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Quando il cinema è un affare. Parola di Moviementu

Un miliardo e mezzo di euro destinati nei prossimi anni al settore dell’audiovisivo. Così ha deciso l’Europa. E la Sardegna, cosa fa, sta ancora a guardare? La parola a Marco Antonio Pani, presidente della neonata associazione schierata in difesa del cinema. di Valentina Corona


Marco Antonio PaniI VIDEO DI MOVIEMENTU IN FONDO ALL'ARTICOLO

In una situazione in cui il cinema sardo stenta a sopravvivere, dove i fondi messi a disposizione dalle istituzioni diventano sempre più irrisori, è nato Moviementu, una libera associazione costituita da una settantina tra registi, maestranze, sceneggiatori, produttori, attori cinematografici e studenti che lottano per la rianimazione del cinema isolano. Cinemecum ha incontrato il suo presidente, Marco Antonio Pani, regista sassarese, classe 1966.

“Alla fine di giugno, in occasione della pubblicazione dei primi risicatissimi bandi della legge sul cinema regionale, e verificando che la stessa legge era stata ulteriormente svuotata di fondi, fino a renderla quasi inutile, ho pubblicato un post sulla Rete, uno sfogo accorato. A quel post sono seguiti tanti commenti di colleghi del settore cinematografico e audiovisivo della Sardegna. Il denominatore comune era il disagio e la rabbia per il completo disinteresse della politica verso il nostro settore, che traspariva chiaramente dalle cifre riservate ai bandi. Fra questi colleghi c'era anche Carlo Dessì, direttore del Sardinya Film Festival di Sassari, che ci ha offerto la possibilità di riunirci a Sassari per una due giorni di incontri e di lavori sul tema del cinema e dell'audiovisivo. Da quel primo incontro siamo usciti con un nome, MOVIEMENTU Rete-Cinema-Sardegna, che ha già in sé quelli che sono gli scopi e le attività dell’associazione”.

Da quel primo incontro sono iniziate a crescere le adesioni da tutte le parti della Sardegna. Numerosi i simpatizzanti, il cui  scopo è diventare una voce unica per difendere il cinema nostrano.
“Dopo un primo comunicato/manifesto al quale hanno aderito circa 230 operatori, autori, registi, produttori, maestranze, direttori della fotografia, attori, costumisti, scenografi, distributori, operatori culturali e operatori dell'informazione cinematografica, si è sentita forte l'esigenza di rendere il nostro movimento una vera e propria associazione e di aprirlo non solo agli operatori del settore ma anche a chi, appassionato di cinema, intendesse appoggiare la causa del cinema come industria sostenibile”.

MovimientuUn’associazione che, da subito, si è caratterizzata per la sua operatività, permettendo ai soci di crescere e trovare nuove soluzioni a diversi problemi.
“Alle assemblee si discute della legge sul cinema, ma anche delle tematiche legate alla produzione, della Film Commission, della distribuzione e promozione. Abbiamo pensato a degli incontri di autoformazione in cui i soci stessi tengono vere e proprie "master class" a tema tenendo presente il principio dell'"aggiudu cambiu", ovvero: io insegno qualcosa a te e tu insegni qualcosa a me. E così si cresce insieme, aiutando gli altri a capire meglio come funzionano certe dinamiche del nostro settore”.

Visti i recenti sviluppi, quali sono i principali progetti per il futuro?
“Obiettivo numero uno è quello di diventare rappresentativi come interlocutori delle istituzioni in materia di politiche economiche e culturali legate al settore cinematografico e audiovisivo. Sotto quest'aspetto abbiamo già ottenuto dei buoni risultati, ci siamo confrontati con gli assessorati di riferimento e con la Film Commission su temi fondamentali del settore. Alcuni di vitale importanza. L'Europa, per esempio, prevede per il periodo 2014/2020 un miliardo e mezzo di euro destinati a progetti integrati sull'audiovisivo. E i propositori dovranno essere le Regioni”.

MovimientuLe altre regioni d’Italia, dopo aver raschiato il barile alla ricerca di finanziamenti per l’audiovisivo, hanno alzato la testa e guardato avanti. Per fare un esempio, la serie tv de “Il Commissario Montalbano” è stata realizzata grazie alle decine di milioni di euro che la Regione Sicilia ha saputo ottenere creando una enorme ricaduta economica sul proprio territorio. Cosa ha fatto in questo senso la Sardegna?
“Noi non abbiamo ancora fatto niente. Non ce lo possiamo permettere e chiediamo alla politica di occuparsene immediatamente. Così come chiediamo di rifinanziare da subito la legge sul cinema e la Film Commission con fondi adeguati che devono lanciare e sostenere il settore. Quest’organo, attualmente, è formato solo da un consiglio d'amministrazione, un presidente e una direttrice che lavora con un contratto part-time. Nessun dipendente, nessun collaboratore. È evidente come un organismo così depotenziato possa difficilmente sostenere un'industria complessa come quella cinematografica. Per questo chiediamo un cambio di rotta immediato”.

MovimientuE poi?
“La seconda sfida è quella della Rete, farla diventare strumento comune a tutti gli operatori che credono che il cinema, al di là delle differenze personali, sia una sorta di organismo formato da tante cellule specializzate che può funzionare solo attraverso la corretta comunicazione fra tutte quelle cellule differenziate. Il cinema, se adeguatamente sostenuto, con fondi, strutture e servizi, è capace di portare sul territorio tanta ricchezza. Noi lo sappiamo perché facciamo questo lavoro e vediamo cosa succede nei territori che ci hanno creduto. Persino in Sardegna, anche se sporadicamente, quando si è investito, i risultati sono arrivati. Dati alla mano, gli esempi non tardano a saltar fuori. Il film "L'Arbitro" di Paolo Zucca, uscito di recente nelle sale, ha ricevuto, fra Legge Cinema e Fondi Ospitalità della Film Commission, circa 230mila euro. A fronte di quest'investimento, la Regione ha avuto un riscontro economico sul suo territorio di un milione e mezzo di euro. Come dice lo stesso Zucca (che tra l'altro annoveriamo tra i nostri amici e fondatori di Moviementu): ‘Non ci vuole un matematico per capire che il cinema, al di là delle sue componenti culturali e artistiche, è un buon affare dal punto di vista dello sviluppo economico di un territorio’”.

 

Foto di Valentina Corona

 

 

 25 settembre 2013