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Federico Fellini, Santo protettore del 31TFF

Svelati i protagonisti del Torino Film Festival: una rosa di giovani e interessanti registi. Per Festa Mobile c'è Peter Marcias, e fuori concorso Salvatore Mereu. di Valentina Corona

Torino Film Festival 2013Roma, 5 novembre. Una conferenza stampa, quella in streaming, che sembra non ne voglia sapere di andare online. Un'altra torinese che viene rimandata per l'assenza del neodirettore, Paolo Virzì, e di tutto lo staff del Festival, che per via di motivi tecnici indipendenti dalla volontà dell'organizzazione non hanno potuto prendervi parte.

Inizia così, con un pizzico di suspense subito cancellata dall'entusiasmo, il prefestival della trentunesima edizione del Torino Film Festival che si svolgerà nel capoluogo Piemontese dal 22 al 30 novembre con un nutrito programma di proiezioni, tra film in concorso e rare visioni, che si svolgeranno  presso i Multisala del Massimo, del Lux e del Reposi. Una nove giorni che trasformerà la città di Torino in un importante polo culturale: una ghiotta occasione per tutti gli amanti dei film che volessero mettere il naso nella fucina di giovani registi che il festival propone ogni anno.

Paolo Virzi'Nonostante la questa serie di imprevisti, e un po' di scippi da parte del Festival di Roma, si respira un aria piacevolmente soddisfatta tra i responsabili della commissione di questo “gigantesco filmone”, così definito dal presidente stesso, che prosegue dicendo di essere “orgogliosi quasi come se li avessimo girati noi questi film”. I numeri? Su 4000 film presentati, sono stati centottantacinque i film selezionati: settanta lungometraggi tra opere prime e seconde, quarantasei le anteprime mondiali, venticinque quelle internazionali, cinque le europee e ben sessantadue anteprime italiane. Una difficile scelta quella della selezione, che tradizionalmente si prodiga nella ricerca e scoperta di giovani talenti e nuove tendenze del cinema indipendente, trasformando il festival in una fucina di giovani e talentuosi cineasti che si affacciano al mondo con le loro prime opere. Tra questi, i primi che spuntano dalla grande lista del festival metropolitano sono tre registi francesi: Sébastien Betbeder con 2 Automnes 3 Hivers, una commedia esistenziale scandita dal susseguirsi delle stagioni; Justine Triet che ha diretto con stile energico e vivace La Bataille de Solférino,  per uno sguardo attuale sul secondo turno delle elezioni presidenziali in Francia; e Hélier Cisterne che firma Vandal, appena uscito in Francia, su un dramma adolescenziale e sociale nel mondo della banlieu.

''2 Automnes 3 Hivers'' di Sebastien BetbederNon mancheranno le opere americane: Blue Ruin, un revenge movie asciutto e serrato, opera seconda del direttore della fotografia Jeremy Saulnier, ormai passato dietro la macchina da presa; e C.O.G. (acronimo di Child Of God) di Kyle Patrick Alvarez, tratto dal divertente racconto di David Sedaris. Seguono poi il dramma familiare ambientato a Montréal de Le Démantèlement di Sébastien Pilote; il messicano Club Sandwich di Fernando Eimbcke; Pelo Malo della regista venezuelana Mariana a Rondón; La Plaga del catalano Neus Ballús, commedia lieve e visionaria che è anche un documento sulla marginalità; e il pedinamento zavattiniano di una ragazza karaoke del film tailandese Sao Karaoke, diretto da Visra Vichit Vadakan. Eros e Thanatos, infine,  nel Giappone dilaniato dalla Seconda guerra mondiale in Sensô To Hitori No Onna (A Woman and War), opera prima shock di Junichi Inoue.

''La mafia uccide solo d'estate'' di PifCon particolare attenzione e orgoglio vengono presentate le due opere italiane: La Mafia uccide solo d'Estate di Pif, palermitano al suo esordio cinematografico dopo Il testimone, programma televisivo dell'emittente MTV, con un film che mescola lo stile di (auto)analisi civile e la voglia di parlare di mafia con toni nuovi, sarcastici ma non per questo meno dolorosi e commoventi; e Il Treno va a Mosca di Federico Ferrone e Michele Manzolini. Ispirata al ritrovamento di vecchi filmati amatoriali in 8mm, l'opera a quattro mani  racconta la storia di un'illusione e della sua fine, raccontata con lucidità e commozione da uno dei protagonisti, Sauro, attraverso il montaggio dei tanti home movies girati da lui e dai suoi amici a Mosca nel 1957, in occasione del 6° Festival Mondiale della Gioventù. Ad aprire la rassegna, in anteprima italiana, sarà Last Vegas, commedia matura diretta da Jon Turteltaub e interpretata da Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman e Kevin Kline, che fa pensare a una “notte da leoni” 40 anni dopo, tra tensioni di gruppo e un'amicizia difficile da tener viva. Chiusura lasciata al thriller Grand Piano di Eugenio Mira dove Elijah Wood suona sotto minaccia di morte da parte di John Cusack, in una sorta di “Speed al pianoforte”. Santo protettore del festival torinese sarà Federico Fellini, al quale verrà reso omaggio con la proiezione in anteprima della versione restaurata e trasportata in digitale di uno dei suoi capolavori, l'indimenticabile .

''Il treno''Tra questi tre momenti, Emanuela Martini, vice direttore del festival, presenta “Festa Mobile 2013”, con il “bottino” di quei film (fuori concorso) sparsi per il mondo e ancora inediti in Italia: dal caotico viaggio di formazione della maldestra Greta Gerwig in Frances Ha di Noah Baumbach alla rincorsa surreale del cantautore protagonista di Inside Llewyn Davis dei fratelli Coen (due spaccati tipicamente newyorkesi); dall’inedito, romantico, impacciato James Gandolfini di Enough Said di Nicole Holofcener (omaggio postumo allo straordinario interprete di Tony Soprano) ai vampiri colti, girovaghi e riservati Tilda Swinton e Tom Hiddleston di Only Lovers Left Alive di Jim Jarmusch; dalla strana, laconica coppia di operai addetti alla segnaletica di una strada texana di Prince Avalanche di David Gordon Green (remake del film islandese vincitore del Tff 2011) alla solitaria lotta contro gli elementi di Robert Redford in All Is Lost di J. C. Chandor. «Tutti questi personaggi hanno parlato alla nostra intelligenza, al nostro gusto, alla nostra sensibilità», sottolinea Martini. In mezzo una quantità di giovani autori: tra gli italiani-sardi, troviamo il nostro Peter Marcias con  Tutte le storie di Piera dove Piera Degli Esposti si racconta (e “viene raccontata”). 


''La vita adesso'' di Salvatore MereuE nella sezione Italiana.Corti (fuori concorso) Salvatore Mereuu con La vita adesso, progetto low budget nato nell'ambito di un progetto formativo e realizzato da un gruppo di studenti universitari che hanno lavorato sotto la guida del regista dorgalese.
Un cast poliedrico tra i nomi dei giurati di questa 31esima edizione: il presidente Guillermo Arriaga, rivoluzionario scrittore della cinematografia contemporanea; il romanziere Stephen Amidon (con un passato da critico cinematografico); Francesca Marciano, sceneggiatrice e scrittrice, l'icona del cinema cubano Jorge Perugorrìa e la regista Aida Begic, nota al pubblico per il suo film “Buon Anno Sarajevo” (a Cannes nel 2012 per Un Certain Regard). A loro l'arduo compito di coronare e battezzare il vincitore della 31esima edizione del Torino Film Festival.

6 novembre 2013