gli esami del sangue, e non sia invece riconosciuto alla pari con arti come musica e teatro, che pure in Sardegna, rispetto ad altre regioni, sono finanziate in maniera così importante.

Questioni di budget, o magari di cultura: il cinema in Sardegna è un'arte  “giovane”...
Forse una diffusa mancanza di fiducia... poi paradossalmente è accaduto il contrario perché a fronte di un'apertura di credito minima – basta considerare il bilancio sulla legge cinema, e verificare cosa si è prodotto al cinema e in teatro – proprio questa Cenerentola arrivata ultima tra le arti è quella che ha prodotto più opere che vanno al di là dei confini regionali, e finora non è stata mai apprezzata e valorizzata pienamente, così poter esprimere tutte le sue potenzialità.

Mereu sul set di ''Bellas Mariposas'': ph: CinemecumE la FC?
Per la Film Commission vale lo stesso discorso: dovrebbe disporre di una base economica vera e non una cifra simbolica per tenere in piedi gli uffici. Non parlo delle persone che son impegnate nella Film Commission, parlo della parte politica che deve davvero credere a questa svolta e investire. Quando a Torino si è dismessa l'industria pesante, c'è stata una scelta di campo e, forse perché lì il cinema era davvero nato, si è deciso di puntare davvero su quest'arte e negli anni d'oro della Film Commission, anche perché c'era gente davvero preparata e appassionata di cinema, son riusciti a competere con i grandi centri di produzione.

Sul set di ''Bellas Mariposas''. ph: CinemecumIn Sardegna?
Ancora qui vedo decine di tentativi e non ne faccio una questione di amministrazione... poi naturalmente la congiuntutura è tra le meno favorevoli: oggi trovare risorse è diventato più difficile. L'obiettivo è promuovere e valorizzare il cinema, creare i presupposti per farlo diventare industria... La legge tanto biasimata non solo ci ha dato l'opportunità di lavorare e di vincere partite importanti, ma è anche servita nel dialogo con enti e istituzioni: al ministero come alla Rai chiudi il cerchio se hai una sponda produttiva vera. Andrebbe solo perfezionata. La legge ha un grande strumento: le commissioni, che hanno messo fine a un arbitrio, con una consapevolezza di giudizio che non avevamo conosciuto in passato, quando contavano più le conoscenze e i contatti personali che non le competenze e le idee. Con la legge per fortuna è stata istituita una commissione esterna che varia, e che ragiona sui progetti.

''Bellas Mariposas''Ruolo della FC?
La Film Commission secondo me dovrebbe lavorare di complemento: perfezionare questo percorso virtuoso per far sì che questa sponda produttiva che esiste in parte si rafforzi, per mettere in condizione di portare a casa il progetto chi lo porta avanti. Ci sono quasi: io sarei ottimista...

Però intanto è diventato produttore e distributore...
Mi è parso un approdo naturale, tantopiù che non mi sono inventato nulla di nuovo, moltissimi registi famosi e meno famosi hanno creato la loro casa di produzione. E' funzionale alla protezione del progetto che hai in mente. In realtà io ho cominciato fin dai tempi del Centro Sperimentale, da quando per fare un'esercitazione mi era stato detto non puoi girare in Sardegna; ma fatto altrove questo film perderebbe di senso, quindi ho chiesto “se trovo i soldi per fare la trasferta mi lasciate girare in Sardegna?” Così ho girato a Nuoro, dove la mia storia davvero si svolgeva non a Cinecittà o Villa Borghese.

Mereu e il cast durante la presentazione del filmQuindi di necessità virtù?
Bisogna avere un occhio di riguardo nei confronti della produzione per proteggere il proprio progetto; anche per “Sonetàula” siamo entrati nella produzione, per difendere certe scelte  registiche, come gli attori non professionisti, girare in in un certo modo. Certo è un sacrificio enorme, ha un costo ma è anche l'unico modo per difendere il proprio progetto. Per un regista significa anche la possibilità di fare i film qui: la Sardegna non è proprio perfetta agli occhi di un produttore, se  proponi un film da fare qua ti chiedono se non potresti girare sulla terraferma; se sei produttore decidi le sorti del tuo film, o meglio hai qualche possibilità in più di realizzarlo come l'hai pensato.

Non basta il produttore, ora anche distributore?
Per “Bellas Mariposas” mi son dovuto inventare anche questo: siamo produttori in toto del film e anche distributori. Un problema che non avevo mai avuto, però per questo film anziché regalarlo a società che avrebbero fatto il service e l'avrebbero fatto uscire senza partecipazione, per mero ritorno economico, ho preferito seguire anche la distribuzione. E la cosa devo dire ha pagato: in Sardegna è andato benissimo, adesso debutterà in nazionale, speriamo che possa continuare a crescere. A fare il distributore ci ho preso gusto: per fortuna il film sta avendo un buon riscontro e forse seguendo la via solita non avrei avuto le stesse soddisfazioni, mentre altri avrebbero fatto tesoro del mio lavoro.

''Bellas Mariposas''Numeri?
Il film è uscito il 25 ottobre, e per ora ha raggiunto quasi 30mila spettatori: quasi più di “Sonetàula” nella sola Sardegna...

Tornando all'origine, com'è nata l'idea del film “Bellas Mariposas”?
Se dovessimo segnare il big bang, il momento in cui è scattato il sentimento, è stato quando ho letto l'arrivo di Cate in spiaggia: la sequenza dell'acqua. Ho subito pensato “io lo voglio fare, ho già voglia di filmarlo”. Poi son tornato a leggere il libro molte volte e mi è parso che potesse appartenere solo alla letteratura e fosse inviolabile.

''Bellas Mariposas''Però eccolo là sullo schermo...
Ho capito che volevo farlo, anche esponendomi al rischio di un fallimento: il gioco sulla lingua è molto letterario, quindi una parte della forza del racconto poteva perdersi, poteva non avere una adeguata traduzione cinematografica. Ho deciso di essere fedele anche a questo raccontarsi in prima persona, rispettandone l'impianto: quasi una sorta di finto documentario su questo personaggio. Fare un film su questa chiave era pericoloso; ho scelto, prendendomi il rischio, e ho affidato tutto il film, a questa ragazzina che ci guarda in macchina con questa troupe invisibile che la segue... Lo spettatore potrebbe  decidere che non gli interessa...

Mereu e il cast durante la presentazione del filmE invece sì?
Per ora, sì. Vedremo.

Guardando al futuro: i prossimi progetti del Salvatore Mereu – regista?
Troppo presto per dirlo. In questo momento mi interessa il presente, e le sorti di “Bellas Mariposas”...

Perché il senso della vita può essere davvero, anche solo per un istante, racchiuso in un battito d'ali di farfalla... Ma… se dovesse fare un auspicio, tra la fine di un anno e l'inizio del 2013...?
Farei un brindisi: lunga vita a Cinemecum.it! E al cinema... naturalmente!
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22 dicembre 2012